mercoledì 30 marzo 2011

L’ITALIA SI RICONCILIA CON MICHEL PLATINI

Pubblicato su TS il 29 marzo 2011



Michel Platini è stato confermato alla presidenza dell’UEFA per un secondo mandato. Per l’ex fuoriclasse della Juventus e della nazionale francese si è trattato di un’elezione molto diversa rispetto alla precedente. Allora se la dovette vedere col presidente uscente Johansson, forte di numerosi appoggi. Stavolta, invece, l’elezione è avvenuta per acclamazione. Era il candidato unico e ha goduto dell’appoggio di tutte le federazioni europee. Anche l’Italia, nella persona del presidente federale Giancarlo Abete, gli ha offerto il suo appoggio incondizionato. Ecco come si è espresso il numero uno della FIGC in una intervista che ci ha concesso a poche ore dal congresso UEFA e pubblicata su France Football: “La valutazione su Platini è decisamente positiva. E’ riuscito a coniugare la forza della struttura dell’UEFA con le sue qualità personali, proprie di chi conosce molto bene il calcio e lo sa interpretare in termini di organizzazione. Da questo punto di vista ha dimostrato di saper fare un’ottima sintesi. L’operazione è talmente riuscita che ha avuto il consenso di tutte le federazioni al punto da essere il candidato unico per il prossimo mandato.” Sulle sue qualità di dirigente del calcio internazionale ha detto: “Da grande uomo di calcio, è stato capace di individuare alcune battaglie di politica sportiva comprensibili e riconoscibili per il grande pubblico, non solo per gli addetti ai lavori. L’idea di conciliare il business con le esigenze della competizione sportiva è una battaglia comprensibile a tutti.” Infine Abete ha espresso una valutazione sulla principale battaglia, quella per il fair-play finanziario: “La giudico molto positivamente. Certo, quando dall’idea di fondo si passerà all’applicazione tecnica di questo principio si verificheranno molte difficoltà. Non sarà facile. Però il messaggio è molto chiaro: tutti devono avere la possibilità di competere ai massimi livelli e no secco alla logica dell’indebitamento costante. E’ chiaro che chi ha più denaro è destinato sempre a vincere ma occorre che si rispettino determinate regole e soprattutto certe priorità che Platini ha indicato nei giovani, nei vivai, nelle infrastrutture. In questo senso la FIGC non può che appoggiare la battaglia di Platini. Ci ha fatto caso che le priorità indicate da Platini sono esattamente i problemi che affliggono oggi il calcio italiano? Noi abbiamo un problema proprio con giovani e stadi, dunque siamo in perfetta sintonia col presidente. Se aggiungiamo a questi due punti la lotta che Platini ha dichiarato di voler fare contro la violenza, lei capisce che le sue priorità sono esattamente le nostre.” Abbiamo voluto rendere partecipi i lettori di questo nostro colloquio con Abete perché esso dimostra come sia cambiata la posizione dell’Italia e i suoi rapporti col leader indiscusso del calcio europeo. In occasione delle precedenti elezioni, come molti ricorderanno, Franco Carraro optò per l’appoggio a Johansson determinando una forte penalizzazione per il nostro calcio. Non facendo parte dei suoi grandi elettori, Platini almeno nei primi anni del suo mandato non ha avuto un atteggiamento amichevole nei confronti del nostro movimento. Lo dimostra la doppia bocciatura della nostra candidatura per l’organizzazione degli Europei 2012 e 2016. Col tempo, però, la nostra federazione ha lavorato ad una ricucitura dei rapporti con Platini e l’adesione al suo programma politico ha portato i suoi frutti proprio all’ultimo congresso. Giancarlo Abete, infatti, è stato eletto vicepresidente dell’UEFA, unitamente al turco Erzik, lo spagnolo Villar, all’inglese Thompson e al cipriota Lefkaritis. Era da undici anni, dai tempi di Antonio Matarrese, che l’Italia con aveva un proprio rappresentante al vertice dell’organizzazione europea. C’è da credere che in prospettiva questa novità possa giovare al nostro disastrato movimento.
Il secondo mandato di Platini servirà a completare la realizzazione del programma e dei progetti impostati in questi anni. Primo fra tutti l’ormai famoso fair-play finanziario che dopo essere stato illustrato ed aver avuto l’approvazione degli stessi club, soprattutto i grandi, dovrà entrare nella fase operativa, quella più difficile. Nei prossimi anni verrà progressivamente attuato il meccanismo che porterà alla eliminazione della possibilità per i club di finanziare la propria attività e i propri successi sportivi attraverso l’indebitamento. Tutti dovranno spendere in relazione alle proprie entrate, che siano generate dalle tradizionali voci di bilancio o che provengano da donazioni dei presidenti magnati. In ogni caso, l’era dei debiti è finita. Un secondo obiettivo sarà la centralizzazione, sulla falsariga di quanto accade per Champions ed Europa League, della vendita dei diritti televisivi per gli Europei, finalizzata all’incremento dei ricavi. Il meccanismo partirà dal 2014 e riguarderà la commercializzazione dei diritti dell’edizione 2016. Ma sulla scrivania di Platini giacciono anche progetti interessanti ed avveniristici. Come l’ipotesi di rivoluzionare i calendari dei campionati nazionali europei che si giocherebbero da febbraio a novembre con una lunga pausa invernale, magari dedicata alle nazionali. Una cosa è certa. Le politiche del presidente UEFA, oltre allo sviluppo del calcio europeo, mirano a garantirgli appoggi sufficienti per tentare la scalata alla poltrona di Joseph Blatter che ha annunciato di volersi ritirare nel 2015 dalla presidenza della FIFA. Un obiettivo plausibile visto che, anche sul terreno della politica, a Platini la stoffa non manca di certo.

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