mercoledì 27 aprile 2011

IN ITALIA LE CHIACCHIERE ALL’ESTERO FANNO I FATTI

Pubblicato su TS il 26 aprile 2011



Una canea. Un branco di cani che si sbranano fra loro nel tentativo di dare un morso all’ultimo osso disponibile. Questo lo spettacolo offerto in questi giorni dai club italiani, dilaniati da una lotta intestina che, in seno alla Lega, vede fronteggiarsi due opposte fazioni. Da un lato quella rappresentata dai club più seguiti (Milan, Inter, Juventus, Roma e Napoli), dall’altro il resto della serie A. Com’è facile immaginare il motivo del contendere è la spartizione dei diritti televisivi. La Legge Melandri, varata nel gennaio 2008, stabiliva che la vendita di questi doveva tornare centralizzata e che la distribuzione dovesse avvenire come segue: il 40% del ricavato diviso in parti uguali, il 30% in base ai risultati, il restante 30% in base ai cosiddetti bacini di utenza. Com’è facile dedurre, questo sistema, rispetto all’utopistica suddivisione in parti uguali, già di per se favorisce le squadre più ricche e seguite. Il club più importanti, però, non contenti hanno ingaggiato un braccio di ferro per stabilire come debba essere interpretata la distribuzione di quella quota del 30% relativa ai bacini di utenza. Poiché gran parte di questa è determinata in base al numero dei sostenitori, le due fazioni si stanno scannando su come vada interpretato il termine. I club più piccoli affermano che uno spettatore può avere una squadra del cuore, ma seguirne al tempo stesso un’altra, soprattutto se vicina da un punto di vista geografico. I club più grandi contestano questa visione e interpretano il termine “sostenitore” come il mero tifoso. Naturalmente se passasse il primo punto di vista ai club più piccoli spetterebbe qualche milione di euro in più. Altrimenti la fetta che spetterebbe ai grandi club sarebbe più grossa. Secondo i calcoli degli esperti, l’ammontare del contendere è di 25 milioni di euro. Ecco per che cosa si azzannano: su come dividersi 25 milioni di euro! Se vivessimo in un paese normale, i grandi club metterebbero una mano sulle proprie coscienze e lascerebbero qualche briciola in più agli altri. In fondo la Juventus perderebbe non più di 8 milioni, Milan e Inter 6, Roma e Napoli 3. Ne guadagnerebbe il campionato che sarebbe leggermente più equilibrato in termini di fatturati. Invece no. Come mai? La spiegazione è semplice. Una classe dirigente vergognosa ormai da anni ha smesso di far funzionare il cervello e di pensare, come hanno fatto saggiamente all’estero, al modo migliore di incrementare i fatturati attraverso la valorizzazione dei marchi, degli stadi, del merchandising. Si sono crogiolati sul fatto che a suo tempo la torta dei diritti televisivi in Italia era di gran lunga la più ricca d’Europa. Si sono consegnati così alle televisioni che attualmente rappresentano tra il 60 e il 70% dei fatturati dei nostri club. Non essendoci, quindi, altre forme di reddito plausibili sono disposti a tutto pur di raccattare anche un solo milione di euro in più. Il varo del fair play finanziario da parte dell’UEFA ha colto i nostri club più importanti completamente impreparati. Essendo incapaci di sviluppare altre fonti di reddito, l’unico modo per tenere alti i fatturati, rispettando quindi i parametri di Platini quando vanno a fare campagna acquisti, è spremere il più possibile in termini di ricavi televisivi. All’estero, com’è noto, hanno seguito una strada diversa. Non solo hanno lavorato per vendere al meglio il loro prodotto, al punto che per le TV Premier League, Liga e Bundesliga valgono anche più della serie A. Si sono dati da fare per sviluppare al massimo altre fonti di reddito ed ora sono nelle condizioni di metterci al tappeto. Non solo tecnicamente, come dimostra l’attuale tabellone della Champions e dell’Europa League, ma anche economicamente.

Intanto, mentre come al solito noi ci perdiamo nelle solite interminabili chiacchiere, gli altri paesi che contano fanno i fatti. Prendete la Spagna. Nel breve giro di pochi giorni si godrà il terzo e il quarto confronto diretto tra Barcellona e Real Madrid. Il campionato sembra ormai andato a favore dei catalani. La Coppa del Re l’ha agguantata il Real. Il doppio confronto in Champions adesso sarà decisivo per stabilire il primato stagionale tra le due. Diciamo la verità, mercoledì sera idealmente tutti gli appassionati di calcio europei si trasferiranno in Spagna. A noi piace molto di più il Barcellona, ma Mourinho ha scaltrezza e abilità tattica sufficienti per incartare la gara a Guardiola. Le semifinali di Champions vedono anche un’inglese e una tedesca che daranno vita allo scontro diretto. Il Manchester United è favorito ma occhio allo Schalke che non ha nulla da perdere e potrebbe giocare uno scherzo a Ferguson. Invitiamo i lettori a dare anche un occhiata all’Europa League. Con tre semifinaliste su quattro il Portogallo si sta imponendo come forza emergente del calcio continentale. Naturalmente il grande favorito è il Porto di Vilas Boas, il tecnico conteso dai club più importanti. Sul piano squisitamente tecnico, anche rispetto ad un paese di seconda fascia come il Portogallo attualmente il nostro calcio risulta perdente.

giovedì 21 aprile 2011

INTERVISTA AL PROF. STEFANO RODOTA' SULLA PROPOSTA DI MODIFICA DELL'ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE

INTERVISTA ALL'ON.LE DILIBERTO SULLA PROPOSTA DI MODIFICA DELL'ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE

INTERVISTA ON.LE CERONI (PDL) AUTORE PROPOSTA REVISIONE ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE

INTERVISTA ON.LE CASOLI (PDL) SU PROPOSTA MODIFICA ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE

INTERVISTA A CHANTAL BORGONOVO SULLA MALATTIA DI STEFANO - SECONDA PARTE

mercoledì 20 aprile 2011

MILAN: LO STRAPPO E’ QUASI DECISIVO

Pubblicato il 19 aprile 2011 su TS

Il Milan ha tre quarti di scudetto in tasca. In un turno di campionato ricco di colpi di scena, lo strappo dei rossoneri può essere davvero quello decisivo. I punti di vantaggio sul Napoli adesso sono sei, otto quelli sull’Inter, definitivamente fuori gioco. Contro la Sampdoria i ragazzi di Allegri hanno fatto semplicemente il loro dovere. Avevano di fronte una squadra che in trasferta non segna da un numero infinito di partite e che, dopo la demenziale rivoluzione di inizio anno firmata Garrone, ha iniziato una caduta che a questo punto rischia davvero di finire con una clamorosa quanto meritata retrocessione. Il 3-0 finale è risultato fisiologico. Non è un caso se una delle reti è stata segnata proprio da quel Cassano che, assieme a Pazzini, formava l’attacco stellare della Samp di inizio stagione e che ora fa le fortune dei prossimi campioni d’Italia.

Se il Milan si ritrova ad un passo dal titolo stavolta non è tanto per merito suo, quanto per le debolezze altrui. Il Napoli, infatti, è andato incontro ad un’inattesa quanto pesante sconfitta contro l’Udinese. Il risultato ha davvero sovvertito ogni pronostico. Dopo una serie di stop consecutivi, priva anche di Sanchez e Di Natale, in questo finale di campionato l’Udinese sembrava avviata ad un declino inesorabile. Invece al San Paolo ha rialzato inaspettatamente la testa. Nel primo tempo ha resistito agli attacchi del Napoli, concedendo agli avversari appena due occasioni e creandone una. Nella ripresa ha colpito con due bei gol, soprattutto quello di Inler con uno straordinario tiro da fuori. Il Npoli ha tentato con le forze residue una problematica rimonta. Ha anche colto una traversa con Maggio e fallito un rigore con Cavani ma alla fine non c’è stato niente da fare. Il 2-1 finale dice tante cose. Tanto per cominciare che il Napoli d’ora in poi farà bene a pensare di conservare il secondo posto perché la vetta della classifica, con la squadra in evidente debito d’ossigeno, appare irraggiungibile. Per sua fortuna anche l’Inter è messa male. L’Udinese, da parte sua, se dopo la sconfitta casalinga contro la Roma sembrava dover rinunciare all’obiettivo Champions, adesso invece se la gioca alla grande. Ha appena un punto di ritardo rispetto alla Lazio e a meno quattro dall’Inter. Con i nerazzurri ridotti come sono, sognare anche il terzo posto è ancora possibile.

Dicevamo dell’Inter. Alla lunga sta venendo fuori il valore reale di Leonardo. Arrivato alla corte di Moratti, aveva saputo usare le parole giuste con giocatori e giornalisti. Risultato: una lunga serie di risultati positivi e gli elogi di tutti. Noi, però, abbiamo sempre detto che, fatta salva la stima enorme nei confronti del personaggio, nutrivamo ancora qualche dubbio sulle sue reali capacità di tecnico. I risultati recenti hanno confermato i dubbi. Finita la spinta propulsiva psicologica derivante dal suo arrivo, l’Inter è andata incontro ad una serie di débacle che ha dell’incredibile. Prima il disastro derby, poi quello in Champions contro lo Schalke (bissato nella gara di ritorno), poi il crollo a Parma. In appena quattro gare Leonardo ha detto addio a campionato e Champions. Questo naturalmente non significa che sia colpa sua. Vuol dire solo che l’Inter di quest’anno ha qualcosa che non va, che non è un caso che Benitez non sia riuscito a venirne a capo e che non bastava la forza comunicativa di Leonardo per nascondere i problemi. Alla fine sapete come finirà? Gli unici titoli che l’Inter avrà portato a casa saranno quelli di Benitez. Una bella rivincita per un tecnico dipinto come un incapace da una critica milanese dimentica del fatto che lo specialista spagnolo in carriera ha vinto la Champions senza allenare il miglior Liverpool della storia e la Liga in Spagna col Valencia, mica col Barcellona o col Real Madrid. Insomma se uno come lui ha fallito devono esserci ragioni molto serie. Ora l’Inter deve stare attenta. Lazio e Udinese sono in forma e agguerrite. Basta qualche altra distrazione per dimenticarsi anche il terzo posto.

La Lazio. Diciamo dall’inizio della stagione che quella di Reja è davvero una buona squadra e che se ha un limite, quello è la personalità. A Catania ha dimostrato di averne. Servirà una conferma a S.Siro contro l’Inter. Comunque sia, anche in caso di sconfitta resta la nostra favorita per il quarto posto. I successi della Lazio non fanno altro che ingigantire quelli della Roma. Dopo l’impresa di Udine, erano passate poche ore dall’annuncio del cambio di proprietà dai Sensi a DiBenedetto quando la squadra è naufragata all’Olimpico contro un Palermo non troppo motivato. La prova di alcuni singoli come Vucinic e Menez è stata irritante. Il quarto posto è sfumato definitivamente e i nuovi proprietari faranno bene a riflettere attentamente sui giocatori degni di restare e quelli che invece è meglio che cambino aria e vadano a dimostrare altrove di essere fenomeni. Sempre che ci riescano.

mercoledì 13 aprile 2011

NICOLA ZINGARETTI INTERVENUTO DURANTE ROMA ANCH'IO

SPECIALE ROMA ANCH'IO con DIRETTA DA AUSCHWITZ 3

SPECIALE ROMA ANCH'IO con DIRETTA DA AUSCHWITZ 2

SPECIALE ROMA ANCH'IO con DIRETTA DA AUSCHWITZ

A TUTTO CAMPO: DIECI MINUTI DI BUON UMORE

CAMPIONATO APERTO SU TUTTI I FRONTI

Pubblicato su TS il 12 aprile 2011


Molti sostengono che il livello del nostro campionato nella stagione in corso non sia elevato. Noi siamo tra questi. Di partite veramente belle se ne sono viste poche e le squadre favorite per la vittoria finale hanno balbettato a lungo, consentendo anche a club di seconda fascia di accarezzare il sogno scudetto o comunque di stazionare nelle parti che contano della classifica. In compenso, occorre riconoscere che tanto per la lotta per il titolo, quanto per la lotta per la Champions, quanto ancora per la lotta per non retrocedere i giochi non sono ancora fatti e la competizione è serrata e interessante.
Nella zona alta della graduatoria nello scorso week-end hanno vinto tutte. Ciò naturalmente va a vantaggio del Milan che ha potuto conservare il suo vantaggio, mettendosi alle spalle un’altra giornata. Delle vittorie di Milan, Napoli e Inter la più significativa è stata proprio quella dei rossoneri. Di questi tempi vincere a Firenze non è facile per nessuno. La squadra di Mihajlovic al Franchi era reduce da una lunga serie positiva e attraversava un ottimo momento di forma. Nonostante questo, gli uomini di Allegri nel primo tempo l’hanno messa letteralmente sotto. Merito soprattutto di due giocatori dalla differente carta d’identità ma caratterizzati dal possedere le stimmate del fuoriclasse: Seedorf e Pato. Non a caso sono stati proprio loro a realizzare le due reti, ben coadiuvati da un volitivo Ibrahimovic. Nella ripresa s’è registrato il ritorno della Fiorentina che ha accorciato le distanze, ha sfiorato il pareggio, ma soprattutto ha dato alla gara quei contenuti agonistici e nervosi di cui ha fatto ancora una volta le spese proprio Ibrahimovic che si è procurato un’altra stupida espulsione. Alla fine, però, il Milan ha portato a casa i tre preziosissimi punti. Ha vinto anche il Napoli che, come prevedevamo alla vigilia, non ha avuto particolari problemi a Bologna contro una squadra ormai tranquilla che, in una stagione caratterizzata da una grande instabilità societaria, non ha da chiedere troppo di più a questo campionato. Successo anche per l’Inter che, nonostante fosse ancora stordita dal doppio pesante ko nel derby e in Champions, non poteva non fare bottino pieno contro un Chievo altrettanto tranquillo. In testa, perciò, resta tutto immutato col Milan che conserva tre lunghezze di vantaggio sul Napoli e cinque sull’Inter. I rossoneri, tra l’altro, sabato avranno la possibilità di allungare perché ospitano una Sampdoria in disarmo. Insidioso, invece, l’impegno casalingo del Napoli contro l’Udinese, mentre corre qualche rischio l’Inter a Parma.
Più passano le giornate e più diventa interessante anche la lotta per il quarto posto. Al momento, calendario alla mano la favorita è la Lazio. I ragazzi di Reja hanno regolato senza troppe difficoltà il Parma all’Olimpico e domenica vanno a fare visita ad un Catania che ancora cerca punti salvezza ma che non è certo con l’acqua alla gola e potrebbe anche accontentarsi di un pareggio. Diverso il discorso per Udinese e Roma. Dopo lo scontro diretto al cardiopalma di sabato scorso, si sono ridimensionate le possibilità dei friulani. Gli uomini di Guidolin, infatti, sono attesi da un calendario molto duro e sono già alla seconda sconfitta consecutiva. Al momento, salvo una repentina inversione di tendenza, appaiono un po’ in difficoltà. Delle tre pretendenti, quella ad avere il cammino più agevole è la Roma ma a sei giornate dalla fine quattro punti da recuperare non sono pochi. Certo, la buona prestazione di Udine e lo stato di forma spettacolare di Francesco Totti, che viaggia a vele spiegate verso il superamento del record di gol messi a segno in serie A da Roberto Baggio (205), rappresentano una marcia in più. Solo che i giallorossi non possono sbagliare niente e devono sperare che la Lazio vada incontro a qualche amnesia, soprattutto nelle tre gare più dure che l’attendono contro Udinese, Inter e Napoli. Resta alla finestra la Juventus che, dopo aver superato a fatica il Genoa, aspira a fare il quarto incomodo. Certo domenica andrà a Firenze e non sarà certo facile prendersi i tre punti. Quanto alla Roma, non dovrebbe avere problemi in casa contro il Palermo, anche se i giallorossi danno il peggio di se proprio quando hanno il favore del pronostico dalla loro parte.
In tutto questo, anche la lotta per evitare la serie B resta assai interessante. Considerando spacciato il Bari, troviamo racchiuse sette squadre in sei punti. Può succedere davvero di tutto. Considerando gli impegni della Samp a S.Siro, del Parma contro l’Inter e del Brescia a Genova, il Cesena domenica si gioca una chance eccezionale. Ospita in casa il Bari e con tre punti potrebbe fare un incredibile balzo in avanti. Quelle che sembra possano rischiare meno sono Chievo e Catania, mentre merita un discorso a parte la Sampdoria. Aveva iniziato la stagione con Pazzini e Cassano, la coppia d’attacco della Nazionale. Dopo la svendita generale di gennaio, il presidente Garrone si ritrova con una squadra demotivata, moralmente a pezzi e in caduta libera. Nello scorso agosto i blucerchiati si giocavano i play-off di Champions League. Non sono abituati all’idea di lottare per non retrocedere. La storia insegna che questa condizione alla fine può rivelarsi fatale.

giovedì 7 aprile 2011

L'INCOMODO. INTERVISTA A VITTORIO SGARBI

NAPOLI TIENE APERTA LA LOTTA SCUDETTO

Pubblicato su TS il 5 marzo 2011


L’ultima giornata di campionato è stata tra le più interessanti della stagione. Forse non abbiamo assistito a svolte decisive, ma sono arrivate indicazioni molto interessanti. Prime fra tutte, naturalmente, quelle relative alla lotta per lo scudetto. Sabato sera a S.Siro abbiamo assistito ad un gran bel derby milanese che ha sovvertito i pronostici della vigilia. Ci si aspettava il sorpasso dell’Inter, invece è arrivata la risposta sontuosa del Milan. La gara ha dato ragione a quelli che sostengono che i rossoneri si esprimano meglio quando manca Ibrahimovic. Probabilmente è un’esagerazione. Però è vero che in assenza del bomber la manovra d’attacco appare più briosa, veloce, accattivante. D’altra parte, l’altra sera abbiamo ammirato un Seedorf che, a dispetto dell’età che avanza, rimane un fuoriclasse di assoluto livello internazionale. Lo stesso Robinho si è espresso a livelli molto alti. Per non parlare di Pato. Questo è un giocatore che qualcuno in tempi recenti ha avuto il coraggio di mettere in discussione. Pur essendo giovanissimo ed avendo ulteriori margini di miglioramento, in carriera ha segnato in media più di Ibrahimovic. Era giusto che a timbrare il tabellino del match fosse soprattutto lui. Riteniamo che queste sue prestazioni, accompagnate dal nuovo status di fidanzato della figlia del re, indurranno la critica a seppellire le perplessità sul suo conto. Un plauso particolare va ad Allegri che ha stravinto il confronto rispetto al collega Leonardo. Il Milan ha avuto un approccio eccellente al match, ha divorato l’erba del campo con foga e convinzione annichilendo l’Inter. I nerazzurri, da parte loro, anche se hanno avuto una clamorosa occasione sullo 0-1 fallita da Eto’o, a nostro avviso non sono mai stati in partita. Non hanno mai dato la sensazione di poter vincere. Hanno lasciato da soli lì davanti il camerunense e Pazzini, privandoli di rifornimenti decenti. Insomma un disastro. Naturalmente è giusto che sul banco degli imputati finisca Leonardo. Il tecnico è amato e stimato un po’ da tutti, ma è giusto che si assuma le responsabilità quando le cose vanno male. Adesso l’Inter ha un ritardo di cinque punti. Mancano sette partite e sarà molto difficile recupere. Anche perché, a differenza del Milan, dovranno dedicare tesori di energie fisiche e mentali alla Champions. Naturale che in questa situazione il Milan si freghi le mani.

Se la capolista ancora non può mettere in fresco lo champagne per festeggiare è solo perché il Napoli è rimasto in scia. La gara andata in scena al San Paolo domenica ha avuto dell’incredibile. Una bella Lazio ha messo in grave difficoltà i partenopei portandosi prima sul 2-0 e poi, dopo il primo pareggio napoletano, sul 3-2. I romani hanno recriminato pure per un gol buono che ha varcato la linea di porta senza che la miope terna arbitrale se ne sia accorta. Il Napoli, però, non si è arreso mai. Grazie soprattutto ad un secondo tempo di grande volontà è riuscito a ribaltare completamente il risultato, grazie anche al solito fantastico Cavani. Ora i ragazzi di Mazzarri hanno un grande vantaggio. Sono un’autentica out-sider e nessuno pretende da loro la vittoria dello scudetto. Potranno giocare, quindi, con animo sereno provando a realizzare un’impresa che avrebbe dell’incredibile. D’altra parte, male che vada arriveranno terzi, un risultato comunque sensazionale. Il calendario del prossimo turno non è nemmeno così sfavorevole. Affronteranno a Bologna una squadra che non ha grandi ambasce. Decisamente più difficile la trasferta del Milan a Firenze. L’Inter, invece, potrebbe recuperare terreno affrontando in casa il Chievo.

Molto interessante resta anche la lotta per il quarto posto. Le principali contendenti hanno perso tutte. A parte la Lazio, ha fatto flop l’Udinese a Lecce. Per la Roma si presentava un’occasione irripetibile ma, ancora una volta, i giallorossi hanno buttato al vento un’occasione. Dopo un ottimo primo tempo, ricco di occasioni negate dai miracoli di Storari, nella ripresa si sono squagliati al cospetto di una buona Juventus. E’ stata la prima sconfitta della gestione Montella. E’ mancata anche un po’ di fortuna, anche se il crollo di ritmo registrato nel secondo tempo ha fatto impressione. La notizia non ha fatto piacere al prossimo proprietario del club, DiBenedetto, che in caso di mancata qualificazione in Champions dovrà mettere mano al portafoglio e scovare un’altra ventina di milioni di euro per i progetti futuri. Ora diventa decisiva la trasferta di Udine. Se non arriverà una vittoria, le speranze si ridurranno al lumicino. Guarderà con grande attenzione a questo confronto diretto la Lazio che, dovendo ospitare il Parma, può sperare di agganciare o addirittura scavalcare i friulani. In questo senso, il prossimo turno potrebbe essere decisivo, quindi molto interessante. Un ultima nota la merita Maurizio Zamparini. Dopo poche settimane ha già deciso di licenziare Cosmi. Ha richiamato Delio Rossi. Che senso abbia questo movimento di allenatori per la salute del Palermo lo sa solo lui.