lunedì 26 dicembre 2011

ANTONIO FELICI SUL TG DELLA TV SVIZZERA

Il 21 dicembre sull'edizione delle 20 della TV Svizzera è andato in onda un servizio con una mia intervista sull'ultimo scandalo calcioscommesse.

http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/telegiornale?po=845259ed-bbaa-49e4-8fa9-1f0916b187bd&pos=0841cce0-c953-4a3e-be1d-ccb6721f0da6&date=21.12.2011&stream=low#tabEdition

ARRESTO CRISTIANO DONI: UN MIO BREVE ARTICOLO SU FRANCE FOOTBALL

SERIE A: RECORD DI PANCHINE SALTATE. IL MIO SPECIALE CHE APRE GLI ESTERI DI FRANCE FOOTBALL


mercoledì 21 dicembre 2011

SERVIZIO DEL TG DELLA TV SVIZZERA CON INTERVISTA AD ANTONIO FELICI SULL'ULTIMO SCANDALO SCOMMESSE

http://la1.rsi.ch/home/networks/la1/telegiornale?po=845259ed-bbaa-49e4-8fa9-1f0916b187bd&pos=0841cce0-c953-4a3e-be1d-ccb6721f0da6&date=21.12.2011&stream=low#tabEdition

RECENSIONE DI GAZZETTA.IT DE "LE PAGINE NERE DEL CALCIO"

LE PAGINE NERE DEL CALCIO — La saga è stata inaugurata dalle confessioni di Carlo Petrini (da Nel fango del Dio pallone in poi) e il lavoro di Antonio Felici si incastra perfettamente nel solco di questa tradizione. Perché non sono autori e giornalisti coraggiosi a fare del male al calcio. Anzi, le loro inchieste-verità possono accendere la luce e riconsegnare dignità a un pallone che molto spesso si sgonfia da solo. Il ricordo di Calciopoli è ancora vivo, e i processi sull'ultimo scandalo del calcioscommesse (quello dell'arresto di Signori) sono tutti da raccontare. Eppure questo libro, nella sua crudeltà e verità, fa bene. Perché il sistema-calcio non è tutto rose e fiori. Tutt'altro, ci sono 85 anni di imbrogli ripercorsi con cura e attenzione alle fonti in questo volume, uno di quelli che è meglio conservare. Un libro che buca il muro di una omertà endogena al calcio. Quell'omertà che, per riprendere le parole del magistrato Raffaele Guariniello, "abbiamo sconfitto nella Mafia, ma non ancora nel calcio". Un libro per chi vuole andare in fondo alle cose.

Le pagine nere del calcio, tutti gli scandali minuto per minuto, di Antonio Felici, 320 pagine, 16 euro, Iacobelli.

sabato 17 dicembre 2011

LA PRESENTAZIONE DE "LE PAGINE NERE DEL CALCIO" AL FUTBOL CLUB

Alcune immagini tratte dalla presentazione de "Le pagine nere del calcio" tenutasi al Futbol Club lo scorso 22 novembre.






mercoledì 14 dicembre 2011

RADIO CITTA' FUTURA: DOMANI ALLE 15 ANTONIO FELICI IN STUDIO PER PRESENTARE "LE PAGINE NERE DEL CALCIO"

Domani, 15 dicembre dalle ore 15, Antonio Felici sarà ospite di Radio Città Futura per presentare il suo ultimo libro "Le pagine nere del calcio. Tutti gli scandali minuto per minuto".

Super 3: "Le pagine nere del calcio" a Roma club

Venerdì scorso, nella trasmissione Roma Club in onda su Super 3 dalle ore 21,30, Antonio Felici ha presentato il suo ultimo libro "Le pagine nere del calcio". Presto nello stesso programma ci sarà occasione di riparlare degli stessi argomenti.

Il Napoli tiene in alto le sorti del calcio italiano

Pubblicato su Betpress del 13 dicembre 2011

La scorsa settimana, in un articolo dedicato alla Champions League, questo giornale titolava che tutta l’Italia faceva il tifo per il Napoli. In effetti era così. Questo perché la formazione di Mazzarri è un’ottima squadra ma soprattutto perché un successo dei partenopei avrebbe dato nuovo slancio al nostro calcio in Europa. E’ accaduto proprio ciò che auspicavamo. Contando anche Milan e Inter, la cui qualificazione era già matematica, col Napoli portiamo tre squadre agli ottavi di finale. Nessuno è riuscito a fare altrettanto. Ci si aspettava molto di più da Inghilterra e Spagna. Tuttavia, gli inglesi hanno perso clamorosamente in un solo colpo emtrambe le corazzate di Manchester e le spagnole, a parte Real Madrid e Barellona, sono evaporate. A ben guardare, quest’anno si è assistito ad una forte redistribuzione delle forze con paesi come Francia e Russia che sono riusciti a portare due formazioni, circostanza assai difficile da ipotizzare alla vigilia. In particolare è stata avventurosa la qualificazione delle due francesi. Il Marsiglia c’è riuscito rimontando a Dortmund da 0-2 a 3-2 nei minuti finali. Il Lione al termine di un’incredibile goleada a Zagabria che ha suscitato parecchi legittimi sospetti. Per quanto riguarda le russe, meritata la qualificazione dello Zenit, mentre il CSKA ce l’ha fatta anche grazie ad un po’ di fortuna. L’evento più clamoroso, comunque, resta la qualificazione, come prima, dell’APOPEL.
Tornando alle nostre cose, va detto che portare tre formazioni agli ottavi non è che sia di per sé un risultato eccezionale, dal momento che dalla stagione 2004-05 qualifichiamo a questo turno esattamente lo stesso numero di squadre. Sono le altre ad aver fallito nella stagione in corso. Non solo. Sulla posizione italiana pesa sempre lo scarso rendimento delle nostre rappresentanti in Europa League che, lo ricordiamo, concorre esattamente come la competizione principale alla formulazione del ranking UEFA. Va ricordato, ad esempio, che nonostante l’impresa del Napoli, nella graduatoria stagionale siamo solo quinti dietro le grandi d’Europa e persino il Portogallo. In altre parole, anche se una nostra squadra dovesse vincere la Champions difficilmente faremo meglio del quarto posto. Al nostro calcio, insomma, serve un nuovo approccio in Europa League.

ANCHE PER IL REAL MADRID BARCA DI UN ALTRO PIANETA

Pubblicato su TS il 13 dicembre 2011


Il match-clou di serie A Roma-Juventus spostato a ieri sera e il clasico Real Madrid-Barcellona hanno indotto molti appassionati, anche italiani, a concentrare l’attenzione del week-end sugli altri campionati. Naturalmente tutti i riflettori erano puntati sul Bernabeu dove andava in scena l’eterna sfida della Liga e del calcio europeo. In questa stagione, l’abbiamo rimarcato in più di una occasione, il Real Madrid in campionato sembra avere più fame del Barcellona. Del resto i catalani sono reduci da un’interminabile serie di trofei vinti e non è per niente facile tenere sempre alte le motivazioni. Oltre tutto, adesso i blau-grana devono concentrarsi sull’impegno nel Mondiale per club, in occasione del quale tutti si aspettano l’ennesima vittoria della truppa di Guardiola. Non a caso, il Barcellona nella Liga, a parte la sconfitta subita, ha pareggiato diverse partite in cui la squadra è apparsa con la testa altrove. Per tutti questi motivi il clasico era ancora più atteso del solito. Molti si aspettavano finalmente un successo del Real. Invece è andata a finire come al solito. Di più. Il Barcellona è riuscito a vincere persino con partenza ad handicap. Una respinta dissennata di Valdes dopo pochi secondi dall’inizio, infatti, ha propiziato il vantaggio di Benzema. E’ sembrato un modo per dire: “ecco vi facciamo partire con un gol di vantaggio e vediamo se, almeno così, riuscite a vincere”. Macché. Subito lo svantaggio, Guardiola ha chiamato i suoi a tessere la solita rete sublime fatta di possesso di palla, circolazione della sfera, triangolazioni ed improvvise verticalizzazioni. Così grazie ad una grande accelerazione di Messi è arrivato il pareggio di Sanchez. Quindi, nella ripresa, un tiro beffardo di Xavi stava per insaccarsi alla destra di Casillas, prima di essere deviato da Marcelo per infilarsi dalla parte diametralmente opposta. Infine, è stato Fabregas a siglare il 3-1 dopo un servizio al bacio di Alves. In mezzo pochissimo Real Madrid, con un Cristiano Ronaldo in ombra e colpevole di aver fallito una buona occasione di testa. Alla fine lo spettatore neutrale ha potuto godersi il solito grande spettacolo ed è arrivato ad una conclusione: anche per una squadra fortissima come il Real Madrid – che a nostro avviso quest’anno almeno un trofeo importante lo porterà a casa – il Barcellona rimane una squadra di un altro pianeta.

Un altro campionato che quest’anno ha assunto un interesse supplementare per noi italiani è quello francese. Naturalmente il motivo è il nuovo Paris SG nel quale sono approdati Leonardo come dirigente, nonché Pastore e Menez come calciatori. Tra le altre cose, i parigini potrebbero diventare la destinazione di qualche altro calciatore della serie A, come ad esempio Borriello. Nell’ultima giornata la formazione attualmente diretta da Antoine Kombuaré – ma alle sue spalle c’è sempre l’ombra di Carlo Ancelotti – ha vinto una gara importante a Sochaux grazie ad un gol di Gameiro, originato da una bella discesa proprio di Pastore che era reduce da una serie di prove incolori. Va molto meglio a Menez che nella capitale francese (la sua città) sembra aver trovato una giusta dimensione. Continua a non segnare moltissime reti ma si sta segnalando sempre più come uomo-assist. Grazie a questa vittoria, il Paris SG è riuscito ad agganciare la vetta. Ha approfittato della sconfitta del Montpellier sul campo del Valenciennes. Le due squadre ora viaggiano appaiate. Alle loro spalle a soli due punti di distanza il Lille che, uscito dalla Champions League, adesso deve concentrarsi sul campionato. Nell’occasione s’è rilanciato grazie al franco successo sul Digione per 2-0. Nel giro scudetto resiste anche il Lione, a quattro punti dalla vetta. Nel week-end ha piazzato un colpo vincente a Lorient. Un’occhiata va data anche al Marsiglia di Didier Deschamps. La vicenda stagionale dei marsigliesi è molto simile a quella del Napoli. Non a caso le due città vengono spesso accostate. Deschamps sin dall’inizio ha preferito concentrarsi sulla Champions League e il rendimento in campionato ne ha risentito in maniera pesante. Attualmente il Marsiglia è solo ottavo ad undici punti dalla vetta. In compenso, è riuscita a centrare, sia pure in maniera avventurosa, una qualificazione agli ottavi della coppa più importante. Adesso si potrà concentrare sul difficile recupero in campionato. Ma anche entrare in zona Champions sarà piuttosto complicato.

Concludiamo con un pensiero per Luciano Spalletti. Nel campionato russo il suo Zenit è andato alla lunga pausa invernale con un cospicuo vantaggio sul CSKA che, con ogni probabilità, gli consentirà di bissare il successo della passata stagione. Non solo. Pareggiando ad Oporto ha anche centrato una storica qualificazione agli ottavi di Champions, cosa mai verificatasi nella storia del club pietroburghese. E’ assai probabile che, il prossimo giugno, il tecnico di Certaldo possa lasciare la Russia pieno di titoli, gloria e quattrini. Ci piacerebbe davvero molto rivederlo qui in Italia.

EURO 2012: GIRONE DIFFICILE MA ESALTANTE PER L’ITALIA

Pubblicato su TS il 6 dicembre 2011



Con i sorteggi svoltisi nella cerimonia di Kiev, Euro 2012 entra nella fase più calda, quella che porta direttamente all’inaugurazione della kermesse continentale. In questo momento è opportuna una breve riflessione su quella che sarà la composizione dei gironi. All’Italia non è che sia andata benissimo. Spagna, EIRE e Croazia rappresentano tre avversari nel complesso molto temibili. Probabilmente il nostro è anche il girone più interessante. Della Spagna sappiamo tutto. Definiti da sempre le “furie rosse”, per decenni gli spagnoli a livello di nazionale hanno vinto poco o nulla. Poi finalmente è arrivata questa generazione di giocatori fenomenali che hanno dato vita al Barcellona di Guardiola e hanno contribuito in maniera determinante alla resurrezione della Spagna capace di vincere, di seguito, un Europeo e un Mondiale. Difficile non considerare questa squadra la favorita numero uno, anche se nel calcio conta molto la cosiddetta “fame”. In questo senso potrebbero esserci nazionali ancora più motivate. A parte questo, uno dei motivi che possono indurre Prandelli e i suoi all’ottimismo sta il fatto che la nostra squadra tradizionalmente fa soffrire gli spagnoli. Insomma, per loro affrontarci non sarà facile. Certamente l’Italia è superiore a EIRE e Croazia ma, per motivi diversi, questi sono avversari ma tenere nella massima considerazione. Soprattutto gli irlandesi. Giovanni Trapattoni, già CT azzurro, conosce la nostra nazionale a menadito e sa come affrontarla per metterla in difficoltà. I verdi, inoltre, vivono questa partecipazione all’Europeo già come una grande soddisfazione e non avranno granché da perdere. Giocheranno senza blocchi mentali e comunque vada a finire festeggeranno. Per questo saranno ancora più pericolosi. Quanto alla Croazia, sarà la solita nazionale balcanica ricca di qualità tecnica. In passato forse è stata più forte rispetto ad oggi ma è sempre una squadra in grado di mettere in difficoltà chiunque. Detto questo, è abbastanza logico considerare Spagna e Italia nettamente favorite per i primi due posti, quelli utili per proseguire il cammino.

Il girone A è probabilmente quello meno affascinante, il più modesto sul piano tecnico. Al suo interno troviamo la Polonia, uno dei due paesi organizzatori. Ci sono state epoche in cui quella polacca è stata una nazionale di tutto rispetto. Ci riferiamo, evidentemente, a quelle del 1974 e nel 1982, capeggiate rispettivamente da Lato e Boniek, che ben figurarono ai Mondiali. Quella attuale è una squadra molto lontana sul piano della qualità. Tuttavia, come sempre accade quando si organizza il torneo, hanno imbastito una formazione sufficientemente competitiva che può immaginare il passaggio del primo turno. L’impresa non è impossibile. Le altre avversarie, infatti, sono tutte più o meno allo stesso livello. La Russia di Advocaat probabilmente è quella che si fa preferire, anche se, a parte Dzagoev, da qualche anno i russi non producono nuovi significativi talenti e restano ancora aggrappati ai soliti Zhirkov, Arshavin, Pogrebnjak e Kerzhakov. Inoltre, come sempre accade è del tutto imprevedibile la risposta dei giocatori russi. Potrebbero deludere tanto quanto sorprendere come fecero sotto la guida di Hiddink nella passata edizione. La Repubblica Ceca è meno competitiva rispetto al recente passato. Lo stesso si può dire della Grecia che è assai meno temibile della rocciosa formazione che si aggiudicò una mitica edizione dell’Europeo. Nel complesso si può ipotizzare un passaggio del turno da parte di Polonia e Russia.

Il girone B è quello più interessante assieme al nostro. La favorita numero uno naturalmente è la Germania. Le nuovi generazioni formate dai figli di immigrati hanno dato nuova linfa a questa nazionale che già ai Mondiali ha ben impressionato. La squadra è fresca, gioca bene, si diverte. Assieme alla Spagna è la candidata alla vittoria finale. Il secondo posto nel girone se lo giocheranno Portogallo e Olanda. I lusitani bisognerà vedere quanto dipenderanno dall’estro del formidabile Cristiano Ronaldo. L’Olanda è chiamata a ripetere l’eccellente performance in Sudafrica. Al momento il pronostico è pressoché impossibile. Quanto alla Danimarca, sembra essere destinata al ruolo di comparsa. Il girone D, infine, sembrerebbe appannaggio di Inghilterra e Francia. La nazionale di Capello è chiamata ad un acuto dopo tante speranze disattese. Quella di Blanc è in fase di ricostruzione e l’Europeo rappresenta un primo probante banco di prova. Un ruolo importante lo giocherà anche l’Ucraina, altro paese organizzatore. Tuttavia, la formazione ex sovietica è sensibilmente inferiore rispetto a quella, guidata da Blokhin, eliminata dall’Italia in Germania nel 2006. Proverà a non sfigurare ma passare il turno sarà molto difficile. Quanto alla Svezia di Ibrahimovic, partirà a fari spenti nella speranza di rappresentare una degna sorpresa.

sabato 10 dicembre 2011

Ancora in alto mare il progetto di Luis Enrique

Pubblicato su Betpress il 6 dicembre 2011



Il campionato si serie A ha ormai conclamato la crisi delle due squadre che hanno dominato negli ultimi anni: Roma e Inter. Dei nerazzurri abbiamo detto in altre occasioni. Oggi vale la pena di soffermarsi sulla Roma. Passata di mano la proprietà, arrivata una nuova dirigenza fatta di uomini esperti e capaci come Franco Baldini e Walter Sabatini, la società capitolina ha puntato su un tecnico che rappresentava una vera scommessa: Luis Enrique. Un azzardo, considerando la totale mancanza di esperienza del tecnico asturiano, alla sua prima stagione su una panchina vera. A quanto pare, di questo giovane spagnolo era piaciuta la visione del calcio, l’idea di arrivare al risultato attraverso il gioco, la cultura sportiva, l’essere hombre vertical. Dopo dodici partite, questo affascinante progetto - che in un primo momento era stato accompagnato dall’entusiasmo e dalla pazienza dei media e dei tifosi - appare ancora in alto mare. Del resto, i numeri citati nel puntuale articolo riportato qui di spalla parlano chiaro. La Roma ha perso quasi la metà delle gare disputate, senza contare il fallimento di fine estate in Europa League. Non solo. La squadra, pur tenendo a lungo la palla e costruendo a tratti una manovra avvolgente, tira in porta molto poco, spesso dà l’impressione di non poter arrivare mai al gol. Per contro, al primo affondo avversario, in un modo o nell’altro subisce gol. A questo va aggiunta la gestione dello spogliatoio che pure non è apparsa impeccabile. Ad inizio stagione si sono verificati i problemi con Totti e Borriello, poi superati recuperando alla causa il capitano ed emarginando definitivamente l’attaccante napoletano. Poi le continue variazioni di formazione che hanno messo in confusione più di un giocatore. Infine la gestione dell’episodio Osvaldo-Lamela con il primo escluso contro la Fiorentina per motivi disciplinari. In questa drammatica situazione la Roma lunedì prossimo affronterà la Juventus: un impegno che, a questo punto, fa tremare i polsi.
Mentre la Roma soffre, godono la stessa Juventus, il Milan e l’Udinese che continuano la marcia in vetta. Da sottolineare l’impresa dei friulani a S.Siro contro l’Inter. Avanza anche la Lazio che ha sfruttato l’impegno casalingo. Il che aggrava le sofferenze romaniste.

giovedì 8 dicembre 2011

Scandalo Champions, esclusivo Felici di France Football: "Normale pensar male" Il corrispondente della nota rivista sportiva francese intervistato in

Pubblicato su www.calciomercato.it l'8 dicembre 2011

Il corrispondente della nota rivista sportiva francese intervistato in esclusiva dai microfoni di Calciomercato.it


Federico Scarponi
SCANDALO CHAMPIONS ESCLUSIVO FELICI FRANCE FOOTBALL / ROMA - Sospetti di combine. Dopo quanto visto ieri sera in Champions League, sembra lecito porsi il dubbio che qualcosa di strano si sia verificato sull'asse Amsterdam-Zagabria. Reti inspiegabilmente annullate all'Ajax contro il Real Madrid; goleada del Lione in casa della Dinamo - con tanto di 'occhiolino' di intesa tra Vida e Gomis - dopo un primo tempo terminato sull'1-1. Circostanze che hanno portato i francesi agli ottavi a scapito proprio dei 'Lancieri', grazie ad una migliore differenza reti.
E come se non bastasse, oggi l'esonero del tecnico della formazione croata Juric e la decisione dell'Uefa di non aprire alcuna inchiesta. Un caos che rischia di minare la credibilità della massima competizione per club del Vecchio Continente.

Per analizzare la situazione, Calciomercato.it si è affidata ad Antonio Felici, corrispondente italiano del periodico transalpino 'France Football' nonché vicedirettore di 'Betpress.it' (settimanale telematico dedicato al mondo delle scommesse edito da Eurobet) ed autore del libro 'Le pagine nere del Calcio, tutti gli scandali minuto per minuto'.

"Quanto successo ieri sera non può che lasciarci sorpresi, si ha la sensazione che sia avvenuto qualcosa di poco chiaro - ha esordito ai microfoni di Calciomercato.it, Antonio Felici -. Real Madrid e Dinamo Zagabria pur non essendo interessate al risultato delle rispettive gare, si sono comportate in modo chiaramente diverso: gli spagnoli hanno giocato sul serio mentre i croati sono sembrati piuttosto 'morbidi', al punto di incassare ben 6 reti dal Lione in 45' minuti. Cosa che stupisce ancor di più alla luce di una prima frazione terminata sul punteggio di 1-1. Credo che sia normale che si facciano cattivi pensieri. Ma comunque rimaniamo soltanto nel campo delle illazioni, non essendoci prove concrete che qualcosa di illecito ci sia realmente stato.
Ciò che francamente non capisco è la decisione dell'Uefa di non voler condurre alcuna indagine al riguardo, chiudendo con rapidità e decisione la vicenda. Penso che si sarebbe dovuto valutare il tutto con la dovuta calma perché in meno di 24 ore non vedo come lo si possa fare. Oltretutto non capisco perché tanta fretta, quando proprio Platini, del quale ho sempre sostenuto e apprezzato la politca, si è più volte soffermato sull'importanza di temi quali il Fair Play finanziario e l'attenzione alla regolarità delle partite, per la quale è stata istituita perfino una task force dedicata".

Alla decisione dell'Uefa ha fatto eco, un comunicato emesso dall'Arjel (Autorità regolamento giochi on line), che ha sottolineato di non aver ravvisato particolari irregolarità: "Devo dire che nemmeno noi con Betpress abbiamo riscontrato flussi irregolari di scommesse - ha sottolineato Felici -. Ma per voler rimanere sempre nel campo delle supposizioni, questo non può escludere che le due società si siano accordate tra loro senza che ci fossero in ballo discorsi di più ampio raggio e natura strettamente economica".

mercoledì 7 dicembre 2011

LUIS ENRIQUE NON E’ ADATTO A GUIDARE LA ROMA

Dopo il disastro di Firenze e in vista del terribile impegno di lunedì sera contro la Juventus, è arrivato il momento di porsi una domanda: Luis Enrique è idoneo alla guida del nuovo progetto della Roma? Ad oggi la mia risposta, franca e secca, è no. Intendiamoci, nel fare questa valutazione non sollecito le dimissioni del tecnico o il suo esonero. Al momento non si vedono in giro valide alternative. Oltre tutto, l’arrivo di un nuovo allenatore rischierebbe di veder naufragare l’intero progetto giallorosso. La valutazione del lavoro del tecnico serve soltanto a capire se, fatta salva la validità dei programmi elaborati dalla proprietà americana e dalla dirigenza, Luis Enrique possa essere considerato ancora l’uomo giusto per metterli in pratica.
Le critiche che si possono rivolgere a Luis Enrique sono molte. Per riassumere, esse fanno riferimento alla gestione tecnica e quella disciplinare della squadra. Sul piano tecnico in linea teorica nessuno contesta all’allenatore la bontà dell’idea di costruire la manovra attraverso il possesso palla. Il fatto è che il più delle volte il tutto si è tradotto in una sterile supremazia territoriale che non produce un sufficiente numero di conclusioni in porta, in certi casi addirittura nessuna. Poiché lo scopo del gioco del calcio è segnare delle reti e la condizione per riuscirci è creare occasioni da gol, con Luis Enrique non ci siamo proprio. Vincere le partite senza mai tirare in porta non è un evento contemplato dalla prassi del gioco del calcio. A questo va aggiunta l’incomprensibile rotazione dei giocatori che ha portato a due risultati negativi: mai due volte la stessa formazione e calciatori in più di un’occasione completamente fuori ruolo. Ora, io sono stato tra i primi a sostenere con convinzione che al tecnico andava concesso tempo. Oggi però siamo arrivati quasi a Natale, tra qualche gara sarà finito il girone d’andata, e a quest’ora era lecito attendersi una squadra con una fisionomia chiara e dotata di una precisa identità. In questo senso, siamo in alto mare. Inoltre, gran parte degli osservatori avevano giudicato la rosa della Roma perfettamente in grado di lottare per il terzo posto, obiettivo al momento a dir poco utopistico.
Poi c’è il problema della gestione del gruppo. Enrique ha cominciato a fine agosto lasciando fuori Totti e Borriello. Solo dopo l’intervento della società e molta diplomazia il capitano è stato recuperato alla causa, mentre l’attaccante è stato abbandonato al suo destino tra panchina e tribuna. Poi siamo venuti a conoscenza di certe piccate reazioni del tecnico a precise critiche provenienti dallo spogliatoio che hanno portato, come nel caso di Heinze, ad esclusioni punitive. Quindi il caso Osvaldo-Lamela. Osvaldo andava certamente punito per il colpo inferto a Lamela dopo la gara con l’Udinese. Essendo stato l’episodio prontamente ricomposto, sarebbe stata più che sufficiente una pesante multa. Invece il giocatore è stato “squalificato” per la gara di Firenze, arrecando un danno alla squadra che nell’occasione avrebbe avuto un maledetto bisogno di un giocatore come lui. Come diretta conseguenza, di fronte ad una situazione di campo di difficoltà, la squadra – che pure aveva chiesto in tutti i modi all’allenatore di convocare Osvaldo – ha perso la testa finendo la partita addirittura in otto. Il folle gesto di Bojan, in questo senso, la dice lunga. Una squadra di calcio non è un collegio. Non si va per studiare e subire una rigida educazione. Si va per praticare uno sport, scendere in campo e possibilmente vincere. Naturalmente rispettando compagni ed avversari. Chi sbaglia deve pagare, ma la punizione non può andare oltre la sua funzione primaria. Il fine ultimo di un allenatore, infatti, è mettere un calciatore nelle condizioni di rendere al meglio non quello di educarlo. Non bisogna mai ribaltare i piani. Ho la sensazione, invece, che Luis Enrique lo faccia.
La mia sensazione, in definitiva, è che l’asturiano non sia pronto per allenare in serie A e, più in generale, ad alti livelli. Non escludo che possa diventare un bravo allenatore. Al momento, però, non lo è. Avrebbe bisogno di fare due o tre anni di esperienza su una panchina minore, magari nel suo paese, tanto per farsi le ossa. Non può essere la Roma il club dove fare tirocinio. Ingaggiarlo è stato un errore. Che fare allora? Ripeto: al momento soluzioni alternative degne di questo nome non ce ne sono. Meglio tenersi Enrique allora e navigare a vista. A fine stagione, però, quando ogni valutazione potrà essere definitiva, la Roma farà bene a cambiare rotta.

sabato 3 dicembre 2011

"LE PAGINE NERE DEL CALCIO" - PRESENTAZIONE AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

Martedì 6 dicembre, alle ore 18, nello spazio Arion presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, si terrà la presentazione de "Le pagine nere del calcio" di Antonio Felici. Interverranno come relatori Rino Tommasi e Roberto Bernabai (La7). L'invito è rivolto a tutti.

martedì 29 novembre 2011

PER LO SCUDETTO È MILAN-JUVENTUS

Pubblicato su TS il 29 novembre 2011


I sogni dei tifosi della Juventus si stanno trasformando in realtà. I supporter delle altre squadre che aspirano al titolo, di conseguenza, cominciano a preoccuparsi per davvero. Perché un fatto ormai è chiaro: i bianconeri fanno davvero sul serio. Superato abbondantemente il quarto di campionato, la Juventus è ancora imbattuta e non mostra alcun cenno di cedimento. Fa risultato indifferentemente con le piccole e le grandi squadre. Sa che per vincere occorre dare fondo a tutte le energie disponibili in ogni match e lo fa. All’Olimpico contro la Lazio ha vinto una partita di quelle che solo le grandi squadre riescono a portare a casa. Impegnata in un confronto molto equilibrato, ha saputo mettere a frutto le situazioni capitategli e ha portato a casa un risultato assai prezioso. A questo punto, potrebbe anche permettersi di perdere il recupero col Napoli e la sua situazione di classifica resterebbe eccellente. Dovesse vincerlo, poi, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria fuga. Pur considerandolo un bravo tecnico, non ho mai pensato che Antonio Conte fosse un fenomeno della panchina. Di fronte ai risultati e al modo con cui li sta ottenendo, però, gli faccio tanto di cappello. Molti colleghi hanno sprecato pagine e pagine, la scorsa estate, per documentare come il nuovo allenatore si preparasse a lanciare una squadra a trazione offensiva, all’insegna dello spregiudicato 4-2-4. Magari Conte avrà anche sperato nel suo intimo di proporre davvero questa rivoluzione tattica, anche perché alle brutte quel modulo avrebbe potuto trasformarsi facilmente nel più canonico 4-4-2. Dopo le prime indicazioni estive e le prime di campionato, però, Conte ha capito che non era aria e, da persona intelligente quale ha dimostrato di essere, ha adattato le sue esigenze tattiche alle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Ogni allenatore degno di questo dovrebbe farlo. La società gli ha preso Pirlo e attorno a lui ha costruito il centrocampo e tutto il processo creativo che porta alla produzione del gioco. Di conseguenza, li davanti ha dimostrato di poter giocare indifferentemente con una, due o addirittura tre punte, senza per questo mettere a rischio l’equilibrio tattico della squadra. Al di là di questo, una cosa ha sempre preteso dai suoi giocatori e l’ha ottenuta: l’impegno dal primo all’ultimo minuto. La Juventus è una squadra che gioca con la grinta e la determinazione di una provinciale. A volte sembra proprio cattiva. Complimenti davvero. Nessuno può dire se la Juventus vincerà lo scudetto, ma certamente al momento è la squadra più credibile come anti-Milan. Se poi alla fine il titolo dovesse arrivare, se a maggio la Juventus sarà stata per tutta la stagione quella che abbiamo visto sinora, sarebbe un successo ampiamente meritato.

Che sia il Milan, comunque, la squadra favorita non c’è alcun dubbio. All’inizio della stagione i rossoneri hanno avuto un passaggio a vuoto, determinato soprattutto da una scarsa tenuta atletica. Adesso la squadra marcia con regolarità e sicurezza. Di solito vince e lo fa non molti gol. Non inganni la sconfitta di Champions contro il Barcellona. La squadra più forte del mondo a S.Siro per vincere ha dovuto faticare e comunque il Milan le ha inflitto quattro reti in due partite. Una cosa non da tutti. Non ho dubbi che da un momento all’altro i rossoneri si riprenderanno la vetta della classifica. Sono la squadra tecnicamente più forte, quella più collaudata e abituata a vincere.

Tutte le altre sembrano lontane, indipendentemente dalla posizione in classifica, dalla prospettiva scudetto. Il Napoli ha perso moltissimi punti per inseguire il sogno della Champions. L’impressione è che quando deciderà finalmente di concentrarsi sul campionato il distacco dalla vetta sarà troppo grande per rientrare nel giro che conta. Lazio e Udinese, dal canto loro, anche se sembrano attrezzate per fare un campionato di vertice non hanno sufficiente qualità, a mio avviso, per vincere. La Lazio contro la Juventus avrebbe meritato il pareggio ma sta di fatto che quando gioca in casa ed è obbligata a fare la partita manifesta qualche problema di troppo. Una pecca grave per chi vuole vincere lo scudetto. Anche se non è detto che debba compromettere obiettivi comunque di primo piano come la Champions. L’Udinese ha vinto contro la Roma e credo resisterà in alto fino alla fine, ma credo che col tempo i suoi reali valori la porteranno dove deve stare: tra il terzo e il sesto posto. Chi, invece, è risultata bocciata, forse definitivamente, è la Roma. Dopo le due vittorie consecutive contro Novara e Lecce, era chiamata a dare continuità ai risultati, approfittando anche di un’Udinese un po’ in calo sul piano atletico. In una gara equilibrata, alla lunga una squadra di rango avrebbe dato quel qualcosa in più e vinto. A farlo, invece, è stata l’Udinese e la Roma ne è uscita con le ossa rotte. In tutti i sensi, visto che ora, dopo Burdisso, dovrà fare a meno anche di Kjaer. Assenze che la sua rosa non può permettersi. Qualcosa ha recuperato l’Inter vincendo a Siena ma è ormai troppo lontana dal vertice. La sensazione è che possa lottare al massimo per il terzo posto. Ma anche per questo servirà l’impresa.

Antonio Felici Del Blog Felici&Scontenti A Colloquio Con Superscommesse

Lunedì 28 Novembre 2011,

Roma – Come ogni lunedì torna la nostra rubrica “Dietro le Quinte con…” lo spazio di Superscommesse.it dedicato a chi lavora, vive nel mondo delle scommesse e dello sport in generale.

A parlarci del calcio e delle sue mille sfaccettature quest’oggi è un ospite prestigioso, celebre e di indubbia competenza: Antonio Felici, corrispondente dall’Italia del periodico francese France Football (il giornale che ha inventato il Pallone d’Oro), vicedirettore di Betpress e autore di alcuni libri come ‘Le pagine nere del calcio – Tutti gli scandali minuto per minuto’ e ‘Lo sport e l'Europa. Dal conflitto al dialogo’ per il quale proprio questa mattina riceverà il premio Menzione speciale, nell'ambito della cerimonia di premiazione del XLV Concorso Letterario.
Ma Antonio Felici racconta lo sport anche dal suo cliccatissimo blog ‘Felici e Scontenti’ che andremo a conoscere meglio.


Buongiorno Antonio, prima di tutto può spiegarci come nasce il suo seguitissimo blog Felici e Scontenti?
L’idea originaria nasce dalla mia collaborazione con France Football. In qualità di corrispondente dall’Italia seguo, ormai da oltre diciassette anni, tutti gli avvenimenti calcistici del nostro paese. I miei articoli, però, sono pubblicati in lingua francese, quindi soltanto un ristretto numero di lettori e addetti ai lavori ha la possibilità di leggerli. Così è nata l’idea di fare un blog che, tra le altre cose, raccogliesse questo materiale e lo mettesse a disposizione di tutti. Inoltre, mi è servito anche per stabilire un filo diretto con tutti i lettori dei numerosi organi di informazione con cui collaboro.

Il blog è un luogo molto utile per catalizzare contenuti e discussioni. Infine, attraverso il blog ho la possibilità di sviluppare discussioni e chiarimenti sui miei libri che trattano sempre temi di largo interesse tra gli sportivi. Devo dire che la cosa è nata un po’ in sordina, ma nel corso dei mesi il blog è diventato uno strumento di contatto molto utile, soprattutto per chi come me è molto attivo anche nei social network.


Quali sono gli argomenti che gli utenti preferiscono e quali le notizie che lei preferisce trattare?
La mia preferenza va da sempre al giornalismo di inchiesta e di approfondimento, oltre che di analisi e commento. Mi diverto molto anche a realizzare interviste a personaggi notevoli del nostro calcio e devo ringraziare France Football per questa possibilità, anche perché è un giornale che garantisce un’elevatissima visibilità a livello internazionale.

Per quanto riguarda i lettori, ho notato che anche loro apprezzano molto le interviste, anche se si scatenano soprattutto sull’attualità. E’ bello, quando esce un mio commento su una squadra, un giocatore o un tecnico, avere un confronto serrato e dialettico con loro.


Nel suo ultimo libro ‘Le pagine nere del calcio – Tutti gli scandali minuto per minuto’ si parla appunto degli scandali che spesso hanno investito questo sport: quale secondo lei quello che ha rischiato di compromettere seriamente la credibilità del Calcio Italiano...?
La tesi che sta dietro al mio libro è che non c’è uno scandalo più scandalo degli altri. Magari fosse così. Sarebbe più facile risolvere il problema, basterebbe mettersi alle spalle il momento più brutto e guardare avanti. Chi leggerà il libro si accorgerà che dal lontano 1928, anno del caso Allemandi, non è cambiato molto. Il calcio italiano ha vissuto ciclicamente il suo scandalo, in media ogni 4/5 anni.

Quando si parla di violenza negli stadi, ad esempio, si dimentica che il primo morto c’è stato a Salerno negli anni ’60 e che i tifosi hanno cominciato a picchiarsi, ad intimidire i giocatori o addirittura ad andare armati allo stadio dall’inizio del ‘900, come raccontano le cronache del tempo. Per questo sostengo che è necessario tenere sempre altissima la soglia di attenzione, proprio perché il nostro calcio è strutturalmente soggetto agli scandali. Se facciamo finta di niente rischiamo di vedere andare tutto a rotoli.

Detto questo, non voglio eludere la domanda. E’ indubbio che Calciopoli sia, sul piano dell’illecito sportivo, lo scandalo più grave che si ricordi, persino superiore a quello dell’80 che sembrava dover rimanere un unicum per gravità. Tuttavia, io continuo a credere che gli scandali più dolorosi siano quelli che riguardano i morti. In questo senso, la strage dell’Heysel in tema di violenza e le strane morti dei giocatori degli anni ’70 (vedi Fiorentina) in tema di doping siano tragedie insuperabili.

Qual è invece lo scandalo che il mondo dei tifosi o appassionati ricorda con più dolore?
I tifosi tendono a dimenticare, soprattutto se gli scandali coinvolgono la loro squadra del cuore. Lo scandalo del calcio scommesse del 1980, ad esempio, lo ricordiamo noi giornalisti ma è raro sentire dei tifosi parlarne. C’è tanta voglia di oblio anche su Calciopoli. Gli avvenimenti che i tifosi ricordano di più sono proprio le morti negli stadi: da Paparelli a Roma alla decine di vittime juventine dell’Heysel, dall’omicidio Raciti a quello di Gabriele Sandri.


Per libro "Lo sport e l'Europa. Dal conflitto al dialogo" riceverà ha ricevuto il premio Menzione speciale, nell'ambito della cerimonia di premiazione del XLV Concorso Letterario: per chi ancora non l’avesse letto, di che cosa parla e a quale genere di pubblico lo consiglierebbe?
Devo dire che questo libro non è stato scritto per il grande pubblico. Quando si parla di temi quali la legge Bosman, il fair play finanziario, la specificità dello sport è difficile che un tifoso si appassioni. Direi anche giustamente. Il volume, dunque, è maggiormente rivolto agli addetti ai lavori o a coloro i quali studiano il fenomeno calcio sul piano giuridico ed economico, anche e soprattutto a livello accademico.

Tuttavia, i temi che tratta sono di fondamentale importanza. In due parole, ricostruisce trenta anni di lotte, anche molto dure, tra le organizzazioni sportive e l’Unione Europea sul tema della specificità dello sport. Da Bosman in poi è emerso questo problema cardine: allo sport va riconosciuta integralmente la sua specificità oppure va ricondotto all’interno del diritto comunitario. Sembra un argomento per accademici ma è attualissimo.

Prendete il recente sfogo del presidente del CONI Petrucci che ha accusato i club di ricorrere troppo spesso ai tribunali ordinari per sovvertire le decisioni della giustizia sportiva. Se la specificità fosse riconosciuta tout court il recente ricorso al TAR della Juventus che chiede centinaia di milioni di risarcimento danni non sarebbe possibile. Ecco, di questi temi tratta il libro.


Il Campionato italiano può ancora essere considerato uno dei più affascinanti?
Sempre meno. Per carità, ci sono ottimi tecnici, le squadre sono preparatissime ma ormai latitano i fuoriclasse. A parte Ibrahimovic, a voi quanti altri nomi vengono in mente? Forse Pato, forse Snejder, poco altro. Oltre tutto la scuola italiana resta ancora aggrappata a Buffon, Pirlo, del Piero e Totti. L’unico giovane nostrano di talento, Balotelli, non gioca più qua.


Qual è stato il colpo di mercato maggiormente riuscito?
E’ presto per dirlo. Però al momento Klose della Lazio e Osvaldo della Roma mi sembrano gli ultimi arrivi che hanno fatto la differenza.


Quale quello riuscito peggio?
Eviterei bocciature premature. Però Alvarez all’Inter rischia di essere bollato come un bluff. Lo stesso Cissé nella Lazio sta facendo molto meno di quanto ci si aspettasse.


Qual è la squadra favorita a vincere il campionato 2011-2012? E perché?
Il Milan senza discussioni. E’ la squadra che ha cambiato meno, anzi ha puntellato adeguatamente la rosa, ed ha una struttura di gioco collaudata. Poi è proprio più forte sul piano tecnico. Napoli e Juventus arrivano dopo.


La sua posizione di esperto, pensa possa favorirla nelle scommesse?
Si e no. Indubbiamente quando si conoscono a fondo le squadre e i meccanismi delle scommesse è più facile vincere. Però a me accade una cosa strana: quando consiglio delle giocate indovino spesso, quando gioco in prima persona ci prendo molto meno. Comunque sia i risultati a sorpresa o quelli determinati da fattori imprevedibili (tipo espulsioni, errori arbitrali etc.) nemmeno il più grande esperto di scommesse può prevederli e deve affidarsi anche lui alla fortuna.


Quali sono le tre cose che un buon scommettitore dovrebbe sempre tenere in considerazione?
Giocare cifre corrette, distribuendole possibilmente su più eventi, meglio se con qualche correzione. Puntare ad accoppiare più eventi probabili invece di giocare tutto su risultati improbabili. Soprattutto scommettere per divertirsi, senza inseguire il mito dell’arricchimento facile. Per me la scommessa è innanzitutto un modo per godere ulteriormente dell’evento sportivo. Grazie alle giocate che facciamo siamo portati a seguire anche squadre che normalmente ignoriamo. Questo dà molto più sapore ad ogni evento sportivo.

"LO SPORT E L'EUROPA" di ANTONIO FELICI AI PREMI CONI 2011




Alcune immagini della premiazione de "Lo Sport e l'Europa" di Antonio Felici in occasione del concorso letterario indetto dal CONI. Nella stessa occasione sono stati assegnati anche i premi USSI-CONI che hanno visto, tra i vincitori prestigiosi colleghi quali Alessandro Vocalelli (direttore del Corriere dello Sport) e Gianni Mura (La Repubblica). Nella foto, assieme all'autore, il presidente del CONI Gianni Petrucci e Paola Pigni.

sabato 26 novembre 2011

Lazio, molte luci e qualche ombra

Pubblicato su www.paesesera.it il 24 novembre 2011

STAGIONE DI ALTO LIVELLO MA... Dopo il buon pareggio conseguito a Napoli e in vista del match-clou contro la Juventus si dovrebbero tessere solo lodi per la Lazio di Reja. La squadra è prima in classifica e sta conducendo una stagione di altissimo livello, decisamente superiore alle alternative. E’ vero che molti avversari diretti stanno ancora dormicchiando o faticano a risolvere problemi tecnici. Tuttavia, la striscia di risultati dei biancocelesti è obiettivamente ragguardevole. Nel calcio, però, se i risultati contano moltissimo, anche le prestazioni valgono qualcosa. E quella di Napoli non è stata straordinaria.

POCHE ALTERNATIVE Nel ripensare alla gara del San Paolo ho visto dimostrata una mia convinzione maturata nella scorsa estate e riemergere un vecchio difetto. Cominciamo dalla prima. Al termine del mercato, nel valutare in maniera decisamente positiva l’arrivo di due attaccanti di classe internazionale come Klose e Cissé, avevo anche sottolineato come la partenza di Zarate, giusta o sbagliata che fosse, privava la rosa di una valida alternativa per l’attacco. Con tutto il rispetto per Rocchi (che fa parte della storia della Lazio) e per Kozak (buon giocatore), è venuto a mancare quel terzo attaccante di rango, capace di mettere pressione ai titolari e, all’occorrenza, di strappare loro la maglia. D’altronde, non era difficile immaginare che, vista l’età dei due, ci sarebbe stato molto spazio per un terzo campione. La trasferta di Napoli ha dato una dimostrazione plastica di questa realtà. Assente Klose, con un Cissé che sta faticando a dimostrare il suo valore, l’attacco è parso spuntato, impalpabile. Fosse solo questo. Privo della necessaria forza in avanti, Reja si è intimorito ed ha impostato una partita tutta difensiva. Una gara che non ti aspetti da una prima della classe.

POCA PERSONALITA' La seconda questione richiama il tema della personalità. L’arrivo di Klose e Cissé, gente abituata alle grandi platee (soprattutto il tedesco), la squadra è parsa più spavalda. Dirò di più. Lo stesso tecnico, tradizionalmente prudente e attento prima di tutto alla fase difensiva, con quei due in campo ha preso coraggio e in più di una occasione ha osato più del solito. In molti, io compreso, l’anno scorso avevamo sottolineato una certa mancanza di personalità della Lazio che contro avversari di rango mostrava eccessivi timori, al punto da raccogliere meno di quanto meritasse. Soprattutto dopo l’ottima gara di S.Siro contro il Milan, la tendenza sembrava completamente invertita. A Napoli, invece, c’è stato un ritorno al passato. E’ come se l’assenza di Klose avesse tolto sicurezza alla squadra ma anche impaurito Reja, tornato alle vecchie eccessive prudenze. Insomma, il nuovo coraggio di Reja sembrerebbe esclusivamente legato alla presenza in campo di Klose, non un’evoluzione stabile e strutturale della Lazio. Una constatazione che delude.

E ORA LA JUVENTUS I due elementi appena analizzati non devono assolutamente mettere in discussione quello che di buono la Lazio ha fatto sinora. Tuttavia, se dovessero ripresentarsi con continuità sarebbe un problema. Soprattutto in occasione delle grandi sfide – e quella di sabato sera contro la Juventus lo è – la Lazio rischierebbe di tornare quella incerta e timorosa dello scorso anno. Col rischio di sprecare, magari nel finale di stagione, tutto il buono fatto per larga parte del campionato. In questo senso, Lazio-Juve rappresenta un test di grande interesse.

venerdì 25 novembre 2011

LE PAGINE NERE DEL CALCIO - SERATA JUVE 18.11.11

Pronostici Serie A, i consigli di Antonio Felici per sbancare

Pubblicato su www.calciomercato.it il 25 novembre 2011



Pablo Daniel Osvaldo, bomber della Roma (Getty Images)
PRONOSTICI SERIE A FELICI – Dopo i buoni risultati ottenuti nella scorsa tornata del massimo campionato italiano tornano i pronostici di Antonio Felici, corrispondente per l’Italia di France Football e vicedirettore di Betpress.it, settimanale telematico dedicato al mondo delle scommesse edito da Eurobet. Felici inoltre è autore di diverse pubblicazioni di tema calcistico e ricopre il ruolo di opinionista all’interno di diverse realtà radiotelevisive.

Di seguito i suoi consigli per il turno di Serie A
La giornata di serie A è dominata dallo scontro diretto tra le due capolista Lazio e Juventus. Considerandoche i bianconeri sono ancora imbattuti in trasferta e che la Lazio ha qualche difficoltà quando deveimporre il suo gioco all’Olimpico, il segno a mio avviso più probabile è l’ “X”. Ma i numeri dicono anchealtro. Sia la Lazio in casa che la Juve fuori segnano poco: appena un gol a partita di media. Dunque ilrisultato statisticamente più probabile è l’1-1. Chi non volesse azzardare tanto può rifugiarsi sul “Goal”e, ancor meglio, sull’ “Under”. Altra gara di grande interesse è Atalanta-Napoli. Non dovesse scontare la penalizzazione, l’Atalanta sarebbe quinta con quattro punti più del Napoli.
Inoltre in casa è imbattuta. D’altra parte, i partenopei potrebbero scontare ancora le tossine accumulate dopo l’impresa in Championscontro il Manchester City. Tutto considerato, non credendo in una nuova sconfitta del Napoli, ancheper questa gara opto per il pareggio con gol. Detto del Milan che credo non avrà problemi col Chievo edell’Inter che a Siena potrebbe piazzare il colpo esterno, molto interessante è Palermo-Fiorentina. I siciliani in casa hanno vinto sempre, la Fiorentina non ha mai vinto ma ora è nelle mani di Delio Rossi, uno che aPalermo ha lasciato il segno. Penso che Rossi possa fare punti. Anche qua dico “X” ma anche “Goal”.
Chiudo con Udinese-Roma, l’anticipo di stasera. L’Udinese non vive un momento felicissimo. Sembra unpo’ stanca dopo l’ottimo inizio. La Roma, invece, contro il Lecce a tratti ha giocato un calcio spettacolare. Igiallorossi mi sembrano favoriti, a dispetto di quanto dicano i numeri.

Udinese-Roma 2
Lazio-Juventus Under
Atalanta-Napoli X e/o Goal
Milan-Chievo 1
Siena-Inter 2
Palermo-Fiorentina X e/o Goal
Antonio Felici
www.antoniofelici.it
www.betpress.it

ANTONIO FELICI AL TG1 - PEZZO DI FEDELE LA SORSA CHE MI INTERVISTA SUL CASO ALLEMANDI

Ecco il link. Il servizio è alla fine.

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-c33de60a-a1bf-4300-ac15-b69858f98313-tg1.html

mercoledì 23 novembre 2011

INTERVISTA IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DE "LE PAGINE NERE DEL CALCIO" TRASMESSA DA RADIO CITTA' DI MARCELLO MICCI

ANTONIO FELICI AL TG1

Cari amici, il TG1 domani, nell'edizione delle 13,30, ospiterà una mia breve intervista nella quale parlo del mio libro "Le pagine nere del calcio" e rievoco l'episodio di Allemandi che costò al Torino lo scudetto del '28.

LONDON CALLING: LA STORIA DELL'ARSENAL

Cari amici, vi segnalo il nuovo bellissimo libro di Max Troiani sulla storia dell'Arsenal "London Calling". E' scritto con Luca Manes ed è arricchito dalla prefazione di Massimo Marianella.

Per maggiori informazioni, ecco il link: http://londoncallingbook.blogspot.com/

SPECIALE SUL CALCIO RUSSO USCITO SU FRANCE FOOTBALL 2

SPECIALE CALCIO RUSSO USCITO SU FRANCE FOOTBALL

PARMA: LA FORZA DEI GIOVANI

"LE PAGINE NERE DEL CALCIO" - RASSEGNA STAMPA 23 NOVEMBRE 2011 CURATA DA AGIPRO

Rassegna stampa
Conferenza stampa di presentazione del libro
“Le pagine nere del calcio”
Di Antonio Felici
Futbolclub 22 – 23 novembre 2011
a cura di: Agipro

AGENZIE


LIBRI:'LE PAGINE NERE DEL CALCIO', 85 ANNI DI SCANDALI
(ANSA) - ROMA, 22 NOV - Un viaggio lungo 85 anni che attraversa i grandi scandali che hanno macchiato il campo da gioco. ''Le pagine nere del calcio'' (Iacobelli Editore, 16 euro) scritto dal giornalista Antonio Felici, racconta il fitto intreccio tra pallone, potere e finanza, attraverso gli episodi oscuri che hanno funestato lo sport piu' amato dagli italiani. Dal ''caso Allemandi'' e la revoca dello scudetto vinto dal Torino nel 1926-27 sino al processo penale di Napoli e alle Calcioscommesse del 2011. Gare truccate, scommesse illecite, alterazione dei risultati, doping, le
''strane'' morti e gli episodi di violenza: Felici, senza la comodita' di nasconderli, riporta tutti gli scandali che hanno macchiato il calcio tradendo la fiducia di tanti tifosi e appassionati. ''Ho scritto questo libro perche' il nostro sport e' molto esposto a queste situazioni brutte e l'unico modo per
salvarlo e' vigilare che si mantenga sano. Se il calcio si sgonfia, se il pallone scoppia, non avremo piu' belle storie da raccontare, sara' finita per tutti'' ha spiegato l'autore nel corso della presentazione presso il Futbolclub di Roma. Un libro attuale, ma che andrebbe gia' aggiornato con le sentenze del processo di Napoli e dalle ormai famose sospensioni dei condannati al processo di Calciopoli adottate dalla Federcalcio. ''L'articolo 22 delle Noif, e' una norma che cozza con la
Costituzione e che non va a vedere tante situazioni. Se quella norma fosse esistita negli anni '80 Paolo Rossi sarebbe mai diventato cannoniere dei mondiali? Chi e' in grado di tutelare dal proprio interno quello che accade nella giustizia sportiva?'' chiede l'ex arbitro Massimo De Santis, condannato per Calciopoli e presente all'evento. (ANSA). Y92 22-NOV-11 20:10 NNNN

CALCIOPOLI: DE SANTIS, HA DISTRUTTO LA VITA DELLE PERSONE COINVOLTE
'SE L'ART. 22 BIS NOIF CI FOSSE STATO ANCHE PRIMA, ROSSI NON AVREBBE VINTO MONDIALE'
Roma, 22 nov. - (Adnkronos) - "Quello di calciopoli e' stato un processo che ha distrutto la vita delle persone coinvolte. Nessuno potra' restituirci quello che ci e' stato tolto. Non credo che sia giusto che la sentenza del tribunale ordinario combaci con quella della giustizia sportiva". Lo ha detto l'ex arbitro Massimo De Santis, condannato all'inibizione nel 2006 a 4 anni per il coinvolgimento della vicenda di Calciopoli e condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli l'8
novembre scorso, nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro "Le pagine nere del calcio - Tutti gli scandali minuto per minuto" di Antonio Felici, edito da Jacovelli. Secondo l'articolo 22 bis delle Noif (Norme Organizzative Interne Federali della Figc) che riguarda la sospensione dei dirigenti, l'ex arbitro, ora direttore generale del Palestrina, non puo' svolgere attivita' e non puo'
essere tesserato. "Se l'articolo 22 bis delle Noif ci fosse stato anche prima, Paolo Rossi (coinvolto nello scandalo scommesse del 1979, ndr) non avrebbe vinto un Mondiale, non sarebbe stato il campione che e' stato. Sembra che si faccia di tutto per isolare dal mondo del calcio le persone coinvolte nella vicenda di Calciopoli", ha concluso De Santis. (Cfa/Zn/Adnkronos) 22-NOV-11 15:05
NNN

CALCIO: 85 ANNI DI SCANDALI NEL MONDO DEL PALLONE NEL LIBRO DI FELICI
Roma, 22 nov. - (Adnkronos) - "Questo non e' un libro di condanna, ma un atto d'amore, un grido di dolore. Vorrei tornare a raccontare il bello del calcio. E credo che l'unico modo per farlo sia affrontare i problemi". Sono le parole del giornalista Antonio Felici, alla conferenza stampa di presentazione del suo libro "Le pagine nere del calcio - Tutti gli scandali minuto per minuto" edito da Jacovelli. Il libro ripercorre 85 anni di episodi oscuri, a partire dalla revoca dello scudetto vinto
dal Torino nel 1926-27, noto con il nome di "scandalo Allemandi", fino al Calcio scommesse 2011. "Ho scritto questo libro perche' mi sono accorto che il calcio e' molto spesso esposto a situazioni bruttissime, a scandali che non dovrebbero toccare questo sport meraviglioso. Ho tentennato, perche' essere giornalista sportivo per me significava raccontare il gioco, non certo le vicende negative legate ad esso. Ma ho capito che l'unico modo per mantenere sano questo sport e' vigilare. In caso contrario finiremmo per non avere piu' niente di bello da raccontare". "Questo e'
un libro che Antonio non avrebbe mai voluto scrivere -ha affermato il giornalista Paolo Franci, moderatore dell'incontro- il racconto degli eventi negativi del mondo del calcio, dal doping, alle gare truccate, alle scommesse illecite, fino ad arrivare alle troppe morti allo stadio, si e' fermato poco prima dell'ultima sentenza di Napoli per Calciopoli. Probabilmente Antonio dovra' scrivere una seconda parte, per completare l'opera. Sperando poi di poter tornare a raccontare gli aspetti
positivi del calcio". (segue) (Cfa/Opr/Adnkronos) 22-NOV-11 15:17 NNN

CALCIO: 85 ANNI DI SCANDALI NEL MONDO DEL PALLONE NEL LIBRO DI FELICI (2)
(Adnkronos) - "Le vicende di calcio-scommesse o i problemi di doping legati allo sport non sono irreversibili. La morte, invece, lo e'. E accettare che ci possano essere delle persone che perdono la vita allo stadio, o per problemi di doping, e' durissima. Io, per esempio, non mi sono mai ripreso dopo la tragedia dell'HeyseI. Penso anche a Paparelli, a Sandri, a Raciti, e a tutte le vittime del
morbo di Gehrig, come numerosi giocatori della Fiorentina degli anni 70. I morti sono un pugno nello stomaco. E se per i problemi legati alla violenza si puo' intervenire, come hanno fatto in altri paesi, il doping e' sfuggente ed e' molto piu' difficile da controllare", ha detto Felici. Presente alla conferenza stampa anche il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi e il presidente della Federazione italiana golf Franco Chimenti. "C'e' molta preoccupazione per quello che succedera' da adesso in poi. Nel calcio ci sono pagine nere, ma anche tante pagine bianche. Bisogna cercare di cancellare tutto il nero", ha detto Abodi. (Cfa/Opr/Adnkronos) 22-NOV-11 15:18 NNN

CALCIOPOLI: CHIMENTI, FELICE DI NON ESSERE AL POSTO DI PETRUCCI
Roma, 22 nov. - (Adnkronos) - "Sono molto felice di essere attualmente alla guida della
federazione italiana golf. E viste le ultime vicende, sono contento di non aver preso il posto di
Gianni Petrucci come presidente del Coni". Sono le parole del presidente della Federazione italiana
golf, Franco Chimenti, su calciopoli, nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro
"Le pagine nere del calcio - Tutti gli scandali minuto per minuto" di Antonio Felici, edito da
Jacovelli. Franco Chimenti nel 2009 perse le elezioni per la presidenza del Coni. "Sono stato
presidente della Lazio in un momento difficile. Credo che, come anche e' stato per De Santis, che
conosco molto bene, si tratti di sfortuna, sfortuna di trovarsi in certe situazioni. Non avrei mai
immaginato che De Santis potesse finire coinvolto in una vicenda come questa. Ma credo che le
persone per bene vengano sempre ricompensate. A me e' successo con il golf", ha concluso.
(Cfa/Opr/Adnkronos) 22-NOV-11 15:27 NNN

NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LO SPORT (6)
Roma. "Quello di calciopoli e' stato un processo che ha distrutto la vita delle persone coinvolte.
Nessuno potra' restituirci quello che ci e' stato tolto. Non credo che sia giusto che la sentenza del
tribunale ordinario combaci con quella della giustizia sportiva". Lo ha detto l'ex arbitro Massimo
De Santis, condannato all'inibizione nel 2006 a 4 anni per il coinvolgimento della vicenda di
Calciopoli e condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli l'8 novembre scorso, nel corso della
conferenza stampa di presentazione del libro "Le pagine nere del calcio - Tutti gli scandali minuto
per minuto" di Antonio Felici, edito da Jacovelli. Secondo l'articolo 22 bis delle Noif (Norme
Organizzative Interne Federali della Figc) che riguarda la sospensione dei dirigenti, l'ex arbitro, ora
direttore generale del Palestrina, non puo' svolgere attivita' e non puo' essere tesserato. "Se
l'articolo 22 bis delle Noif ci fosse stato anche prima, Paolo Rossi (coinvolto nello scandalo
scommesse del 1979, ndr) non avrebbe vinto un Mondiale, non sarebbe stato il campione che e'
stato. Sembra che si faccia di tutto per isolare dal mondo del calcio le persone coinvolte nella
vicenda di Calciopoli", ha concluso De Santis. (segue) (Red-Spr/Zn/Adnkronos) 22-NOV-11 16:23
NNN

NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LO SPORT (7)
Roma. "Sono molto felice di essere attualmente alla guida della federazione italiana golf. E viste le
ultime vicende, sono contento di non aver preso il posto di Gianni Petrucci come presidente del
Coni". Sono le parole del presidente della Federazione italiana golf, Franco Chimenti, su calciopoli,
nel corso della conferenza stampa di presentazione del libro "Le pagine nere del calcio - Tutti gli
scandali minuto per minuto" di Antonio Felici, edito da Jacovelli.Franco Chimenti nel 2009 perse le
elezioni per la presidenza del Coni. "Sono stato presidente della Lazio in un momento difficile.
Credo che, come anche e' stato per De Santis, che conosco molto bene, si tratti di sfortuna,
sfortuna di trovarsi in certe situazioni. Non avrei mai immaginato che De Santis potesse finire
coinvolto in una vicenda come questa. Ma credo che le persone per bene vengano sempre
ricompensate. A me e' successo con il golf", ha concluso. (segue) (Red-Spr/Zn/Adnkronos) 22-NOV-
11 16:23 NNN
Quotidiano Rornr.


CORRIERE DELLO SPORT

ROMA Dallo scandalo Allemandi, che portò allarevoca
dello scudetto del Torino nel 19.47,alèalcioscommesse
del 2011. Passando per tutti gli scari'dàli (ma anche.
1e violenze) che hanno segn;lto il mondo del calcio.
Le pagine nere del caldo - presentato ieri al Futbol

. club - scritto da Antonio Felici parla di tùtto questo e
molto di più: dai sospetti di Italia-Camerun al Mondiali
del 1982 a Càlciopolì.


TUTTOSPORT


23 novembre 2011
pag, 7

Il libro sulle pagine nere


ROMA, (a ,mo,) "Le pagine
nere del calcio" sono molte dì
più delle 317 presentate ieri
davanti a Massi.ìno De Santis
e al presidente della B,
Alrodi al club Futbol dì R0ma,
Antonio Felici ha pubblicato
per Iacobelli Editore
questo volume che sunteggia

, scandali del calcio italiano
dalla vlceIlda Alemanru (e
lo scudetto conteso del 1927),
passando per le varie Sco;mmessopoli,
fino alla vigilia
della sentenza dell'8 novembre,
"Con il pugno nellò stomaco
- dìce Felici - dei morti:
l'Heysel, la SIa». Ampio lo.
spazìo dedicato a Calciopoli,
mibimo quello di Calciopoli
bis, ~é un libro su «tutti
gli scandali minuto per minuw>,
necessiterà dì continui
aggiornamenti.


METRO

Calcio "nero"

LIBRI Il calcio che purtroppo
abbiamo conosciuto
e che mai avremmo
voluto fosse, nel libro
"Le pagine nere del
calcio, tutti gli scandali
minuto per minuto" (16
euro, lacobellì editore)
sCÌittò dal giornalista
Antonio Felici e presentato
ielial Futbolclub.
Uno spaccato dettagliato,
crudo e realistico del
lato oscuro del nostro
sport nazionale.
IL GIORNALE


Scommesse, scandali, doping, violenze. Ecco il libro nero del calcio italiano
Presentato a Roma «Le pagine nere del calcio», volume scritto dal giornalista Antonio Felici, che ha
raccolto quasi un secolo di lati oscuri del pallone. Il primo fu Allemandi, che nel 1927, da terzino
della Juve, si vendette il derby al Torino.
E poi Moggiopoli, i tanti calcioscommesse e la scia di morti provocati da farmaci e violenze
Calciopoli non è nata certo nel nuovo millennio. Sin da quando è nato il calcio nel nostro Paese ha
convissuto con scandali, sospetti, truffe, sospetti, violenze. Un secolo di lati oscuri del gioco più
bello del mondo che il giornalista Antonio Felici racconta nel libro «Le pagine nere del calcio. Tutti
gli scandali minuto per minuto» (edizioni Iacobelli, pagine 320, euro 16), presentato oggi a Roma. Il
volume ripercorre tutti i momenti in cui il pallone si è sporcato di fango, a partire dal primo
scandalo, quello che portò alla revoca dello scudetto 1926-27 vinto sul campo dal Torino.
Protagonista fu il terzino della Juventus Luigi Allemandi, accusato di avere intascato sostanziose
mazzette per favorire la vittoria granata nel derby della Mole. Ci sono poi il calcioscommesse del
1980, quello che costò tra l'altro la retrocessione in serie B a Milan e Lazio; i sospetti di corruzione
nella partita Italia-Camerun ai mondiali 1982, che consentì agli azzurri di passare il turno e iniziare
la cavalcata verso il titolo iridato; il Totonero-bis del 1986; i sospetti sullo scudetto 1988, perso in
modo rocambolesco dal Napoli si disse per scongiurare una superperdita di chi gestiva il Totonero;
infine il calcioscommesse 2011. E calciopoli, lo scandalo che fece tremare nel 2006 le fondamenta
del calcio italiano e che rappresenta una ferita non ancora rimarginata, come dimostrano le
polemiche attuali? Gli è dedicato il secondo capitolo, il più corposo del volume, intitolato
«Moggiopoli».
Ma non di sola corruzione si parla nel libro di Felici. Ci sono anche capitoli dedicati ad altre ombre,
come il doping, sia quello «selvaggio» praticato negli anni Settanta e Ottanta al quale si attribuisce
una scia di calciatori morti (tra gli altri Beatrice, Rognoni, Lombardi e Signorini), sia quello più
evoluto denunciato da Zdenek Zeman, allora allenatore della Roma, in un'intervista del 1998
all'Espresso. E poi c'è la pagina degli scandali amministrativi ed economici, e quella delle violenze
che hanno costellato di croci decenni di calcio.
«Questo - spiega Felici - non è un libro di condanna, ma un atto d'amore, un grido di dolore. Vorrei
tornare a raccontare il bello del calcio. E credo che l'unico modo per farlo sia affrontare i problemi.
Ho scritto questo libro perch´ mi sono accorto che il calcio è molto spesso esposto a situazioni
bruttissime, a scandali che non dovrebbero toccare questo sport meraviglioso. Ho tentennato,
perch´ essere giornalista sportivo per me significava raccontare il gioco, non certo le vicende
negative legate ad esso. Ma ho capito che l'unico modo per mantenere sano questo sport è
vigilare. In caso contrario finiremmo per non avere più niente di bello da raccontare».
«Questo è un libro che Antonio non avrebbe mai voluto scrivere - precisa Paolo Franci, giornalista
e moderatore dell'incontro - il racconto degli eventi negativi del mondo del calcio, dal doping, alle
gare truccate, alle scommesse illecite, fino ad arrivare alle troppe morti allo stadio, si è fermato
poco prima dell'ultima sentenza di Napoli per Calciopoli. Probabilmente Antonio dovrà scrivere
una seconda parte, per completare l'opera. Sperando poi di poter tornare a raccontare gli aspetti
positivi del calcio».
Alla conferenza stampa erano presenti tra gli altri il presidente della Lega Serie B Andrea Abodi e il
presidente della Federazione italiana golf Franco Chimenti. «C'è molta preoccupazione per quello
che succederà da adesso in poi. Nel calcio ci sono pagine nere, ma anche tante pagine bianche.
Bisogna cercare di cancellare tutto il nero», ha detto Abodi.

CALCIOMERCATO.IT

Calciopoli, esclusivo Felici: “Sentenza Napoli importanza fondamentale”
CALCIOPOLI FELICI / ROMA – Antonio Felici, corrispondente italiano del periodico transalpino
‘France Football’ e noto scrittore, ha voluto commentare per Calciomercato.it le sentenze di
Calciopoli, comunicate proprio qualche giorno dopo l’uscita del suo ultimo libro ‘Le pagine nere
del Calcio, tutti gli scandali minuto per minuto (Iacobelli editore)’.
“Premetto che non provo alcuna soddisfazione per la condanna penale di certi personaggi. Hanno
rappresentato e rappresentano pezzi importanti del calcio italiano e il fatto che un tribunale li
abbia considerati colpevoli rappresenta una ferita grave per il nostro movimento. Tuttavia, la
sentenza di Napoli ha un’importanza fondamentale perché in sostanza conferma, con tempi e
modi differenti, le decisioni prese a suo tempo dalla giustizia sportiva. Ad oggi, la verità
processuale dice che è esistito un gruppo di potere nel nostro calcio che ha pesantemente
condizionato i campionati di serie A, orientandone in maniera fraudolenta gli esiti sportivi.
Condivido le critiche di chi sostiene che, a conti fatti, non tutti i protagonisti della sporca vicenda
siano stati puniti (vedi l’Inter). Intanto, però, sappiamo che gran parte di loro sono stati individuati
e puniti. Questo dà sostegno a un mio vecchio desiderio: che chi si è reso protagonista di certi
comportamenti venga emarginato dal nostro calcio, che venga eretto un cordone sanitario che
faccia sì che certe truffe non si ripetano mai più. Un’ultima riflessione la dedico ad Andrea Agnelli.
Questa sentenza è un colpo mortale alla sua strategia. Sappiamo tutti che in caso di assoluzione di
Moggi lui e i suoi avvocati l’avrebbero cavalcata per sostenere la tesi che la Juventus non ha fatto
nulla per meritare la revoca dei titoli conquistati. Ora ci fa sapere che la Juve con Moggi non
c’entra niente. Così non va. Continui pure a pretendere, com’è giusto, pari trattamento e che
anche altri (vedi sempre l’Inter) vengano processati e puniti. Ma dimentichi per sempre quei due
titoli maledetti. Campionati che andrebbero buttati nella pattumiera e non cuciti sul petto come
ha fatto qualcuno.

BLITZ QUOTIDIANO

Libro Antonio Felici: "Le pagine nere del calcio, 85 anni di scandali"
ROMA – Un viaggio lungo 85 anni che attraversa i grandi scandali che hanno macchiato il campo
da gioco.
''Le pagine nere del calcio'' (Iacobelli Editore, 16 euro) scritto dal giornalista Antonio Felici,
racconta il fitto intreccio tra pallone, potere e finanza, attraverso gli episodi oscuri che hanno
funestato lo sport piu' amato dagli italiani.
Dal ''caso Allemandi'' e la revoca dello scudetto vinto dal Torino nel 1926-27 sino al processo
penale di Napoli e alle Calcioscommesse del 2011. Gare truccate, scommesse illecite, alterazione
dei risultati, doping, le ''strane'' morti e gli episodi di violenza: Felici, senza la comodita' di
nasconderli, riporta tutti gli scandali che hanno macchiato il calcio tradendo la fiducia di tanti tifosi
e appassionati.
''Ho scritto questo libro perche' il nostro sport e' molto esposto a queste situazioni brutte e l'unico
modo per salvarlo e' vigilare che si mantenga sano. Se il calcio si sgonfia, se il pallone scoppia, non
avremo piu' belle storie da raccontare, sara' finita per tutti'' ha spiegato l'autore nel corso della
presentazione presso il Futbolclub di Roma. Un libro attuale, ma che andrebbe gia' aggiornato con
le sentenze del processo di Napoli e dalle ormai famose sospensioni dei condannati al processo di
Calciopoli adottate dalla Federcalcio.
''L'articolo 22 delle Noif, e' una norma che cozza con la Costituzione e che non va a vedere tante
situazioni. Se quella norma fosse esistita negli anni '80 Paolo Rossi sarebbe mai diventato
cannoniere dei mondiali? Chi e' in grado di tutelare dal proprio interno quello che accade nella
giustizia sportiva?'' chiede l'ex arbitro Massimo De Santis, condannato per Calciopoli e presente
all'evento.

sabato 19 novembre 2011

LEGGETE UNA SCHEDA DI ZAMPARINI SU FRANCE FOOTBALL

http://www.francefootball.fr/#!/news/2011/11/18/173731_zamparini-ce-provocateur.html

VERSIONE IN ITALIANO DELL'INTERVISTA A ZAMPARINI USCITA OGGI SU FRANCE FOOTBALL

Presidente, lei è nel calcio da tanti anni, quasi 25, è stato proprietario del Venezia ora del Palermo. Cosa l’ha spinta ad entrare nel mondo del calcio?

“Semplicemente la passione. Da piccolo nel mio paese [Sevegliano, nda] io ero l’unico a possedere un pallone. Me l’aveva regalato un mio zio inglese. Ero tutti i giorni nel cortile a giocare con gli altri ragazzini. Poi a venti anni mi trasferii a Milano dove iniziaii a fare l’imprenditore e lascia perdere il calcio. Ma la passione rimase immutata. Così cominciai ad occuparmi di squadre dilettanti, finché diventato ormai un imprenditore di successo decisi, circa 25 anni fa, di acquistare il Venezia. E li è cominciato tutto. Lei mi chiede cosa mi ha spinto. Le rispondo sinceramente: la vanità. Noi presidenti di squadre di calcio siamo vanitosi, amiamo apparire, la visibilità”.

Lei è un imprenditore di successo (ricordiamo la vendita del suo gruppo MZ ai francesi di Conforama). E’ possibile fare impresa nel calcio?

“No. Per me col calcio non si fa impresa. Si fa calcio esclusivamente per una ragione di immagine. Prendete il Paris SG. Guardate il ritorno di immagine che ha avuto lo sceicco del Qatar che ha rilevato il club parigino. Per pubblicizzare il proprio fondo di investimento quanto avrebbe dovuto spendere in investimenti pubblicitari o di marketing. Glielo dico io: una fortuna. Dopo aver rilevato il PSG, invece, cinque minuti dopo lo conoscevano tutti. Stesso movente ha avuto il proprietario del Manchester City o Abramovich col Chelsea anni fa. In Italia abbiamo l’esempio di Berlusconi. Anche lui ha preso il Milan per vanità. Fare il Premier poi, ma chi gliel’ha fatto fare? Avrebbe potuto starsene in pace a godersi tutti i suoi soldi. Invece fa una vita d’inferno. Perché secondo lei? Per vanità. D’altra parte un vecchio proverbio siciliano, un po’ volgare, dice: comandare è meglio che fottere!”

Si parla spesso della crisi del calcio italiano, dell’incapacità dei suoi manager di gestirlo al meglio come in Inghilterra o Germania. Qual è la sua posizione in merito?

“Sarò franco. Il problema siamo noi italiani. Le vuole sapere cos’hanno in più in Germania o Inghilterra. Ebbene, io dico in più hanno i tedeschi e gli inglesi. Voglio dire il problema principale siamo noi italiani, il popolo italiano. E’ nostra la colpa se le cose non vanno. Nel paese come nel calcio. Il nostro sport, in fondo, altro non è che lo specchio del paese. Anzi, se le devo dire la verità, il calcio italiano è anche meglio di tutto il resto del paese. Se ci pensa, un presidente quando compra un calciatore è costretto a dare garanzie, fidejussioni bancarie, non può fare scherzi. Nelle altre attività, invece, lasciamo perdere. Si parla tanto del problema degli stadi. Sa cosa le dico? Che i club italiani sono disposti ad investire globalmente circa due miliardi di euro per la costruzione di nuovi stadi. Cosa avevamo chiesto allo Stato? Non soldi, ma semplicemente di alleggerire la burocrazia. Neanche quello ha fatto. [Il presidente Zamparini si è offerto di costruire lui il nuovo stadio del Palermo].

Anche all’estero è arrivata la sua fama di “mangiallenatori”, una quarantina tra Venezia e Palermo. E’ davvero un mangiallenatori? E se no come spiega questi cambiamenti continui?

“E’ colpa del mio carattere. Il fatto è che io, dovendo seguire le altre mie attività, non vivo la squadra durante la settimana. La domenica non vado neanche allo stadio. Quindi conosco la situazione attraverso quello che mi riferiscono i miei collaboratori. Quindi capita che io prenda decisioni impulsive. Comunque il dato che dice lei non è esatto. Si arriva a quel numero se si considera tutte le volte che per sostituire un allenatore ho chiamato temporaneamente il tecnico della squadra giovanile. In realtà, in media caccio un allenatore all’anno. E comunque avrò sbagliato in non più di cinque occasioni in tanti anni. In tutti gli altri casi ho fatto bene”.

Certo, questo suo carattere le costa un bel po’ di soldi!

“[Ride divertito, nda] Si è vero! Pago a caro prezzo il mio carattere. Ogni stagione mi tocca retribuire almeno due tecnici”.

Ha mai rimpianto di aver licenziato un allenatore?

“Io non ho rimpianti. Piuttosto ho il vanto di avere scoperto tanti allenatori che sono diventati famosi: da Zaccheroni a Ventura, da Spalletti a Guidolin. Anche quando li ho licenziati siamo sempre rimasti in eccellenti rapporti sul piano personale”.

In Francia lei gode di particolare attenzione da quando al Paris SG sono arrivati Sirigu e Pastore. Ci spiega cosa l’ha spinta, quando non erano conosciuti, a credere in loro?

“Il Palermo possiede un’organizzazione che lavora dodici mesi l’anno, soprattutto quando i mercati sono chiusi. Noi non possiamo permetterci di ingaggiare calciatori già affermati. Dobbiamo puntare su giovani di belle speranze, valorizzarli e dopo qualche anno fare una plus-valenza. Il Palermo è una squadra che ha bisogno di fare almeno 10 milioni di plus-valenze all’anno, altrimenti i conti sarebbero in rosso. Pastore e Sirigu avevano caratteristiche importanti e abbiamo puntato su di loro”.

Cosa è stato che l’ha indotta a credere da subito che Pastore fosse un fuoriclasse?

“Uno dei miei collaboratori mi aveva mostrato dei filmati di Pastori. Ora, deve sapere che io sono realmente un grande intenditore di calcio. Appena l’ho visto sono rimasto folgorato: un fuoriclasse! Siccome sono io in prima persona a decidere, l’ho fatto prendere subito. Ho avuto subito la conferma che Pastore era un fuoriclasse al primo allenamento. Ero a bordo campo: mi sono commosso nel vederlo per la prima volta, mai visto uno così. Divino”.

Di quali scoperte va maggiormente orgoglioso?

“Beh di giocatori ne ho scoperti tanti. Comunque direi Kjaer, Cavani, Hernandez”.


E’ ancora in contatto con Leonardo? Medita di concludere qualche altro affare con lui?

“Certo. Con Leonardo ci sentiamo almeno una volta ogni dieci giorni. Credo che faremo senz’altro altri affari assieme. Per esempio, a lui piace Balzaretti al quale non dispiacerebbe un trasferimento a Parigi visto che ha sposato un’étoile dell’Opera. Però deve pagarmelo la cifra giusta [Ride, nda]. Altrimenti resta a Palermo, visto che è un nazionale al quale sono molto affezionato. Poi c’è l’ipotesi Hernandez. Con Pastore a Palermo erano come due fratelli e la coppia si ricongiungerebbe volentieri. Comunque vedremo al prossimo mercato”.

Vuole spiegare ai lettori francesi com’è andata la vicenda Pastore, il problema con il suo procuratore?

“Ecco, mi dispiace aver dovuto coinvolgere involontariamente Leonardo in questa diatriba. Semplicemente le cose stanno così. C’è una norma Fifa che stabilisce che i procuratori non possono ricevere compensi sui trasferimenti dei calciatori. In Sudamerica viene aggirata attraverso società che acquistano la proprietà di una parte del cartellino dei calciatori. Simonian, il procuratore di Pastore, mi aveva detto che il trasferimenti di Pastore sarebbe saltato se non avessi firmato un certo documento che riconosceva a lui, il procuratore, certi diritti sul trasferimento. In realtà Pastore aveva già firmato col PSG. Quindi mi ha ingannato e praticamente teso una trappola. Io ho firmato per paura che saltasse tutto. Ma subito dopo l’ho denunciato. Ora vedremo come andrà a finire. Ho denunciato l’accaduto anche alla Fifa ma quelli non hanno fatto nulla. E’ uno scandalo ma a Blatter interessa solo procacciarsi voti quando ci sono le elezioni”.

Farebbe ancora affari con procuratori che detengono una parte del cartellino dei giocatori?

“Bisogna farli per forza. In Sudamerica questi procuratori vanno dalle famiglie dei calciatori di 16/17 anni e le costringono a cedere loro i diritti sui loro figli. Di solito si tratta di persone con problemi economici che accettano subito. Quindi siamo costretti ad avere a che fare con questi tipi. Dovrebbe essere la Fifa ad intervenire, facendo rispettare i suoi regolamenti”.

Qual è il mercato mondiale che più l’affascina?

“Dico ancora Sudamerica. Del resto, lo vede anche lei. Dei giovani talenti che circolano per l’Europa, su dieci almeno otto sono Sudamericani. Il motivo è che nella favelas si gioca a calcio, tutti sognano di sfondare. Qui da noi ormai nessuno gioca più nei cortili. Lo facevo io da piccolo e magari lei, ma i ragazzi oggi vanno alle scuole calcio”.

Il calcio è chiaramente una sua passione. Quali sono i suoi modelli calcistici, sia sul piano tecnico che manageriale?

“Sul piano manageriale mi ispiro alla mia esperienza come imprenditore. Più in generale le posso dire che amo il calcio spagnolo per la tecnica e quello inglese per la cultura dello sport. Quello che amo meno è proprio il nostro, quello italiano. In campo si cercano troppi sotterfugi, inganni. Poi non mi piace il nostro pubblico. Ma anche qui siamo alle solite: è tutto figlio della nostra società che non va”.

Ci racconta il progetto Palermo? Quali sono le vostre ambizioni?

“Beh se il tecnico attuale, Mangia, non si stufa di me e io di lui [Ride ancora, nda] l’obiettivo sportivo è la qualificazione alla Champions League. Lo scudetto no. Per quello servirebbe lo sceicco [Ride ripetutamente, nda]. A parte gli scherzi, credo che l’arrivo di stranieri in Italia sia difficile. A Roma sono arrivato gli americani, ma quelli l’hanno fatto perché è stata la banca a cercarli e a finanziare loro l’investimento. Gli stranieri da noi non arrivano perché non c’è meritocrazia. Prenda i diritti TV. A suo tempo, si decise di ripartire le risorse in base, tra l’altro, ai risultati sportivi degli ultimi cinquanta anni! Ma così si favoriscono sempre i soliti club. Per dire, se per assurdo il Palermo vincesse lo scudetto, continuerebbe a ricevere dalle TV una cifra enormemente inferiore a Milan, Inter e Juventus. In queste condizioni perché uno stranieri dovrebbe investire qua?”

Ogni tanto lei entra in polemica con i tifosi siciliani. Ci spiega perché?

“No guardi io ho un eccellente rapporto con la città di Palermo.Mi vogliono bene. Solo che ci sono certi siti Internet che danno voce ai tifosi che vogliono contestare. Sono un’infima minoranza ma sembrano in tanti. Io ce l’ho solo con quelli. Ma io adoro questa città”.

Spesso la sentiamo esprimere pareri anche su temi non calcistici. Ultimamente sta conducendo una battaglia contro Equitalia/Gerit. Ci racconta questa sua iniziativa e più in generale come vede il futuro dell’Italia?

“In un momento in cui l’Italia vive un momento di grande difficoltà, Equitalia/Gerit è una tragedia. E’ una società che si occupa del recupero crediti per conto dello Stato. Quando uno non riesce a pagare una multa oppure delle tasse arretrate si vede caricare sanzioni che in capo a poco tempo riducono il cittadino sul lastrico. Tempo fa avevo iniziato a fare un programma su Telelombardia per denunciare questo fenomeno ma hanno chiuso il programma su pressione del vertice di Equitalia. Allora, grazia a Radio Radio, una radio romana, ho deciso di lanciare un movimento per la gente. Ci occupiamo dei problemi dei cittadini comuni e ci sforziamo di trovare soluzioni. Lei mi dirà, ma chi me lo fa fare? A settanta anni ho capito che dobbiamo essere noi cittadini a prendere l’iniziativa e darci da fare. Intendiamoci, non entrerò mai in politica. Io voglio creare un movimento orizzontale non verticale. Ma alla mia età ho capito una cosa: un uomo non è felice se è ricco, ma solo se riesce a stare bene assieme agli altri”.

Per finire, non posso non chiederle un commento sulla sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato Luciano Moggi e molti altri protagonisti di Calciopoli.

“Sarò diretto. Per me è tutta colpa delle istituzioni del calcio. Che avrebbero dovuto tenere gli occhi aperti, controllare. Gli organi del calcio italiano si configurano come un sistema mafioso. Moggi era solo uno degli ingranaggi. Certamente più abile e furbo di tutti gli altri. Ma la vera colpevole era l’istituzione che ha tollerato tutto ciò”.

INTERVISTA A MAURIZIO ZAMPARINI SU FRANCE FOOTBALL USCITO OGGI


mercoledì 16 novembre 2011

Presentazione ufficiale "Le pagine nere del calcio" a Roma

l 22 novembre alle ore 11, presso il Futbol Club di Roma, si terrà la presentazione del libro di Antonio Felici "Le pagine nere del calcio" (Iacobelli). All'incontro interverranno i rappresentanti dei maggiori organi di informazione nazionali.

CON MOGGI CONDANNATA LA STRATEGIA DI ANDREA AGNELLI

Pubblicato su TS il 15 novembre 2011



Pur essendo un giornalista che crede profondamente nel legame tra etica e sport, non provo alcun tipo di soddisfazione per la condanna penale di Luciano Moggi e degli altri personaggi coinvolti in Calciopoli. Hanno rappresentato e molti rappresentano ancora pezzi importanti del nostro calcio e il fatto che un tribunale li abbia considerati colpevoli rappresenta una ferita molto grave per il nostro movimento. Ci vorrà tempo per rimarginarla. Quindi, non c’è niente da festeggiare.

Tuttavia, la sentenza di Napoli ha un’importanza fondamentale perché in sostanza conferma, con tempi, approcci e procedimenti differenti, le decisioni prese a suo tempo dalla giustizia sportiva. Quest’ultima è stata molto criticata, accusata di eccessiva rapidità, superficialità, scarsa equità. Alcune critiche erano anche giustificate, sebbene gli organi federali siano costretti a pronunciarsi in tempi ristretti. Tuttavia, ad oggi, la verità stabilità dalla giustizia sportiva è stata confermata dal processo napoletano. Ossia che è esistito un gruppo di potere che ha pesantemente condizionato alcuni campionati di serie A, orientandone in maniera fraudolenta gli esiti sportivi. Anche i giudici, dunque, hanno dato conforto alla sensazione che avevo avuto, a suo tempo, nel leggere l’intero corpo di intercettazioni su cui si basava l’inchiesta “Off-side”. Quella, cioè, di trovarmi di fronte ad una delle situazioni più vergognose ed intollerabili che il nostro calcio avesse mai vissuto. E’ vero, non tutti i protagonisti della sporca vicenda sono stati puniti. Nel corso del dibattimento gli avvocati di Moggi hanno dimostrato, intercettazioni alla mano, che esisteva anche un coinvolgimento dell’Inter. Di questo, all’ex direttore generale della Juventus dobbiamo essere grati. In questo senso, è vergognoso e intollerabile che la prescrizione sia intervenuta per salvare la posizione di Moratti e del club nerazzurro. Questo però non autorizza nessuno a sostenere la tesi “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Intanto, perché è da dimostrare che, a parte l’Inter, siano stati coinvolti altri club. Poi, perché quand’anche si riuscisse a dimostrarlo, significherebbe solo che dovrebbe allargarsi la schiera di quelli che avrebbero dovuto essere puniti. Per adesso sappiamo che gran parte di loro sono stati individuati e sanzionati. Sia dalla giustizia sportiva (definitivamente), sia da quella penale (primo grado). Questo è sufficiente a dare sostegno a un mio vecchio desiderio: chi si è reso protagonista di certi comportamenti deve essere emarginato dal nostro calcio. Ancor più deve essere spazzato via un certo modo di gestire e di intendere il calcio, erigendo un cordone sanitario che faccia sì che certe intollerabili truffe non si ripetano mai più.

Di fronte alla sentenza di Napoli non si può non dare un giudizio sulle mosse di Andrea Agnelli. Questa sentenza, a mio avviso, rappresenta un colpo mortale alla sua strategia. Sappiamo tutti che in caso di assoluzione di Moggi lui e i suoi avvocati l’avrebbero cavalcata per sostenere la tesi che la Juventus non ha fatto nulla per meritare la revoca dei titoli conquistati. Questa intenzione era stata anticipata in ogni sede e circostanza. Ora la Juventus ci fa sapere che la sua posizione è assolutamente estranea a quella di Moggi. No, così non va. Quando Agnelli pretende per la Juventus pari trattamento rispetto alle altre ha ragione. Si adoperi, allora, per organizzare una campagna stampa per indurre Moratti e l’Inter a rinunciare alla prescrizione e a farsi processare come tutti gli altri. Ma insistere sulla restituzione dei titoli tolti alla Juve è un errore madornale. Ricordi che il creatore della Triade fu suo padre Umberto. Fu lui ad affidare la gestione manageriale a Giraudo e a volere Moggi. Ebbene Giraudo ha patteggiato la pena, dunque ha ammesso le proprie responsabilità. Moggi è stato condannato in primo grado. Chi li ha voluti non può pretendere ora di negare le proprie responsabilità. Qualcosa di illegale è stato compiuto. La giustizia sportiva e quella penale lo hanno stabilito. Se in giro c’è qualche impunito, Agnelli si lamenti, protesti, saremo con lui. Ma la Juventus ha sbagliato e giustamente e duramente ha pagato. La storia finisca qua. Si dedichi alla costruzione di una squadra vincente. I risultati di questo campionato dimostrano che forse è sulla strada giusta per tornare a vincere. In maniera pulita. E dimentichi per sempre quei due titoli maledetti. Scudetti che andrebbero buttati nella pattumiera per sempre e che nessuno dovrebbe andare orgoglioso di cucirsele sul petto.

La Bosnia medita di fare un brutto scherzo a CR7

Pubblicato su www.betpress.it



Questa settimana è ancora caratterizzata dagli impegni delle nazionali, in attesa di rituffarci nell’attività per club a partire dal prossimo week-end. Stasera sarà la volta delle gare di ritorno degli spareggi per Euro 2012. A parte un caso, i giochi sono praticamente fatti. Croazia ed EIRE hanno messo la qualificazione in ghiacciaia. La prima ha battuto seccamente in trasferta la Turchia. La nazionale di Trapattoni ha fatto ancora meglio in Estonia. Le gare di ritorno sono delle pure formalità. Metà passaporto in tasca anche per la Repubblica Ceca. Il 2-0 casalingo contro il Montenegro è un risultato assai rassicurante. Per la nazionale balcanica sarà molto difficile ribaltare la situazione, anche perché i cechi non subiscono reti così facilmente. A Vucinic e soci serve davvero l’impresa. L’unico confronto ancora aperto è Portogallo-Bosnia. All’andata è finita a reti bianche, un risultato che lascia i giochi ancora aperti. Inutile dire che Cristiano Ronaldo e compagni sono leggermente favoriti, ma occhio alla Bosnia. Ha tecnica ed organizzazione e nelle qualificazioni ha fatto tremare la Francia a Parigi. Un pareggio con gol la qualificherebbe.

Qualcosa di interessante s’è visto anche nelle qualificazioni ai Mondiali 2014 in Sudamerica. La nota positiva, ancora una volta, viene dall’Uruguay che ha surclassato il Cile con una quaterna dello scatenato Suarez. La nazionale di Tabarez continua a vivere un momento assai felice. Non si può dire lo stesso per l’Argentina. La squadra continua a deludere. Il pareggio casalingo contro la Bolivia ha destato moltissime perplessità. La squadra, evidentemente, non riesce a sfruttare al meglio le potenzialità dei tanti talenti a disposizione. In primis Lionel Messi che, quando gioca con la maglia del suo paese, appare sempre lontano dal fuoriclasse che noi tutti conosciamo e ammiriamo. Oggi la trasferta in Colombia si annuncia delicata. I tifosi non perdonerebbero un nuovo insuccesso.

Intanto bella prova della Nazionale azzurra nell’amichevole in Polonia. Finalmente positivo (in tutti i sensi) l’apporto di Mario Balotelli, condito da un gran bel gol. Stasera si replica all’Olimpico proprio contro l’Uruguay.

sabato 12 novembre 2011

MOGGI: CONDANNA PENALE

Pubblicato su France Football l'11 novembre 2011

Antonio Felici su Calciopoli

Pubblicato su www.calciomercato.it il 10 novembre 2011

Il corrispondente di 'France Football' ha commentato le decisioni del processo di Napoli

CALCIOPOLI FELICI / ROMA - Antonio Felici, corrispondente italiano del periodico transalpino 'France Football' e noto scrittore, ha voluto commentare per Calciomercato.it le sentenze di Calciopoli, comunicate proprio qualche giorno dopo l'uscita del suo ultimo libro 'Le pagine nere del Calcio, tutti gli scandali minuto per minuto (Iacobelli editore)'.

"Premetto che non provo alcuna soddisfazione per la condanna penale di certi personaggi. Hanno rappresentato e rappresentano pezzi importanti del calcio italiano e il fatto che un tribunale li abbia considerati colpevoli rappresenta una ferita grave per il nostro movimento. Tuttavia, la sentenza di Napoli ha un’importanza fondamentale perché in sostanza conferma, con tempi e modi differenti, le decisioni prese a suo tempo dalla giustizia sportiva. Ad oggi, la verità processuale dice che è esistito un gruppo di potere nel nostro calcio che ha pesantemente condizionato i campionati di serie A, orientandone in maniera fraudolenta gli esiti sportivi. Condivido le critiche di chi sostiene che, a conti fatti, non tutti i protagonisti della sporca vicenda siano stati puniti (vedi l’Inter). Intanto, però, sappiamo che gran parte di loro sono stati individuati e puniti. Questo dà sostegno a un mio vecchio desiderio: che chi si è reso protagonista di certi comportamenti venga emarginato dal nostro calcio, che venga eretto un cordone sanitario che faccia sì che certe truffe non si ripetano mai più.
Un’ultima riflessione la dedico ad Andrea Agnelli. Questa sentenza è un colpo mortale alla sua strategia. Sappiamo tutti che in caso di assoluzione di Moggi lui e i suoi avvocati l’avrebbero cavalcata per sostenere la tesi che la Juventus non ha fatto nulla per meritare la revoca dei titoli conquistati. Ora ci fa sapere che la Juve con Moggi non c’entra niente. Così non va. Continui pure a pretendere, com’è giusto, pari trattamento e che anche altri (vedi sempre l’Inter) vengano processati e puniti. Ma dimentichi per sempre quei due titoli maledetti. Campionati che andrebbero buttati nella pattumiera e non cuciti sul petto come ha fatto qualcuno.

mercoledì 9 novembre 2011

MOGGI CONDANNATO. ANDREA AGNELLI, ADESSO COME LA METTIAMO?

Premetto che non provo alcun tipo di soddisfazione per la condanna penale di Luciano Moggi e degli altri personaggi coinvolti in Calciopoli. Hanno rappresentato e rappresentano pezzi importanti del calcio italiano e il fatto che un tribunale li abbia considerati colpevoli rappresenta una ferita molto grave per il nostro movimento. Quindi, non c’è niente da festeggiare.

Tuttavia, la sentenza di Napoli ha un’importanza fondamentale perché in sostanza conferma, con tempi e modi differenti, le decisioni prese a suo tempo dalla giustizia sportiva. Ad oggi, la verità processuale dice che è esistito un gruppo di potere nel nostro calcio che ha pesantemente condizionato alcuni campionati di serie A, orientandone in maniera fraudolenta gli esiti sportivi. Anche i giudici, dunque, hanno dato conforto alla sensazione che avevo avuto, a suo tempo, nel leggere l’intero corpo di intercettazioni su cui si basava l’inchiesta “Off-side”. Quella, cioè, di trovarmi di fronte ad una delle situazioni più vergognose ed intollerabili che il nostro calcio avesse mai vissuto. E’ vero, non tutti i protagonisti della sporca vicenda sono stati puniti. Nel corso del dibattimento gli avvocati di Moggi hanno dimostrato, intercettazioni alla mano, che esisteva anche un coinvolgimento dell’Inter. In questo senso, è vergognoso e intollerabile che la prescrizione sia intervenuta per salvare la posizione di Moratti e del club nerazzurro. Questo però non autorizza nessuno a sostenere la tesi “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Intanto, perché è da dimostrare che, a parte l’Inter, siano stati coinvolti altri club. Poi, perché quand’anche si riuscisse a dimostrarlo, significherebbe solo che dovrebbe allargarsi la schiera di quelli che avrebbero dovuto essere puniti. Per adesso sappiamo che gran parte di loro sono stati individuati e sanzionati. Sia dalla giustizia sportiva (definitivamente), sia da quella penale (primo grado). Questo è sufficiente a dare sostegno a un mio vecchio desiderio: chi si è reso protagonista di certi comportamenti deve essere emarginato dal nostro calcio. Ancor più deve essere spazzato via un certo modo di gestire e di intendere il calcio, erigendo un cordone sanitario che faccia sì che certe intollerabili truffe non si ripetano mai più.

Una cosa va detta ad Andrea Agnelli. Questa sentenza, a mio avviso, rappresenta un colpo mortale alla sua strategia. Sappiamo tutti che in caso di assoluzione di Moggi lui e i suoi avvocati l’avrebbero cavalcata per sostenere la tesi che la Juventus non ha fatto nulla per meritare la revoca dei titoli conquistati. Questa intenzione era stata anticipata in ogni sede e circostanza. Ora la Juventus ci fa sapere che la sua posizione è assolutamente estranea a quella di Moggi. No, così non va. Quando Agnelli pretende per la Juventus pari trattamento rispetto alle altre ha ragione. Si adoperi, allora, per organizzare una campagna stampa per indurre Moratti e l’Inter a rinunciare alla prescrizione e a farsi processare come tutti gli altri. Ma insistere sulla restituzione dei titoli tolti alla Juve è un errore madornale. Ricordi che il creatore della Triade fu suo padre Umberto. Fu lui ad affidare la gestione manageriale a Giraudo e a volere Moggi. Ebbene Giraudo ha patteggiato la pena, dunque ha ammesso le proprie responsabilità. Moggi è stato condannato in primo grado. Chi li ha voluti non può pretendere ora di negare le proprie responsabilità. Qualcosa di illegale è stato compiuto. La giustizia sportiva e quella penale lo hanno stabilito. Se in giro c’è qualche impunito, Agnelli si lamenti, protesti, saremo con lui. Ma la Juventus ha sbagliato e giustamente e duramente ha pagato. La storia finisca qua. Si dedichi alla costruzione di una squadra vincente. I risultati di questo campionato dimostrano che forse è sulla strada giusta per tornare a vincere. In maniera pulita. E dimentichi per sempre quei due titoli maledetti. Scudetti che andrebbero buttati nella pattumiera per sempre e non cuciti sul petto come improvvidamente ha fatto qualche presunto cultore dell’onestà.

IL CAMPIONATO SALUTA IL RITORNO DEL MILAN

Pubblicato su TS l'8 novembre 2011

La giornata di campionato alla fine è risultata monca a causa dei rinvii di Genoa-Inter e Napoli-Juventus. Naturalmente in questi momenti il calcio è l’ultima delle nostre preoccupazioni e da queste colonne voglio manifestare anch’io la totale vicinanza alle popolazioni colpite dai recenti alluvioni, in particolare Genova e la Liguria intera. Il nostro mestiere, però, è quello di analizzare quello che accade nel nostro sport più amato e va detto che la mancata disputa delle due gare in oggetto ha obiettivamente ridimensionato l’interesse di una giornata che si annunciava, invece, particolarmente interessante.
Sugli scudi continuano a rimanere Udinese e Lazio. Avevamo previsto che queste due eccellenti formazioni non rappresentavano un fuoco di paglia. I fatti stanno confermando questo punto di vista. I friulani, quando possono usufruire della vena realizzativa di Totò Di Natale, non sbagliano un colpo. Hanno steccato solo a Napoli e, guarda caso, mancava proprio il loro uomo più rappresentativo. Non inganni il fatto che il Siena sia stato piegato solo di misura. Quella toscana è una delle piccole realtà più interessanti di questo scorcio di campionato e batterla non è stato per niente banale. I complimenti vanno estesi anche alla Lazio. Magari contro il Parma ci si poteva aspettare anche un successo più agevole. Però i ragazzi di Reja all’Olimpico avevano evidenziato qualche difficoltà di troppo e già essersi assicurati i tre punti è stato un bel traguardo. La squadra sembra ormai maturata ed ha la straordinaria capacità di ottimizzare gli sforzi. La Lazio, per dire, ha segnato solo sedici reti in dieci partite eppure s’è portata a casa ventuno punti. Io non credo che l’Udinese o la Lazio possano vincere il titolo. Tuttavia, hanno tutte le carte in regola per lottare fino alla fine per un posto nell’Europa che conta.
Intanto, senza particolari clamori, il Milan sta progressivamente tornando al suo posto. Il Catania di Montella gioca un buon calcio ed ha raccolto un numero di punti tutt’altro che disprezzabile. Eppure a S.Siro è stato travolto. Anche questo risultato non era per niente scontato, almeno per l’entità. Era lecito aspettarsi che, dopo il caso Gattuso, la scoperta che Antonio Cassano ha subito un leggero ictus a causa di una malformazione al cuore, scuotesse notevolmente l’ambiente rossonero. Così, infatti, è avvenuto. Tuttavia, la squadra ha reagito nella maniera giusta, come solo le squadre di grande personalità riescono a fare. Certo, per l’immediato futuro la dirigenza dovrà trovare un’alternativa a Cassano. Per il momento, l’attuale potenziale sembra essere ampiamente sufficiente per consentire al Milan di difendere il titolo con concrete possibilità di bissare il successo della passata stagione.
Nel rinviare l’analisi relativa ad altre squadre di vertice come Juventus, Napoli e Inter, un discorso a parte merita la Roma. Dopo il tonfo casalingo contro il Milan, tutto l’ambiente romanista attendeva con viva preoccupazione la trasferta di Novara. Sul sintetico del “Piola” per circa un’ora, soprattutto nel primo tempo, s’è vista una squadra brutta, noiosa, senza idee e priva di qualsiasi schema offensivo degno di questo nome. A tutto questo si sono aggiunte anche le solite difficoltà difensive, aggravate dalla decisione di Luis Enrique di stupire ancora una volta inserendo Cassetti centrale e Taddei terzino sinistro. Poi, finalmente il tecnico asturiano ha azzeccato una mossa: inserire Bojan in avanti, arretrando Lamela sulla linea della trequarti. Da quel momento la squadra s’è sbloccata, realizzando due gol e producendo un certo gioco offensivo. Alla fine è arrivata la vittoria, ma non va dimenticata una parata determinante di Stekelenburg e un palo colpito dal Novara. La sensazione è che la bravura dei singoli sia riuscita ad ovviare a certe scelte cervellotiche del tecnico che a lungo hanno frenato la squadra. Questo successo è di fondamentale importanza. Adesso a Trigoria potranno lavorare tranquilli per due settimane, in attesa di un altro incontro potenzialmente favorevole, come quello col Lecce all’Olimpico. In questo periodo anche Luis Enrique farà bene a riflettere su certe sue scelte. Non sono solo i giocatori a dover dare di più. Anche al tecnico si chiede di fare meglio. Molto meglio.