mercoledì 11 luglio 2012

30 ANNI DA SPAGNA '82: PER SEMPRE IL MIO MONDIALE

Oggi si festeggia il trentennale della vittoria degli azzurri al Mundial del 1982. Non me ne vogliano Lippi e i ragazzi che si sono imposti nel 2006. Ma per me il vero Mundial resta quello di trenta anni fa. Perché?

Perché avevo 14 anni.
Perché l'Italia non vinceva da 44 anni ed ero convinto che forse non avrei mai festeggiato un Mondiale in vita mia.
Perché eravamo partiti per fare una figuraccia e ci siamo ritrovati un po' tutti eroi
Perché assieme ai miei amici ho festeggiato per mesi.
Perché da quella vittoria cominciò per il calcio italiano un periodo d'oro durato almeno 15 anni che ora è solo un pallido ricordo.
Perché Nando Martellini gridò per tre volte campioni del mondo e non avrebbe mai immaginato di provare le stesse emozioni di Nicolò Carosio nel '34 e nel '38
Perché il Santiago Bernabeu era tutto azzurro
Perché all'Argentina di Maradona e al Brasile di Zico, Falcao, Junior, Socrates, Cerezo etc etc non gliel'abbiamo fatta vedere.
Perché ancora si recitava Zoff, Gentile, Cabrini...
Perché Zoff era un mito, diventato poi negli anni amabile ed abituale interlocutore di interviste e conversazioni.
Perché da ragazzo Scirea l'ho conosciuto e il fatto che una persona così straordinaria se ne sia andata così presto mi fa ancora venire il magone.
Perché Bruno Conti era Marazico, in quel Mondiale è stato il più bravo e forte di tutti, perché li ha fatti impazzire...
Perché Paolo Rossi aveva molto da farsi perdonare e la buttava sempre dentro (ma come faceva con quel fisico...)
Perché io un centrocampista come Antognoni vorrei vederlo sempre giocare
Perché Zio Bergomi aveva pochissimi anni più di me e, anche se sembrava già vecchio, era un po' il simbolo dei ragazzi di tutta Italia.
Perché assieme a noi tifava Sandro Pertini: socialista, antifascista, l'uomo delle istituzioni più vicino alla gente che abbia mai visto, amante del calcio, uno che quando i nostri la buttavano dentro urlava come un matto mica come quelle statue di sale che aveva accanto, uno che amava i giovani. In una parola il più grande presidente che l'Italia abbia mai avuto.
Perché a 14 anni il calcio è sempre bello, straordinario, pulito, un susseguirsi di grandi storie di sport e di eroi. E così dovrebbe rimanere sempre....

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