giovedì 27 settembre 2012

LE PAGELLE DI ROMA-SAMPDORIA

Le pagelle di Roma-Sampdoria al seguente link: http://www.marione.net/not.php?Not=9340&Titolo=Notizie:%20On%20Air%20-%20Roma%20-%20Sampdoria%201-1:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici

domenica 23 settembre 2012

IL CASO CELLINO E UNA CLASSE DIRIGENTE FOLLE

Da qualche tempo non sentiamo che parlare del declino del calcio italiano, dei problemi che l'affliggono, della sua diminuita competitività, del problema degli stadi e così via. In genere, c'è sempre qualche anima candida che si chiede come mai la Lega o la Figc non facciano nulla per invertire questa tendenza. Molti dimenticano che i vertici federali sono eletti dalle varie componenti del mondo del calcio, in primis la Lega. E da chi è formata la Lega? Dai presidenti dei club. E' dalle loro decisioni, in ultima analisi, che dipende lo stato di salute del calcio italiano. Prendiamo un presidente a caso, uno qualunque, ad esempio Cellino. E' anche a uno come lui che è affidato il calcio italiano. Viene da piangere...

Proprio quel Cellino, artefice dell'atto più vergognoso ed eversivo mai preso da un presidente di club italiano. Di fronte alla decisione delle autorità di far giocare Cagliari-Roma a porte chiuse per ragioni di sicurezza, ha assunto la posizione più scellerata che si potesse immaginare. Utilizzando la buona fede dei tifosi come una clava, li ha invitati a presentarsi lo stesso allo stadio, nella speranza che la loro pressione sovvertisse la decisione del Prefetto. Una decisione folle, presa da lontano, da Miami. Le autorità hanno ritenuto non agibile il nuovo stadio del Cagliari dove - tra l'altro - non sono state approntate la tribuna e la sala stampa e dove non è possibile avere garanzie sull'incolumità degli spettatori. Cellino, insomma, ha assunto una responsabilità di una gravità assoluta. Se il Prefetto, infatti, non avesse deciso di far rinviare il match, in caso di incidenti agli spettatori la colpa sarebbe ricaduta integralmente su di lui. Cellino desidera giocare all'Is Arenas? Faccia pure. Ma si preoccupi di mettere a disposizione della sua squadra e degli avversari, oltre che del pubblico, un impianto a norma che rispetti i requisiti minimi di sicurezza. Ha un contenzioso col comune o non è d'accordo con le autorità? Risolva i suoi problemi nelle sedi opportune, senza giocare con la sorte del Cagliari e dei suoi tifosi. Si, perché a questo punto nulla potrà evitare il 3-0 a tavolino a favore della Roma.

Ma Cellino non è l'unico colpevole. La Lega nella sua interezza non aveva proprio nulla da dire su questa vicenda? No, evidentemente. Ci voleva tanto a "consigliare" (per non dire obbligare) il loro "socio" Cellino a giocare in un altro stadio (Trieste, come in altre occasioni), in attesa che la situazione si risolvesse? Cos'ha da dire la Lega sulla pretesa di Cellino di giocare in uno stadio non a norma? Niente, evidentemente. La Lega, un consesso di Ponzii Pilati, incapaci di dare uno straccio di indirizzo al calcio italiano, buoni solo a scannarsi per qualche milione di euro in più di diritti televisivi. Un'assemblea che da tempo immemorabile non è capace neppure di eleggere un presidente degno di questo nome e resta ancora appesa alla sbiadita e impalpabile figura di Beretta.

Un esame di coscienza, infine, devono farlo anche i Comuni. Ormai l'hanno capito tutti che fanno di tutto per ostacolare la costruzione di nuovi stadi di proprietà dei club perché non hanno la benché minima idea su come sfruttare i propri impianti. Sanno solo intascare i proventi derivanti dagli affitti ai club. E se questi decidono di optare per nuove strutture fanno leva sulle lungaggini burocratiche per indurli a cambiare idea.

Presidenti dei club, vertici federali, amministratori. Una fetta importante di classe dirigente che sta mandando a rotoli il nostro calcio. Finché siamo in tempo, fermiamoli!!

martedì 18 settembre 2012

FRANCE FOOTBALL: ZOOM SULLA ROMA CHE STECCA


lunedì 17 settembre 2012

ROMA: IL KO COL BOLOGNA ERRORE DI GIOVENTU'

La clamorosa sconfitta subita contro il Bologna ha fatto piombare i tifosi della Roma in un'improvviso stato depressivo. Tante erano le speranze suscitate dall'impresa di Milano con l'Inter che l'inatteso KO ha rappresentato un brusco risveglio. Inevitabilmente sono riaffiorate anche le perplessità sull'allenatore. Quanto era forte il desiderio di potere finalmente dire "è la solita squadra alla Zeman".

In realtà, esistono molti motivi per rimanere freddi ed archiviare la sconfitta dell'Olimpico come naturale incidente di percorso. Intanto va considerato che, anche se la nuova proprietà americana è al suo secondo anno, la squadra è stata ancora una volta completamente rinnovata. Nuovo è l'allenatore e nuova è una percentuale ragguardevole di calciatori, tutti o quasi di tenera età. Per quanto Zeman riesca in poco tempo a dare un'impronta alle sue squadre, un po' di tempo è necessario per portare la Roma a regime. Prendete il Pescara dello scorso anno. Nel mese di settembre vinse una partita e ne perse tre. Sembrava un disastro ma poi il boemo con un manipolo di ragazzini vinse addirittura il campionato. Quindi serve calma.

Un anno fa la Roma di Luis Enrique non ingranava proprio. La nuova Roma di Zeman, invece, ha ingranato eccome. Per mezzora contro il Bologna s'è vista una squadra stellare. In generale, tutto il primo tempo è stato davvero ottimo e anche la fase difensiva, tutto sommato, è stata condotta per il meglio. Nella ripresa il black-out. Ora, è impossibile pensare che nell'arco di pochi minuti la squadra sia passata dalla meraviglia al disastro per ragioni tecnico-tattiche. La squadra ha ceduto psicologicamente. Sentiva di avere la vittoria in tasca ed ha mollato. Un errore che non andrebbe mai fatto. Ma che quando si hanno molti calciatori giovani in rosa può capitare di commettere. La sconfitta, insomma, è soprattutto figlia della gioventù di questa Roma. Ma la gioventù, anche nel calcio, è una cosa positiva e alla lunga darà i suoi riscontri positivi. Serve solo un po' di tempo.

Quanto alla sconfitta "zemaniana", non sono per niente d'accordo. A parte il terzo gol - frutto di un infortunio di Stekelemburg e Burdisso - gli altri due sono arrivati a difesa schierata. In quel caso, sono stati i singoli giocatori a non mostrarsi sufficientemente reattivi. Su tutti Piris che ancora mi sembra un pesce fuor d'acqua. Anche in questo caso, però, gli errori mi sembrano più frutto di scarsa concentrazione, che ha afflitto all'improvviso tutta la squadra, che di errori tattici.

Certo, la serie A è un campionato molto difficile, non è la serie B dove Zeman ha imperversato lo scorso anno. Il boemo dovrà lavorare soprattutto sulla testa dei giocatori ed evitare che certi passaggi a vuoto si ripetano nel prossimo futuro. Nel massimo campionato, una volta perso eccessivo terreno, recuperare è molto difficile. Niente drammi, quindi, per la sconfitta col Bologna. Ma d'ora in avanti tecnico e giocatori faranno bene a tenere sempre altissima l'asticella della tensione e dell'attenzione.

martedì 11 settembre 2012

LA BIELORUSSIA CHE AFFRONTA LA FRANCIA

La nostra presentazione della Bielorussia uscita oggi in vista delle qualificazioni di stasera. Link:  http://www.francefootball.fr/#!/news/2012/09/11/111215_bielorussie-terminus-saint-denis.html

1/09/2012 à 11:12

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Bleus

Biélorussie, terminus Saint-Denis?

(EQ)
Ce mardi soir à 20 h 45 au Stade de France, les Bleus affrontent une sélection de Bielorussie qui n'a jamais encore perdue face à eux. En a-t-elle toujours les moyens ? (Photo Presse-Sports)
Invaincue. C'est ainsi que se présente la sélection de Biélorussiece mardi soir à Saint-Denis face à l'équipe de France. Invaincue contre les Bleus lors des deux précédentes rencontres, les seules disputées entre les deux pays depuis l'accession à l'indépendance de cette ancienne république soviétique et la création d'une équipe nationale (1992). Personne ne l'a oublié, Alexander Hleb et ses camarades s'étaient imposés 1-0 au Stade de France, le 3 septembre 2010 pour le premier match de compétition de Laurent Blanc à la tête des Bleus, à l'occasion des éliminatoires de l'Euro 2012. Et le 3 juin suivant, la Biélorussie avait encore accroché les Français (1-1), lors du match retour à Minsk.
Le moral au plus bas
Aujourd'hui, Laurent Blanc n'est plus là, puisque Didier Deschamps a pris sa place au début de l'été. Alexander Hleb, non plus : la star du football biélorusse souffre du genou et a été mis au repos jusqu'au coup d'envoi de la phase de poules de Ligue des Champions (la semaine prochaine), à laquelle il participe avec son club du BATE Borisov. Pour palier son forfait, Georgy Kondratiev, le sélectionneur de la Biélorussie, a fait appel à Sergei Kislyak, le buteur victorieux du Stade de France, en septembre 2010. Pas facile d'aborder un tel match sans un élément de la carrure de Hleb. Surtout que la Biélorussie débarque à Paris le moral au plus bas. Et pas seulement parce qu'elle doit se priver de l'ancien joueur du Barça et d'Arsenal qui, de toute façon, était absent de la sélection depuis l'hiver dernier.
Vendredi, les Biélorusses se sont inclinés (1-0) face à la Géorgie pour leur premier match des éliminatoires du Mondial 2014. Et dans l'affaire, ils ont laissé beaucoup de plumes, pendant et après le match, avec les blessures de Pavel Nekhaitchik et Yan Tigorev, rejoints à l'infirmerie par Maxime Zhavnerchik et Youri Zhevnov. Infirmerie qu'a finalement quittée Maxime Bordatchev, touché aux adducteurs à Tbilissi. Pas facile pour Kondratiev de composer avec un groupe decimé. Le technicien qui a conduit la Biélorussie à une historique troisième place à l'Euro Espoirs 2011 et, par contre coup, aux JO de Londres, devra pourtant trouver quelque chose. La fédération biélorusse avait écarté son prédécesseur, fin 2011, à cause de deux quatrième places de rangs dans les éliminatoires du Mondial 2010 puis de l'Euro 2012. La déception avait été particulièrement forte dans le second cas : comment digérer un tel échec après avoir pris quatre points sur six à la France ?
Hleb : «Finir deuxième, derrière l'Espagne»«Dans ces qualification à la prochaine Coupe du Monde, nous misons sur la deuxième place, derrière l'Espagne, hors d'atteinte », a souligné Alexander Hleb dans nos colonnes, ce mardi. Une défaite au Stade de France, et donc zéro point après deux matches, rendrait la tache très compliquée. Kondratiev comptera beaucoup ce soir sur le volume de jeu d'Anton Putilo, le seul du groupe biélorusse à ne pas évoluer au pays ou en Russie (ce milieu gauche joue à Fribourg, en Allemagne) et la maestria technique de Renan Bressan, le Brésilien naturalisé, qui, en août, a réussi un doublé en match amical face à l'Arménie (2-1). Il est étonnant, en revanche, que le sélectionneur biélorusse préfère Sergei Kornilenko à Vitaly Rodionov en attaque. Hleb soulignait que «ce groupe manque d'expérience internationale» Pourquoi alors se passer d'un attaquant actuellement très en forme, capable de réaliser deux doublés le mois dernier dans les phases éliminatoires de Ligue des champions avec le BATE Borisov ?
Roberto Notarianni 
(avec Alexis Menuge et Antonio Felici)

venerdì 7 settembre 2012

PARIS SG RE DEL MERCATO, AL TERZO POSTO LO ZENIT DI SPALLETTI, OTTAVA LA JUVE

Il pezzo sugli ultimi botti di mercato a livello internazionale. Lo trovate al link: http://www.francefootball.fr/#!/news/2012/09/07/165553_le-zenith-a-fini-fort.html



07/09/2012 à 16:55
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Le Zénith a fini fort !

(REUT)
Le marché des transferts a officiellement fermé ses portes jeudi soir en Europe. Si le Paris-SG se hisse bien au sommet des clubs les plus dépensiers de l'été, il a bien failli être rattrapé par le Zénith Saint-Pétersbourg, qui a déboursé 98 millions d'euros ces derniers jours pour recruter Hulk et Axel Witsel. (Photo Reuters)
Ils n'auront pas eu le droit au bouquet final. Les supporters du Zénith ont attendu, ivres d'excitation, jusqu'à la dernière minute, jeudi soir. En vain. Les dirigeants du club de Saint-Pétersbourg n'ont pu leur offrir un troisième joyau, une sorte de cerise sur le gâteau. Courtisé depuis plusieurs jours, Nani n'a pas quitté Manchester United, malgré une offre de plus de 32 millions d'euros. Mais personne ne s'est plaint, tant les fans du double champion de Russie en titre ont été gâtés ces derniers jours. En début de semaine, le Zénith a frappé un coup retentissant en recrutant l'attaquant brésilien Hulk (FC Porto) pour un total de 58 millions d'euros, entre indemnités de transfert (au club portugais et à l'agence brésilienne propriétaire de 15% du contrat du joueur), fond de solidarité et commissions des intermédiaires, ainsi que le milieu belge Axel Witsel (Benfica) pour 40 millions, soit le montant de sa clause libératoire. 

«Avec ces deux renforts, nous avons renforcé l'équipe comme le souhaitait notre coach, Luciano Spalletti, a déclaré Dietmar Beiersdorfer, directeur sportif du Zénith. Nous espérons que cela portera ses fruits en Ligue des champions.» Pour être précis, le technicien italien avait demandé un attaquant, un milieu et un défenseur de premier plan. Aujourd'hui, seul ce dernier manque à l'appel, quand bien même les Russes ont battu plusieurs pistes et tenté de faire venir le Grec Papadopoulos (Schalke 04). Ce n'est que partie remise : le Zénith va revenir à la charge en janvier. L'arrivée de Hulk et Witsel augmente, bien évidemment, le crédit de la formation de Saint-Pétersbourg en C1 (elle se trouve dans le groupe de l'AC Milan, d'Anderlecht et de Malaga). Et elle conforte les ambitions d'un football russe qui commence à bousculer les hiérarchies au plan continental.

Le Real et le Milan loin du top 10 

Comme nous l'avons souligné dans l'édition de France Football de ce vendredi, le marché d'été des transferts a été dominé par ces clubs propriétés de richissimes émirs du Golfe ou de puissants oligarques : le Paris-SG a frappé en premier et de façon hyper spectaculaire (Ibra, Thiago Silva, Lavezzi), Manchester City etChelsea ont oeuvré pendant toute la période estivale, et le Zénith a bouclé la cession de transferts en beauté. Face à cette déferlante, plusieurs prestigieuses écuries ont fait preuve d'une grande discrétion sur le mercato. 

Malgré l'arrivée de Modric (35 millions + 7 millions de bonus), leReal Madrid ne se classe qu'à la quatorzième place des clubs les plus dépensiers d'Europe (voir tableau ci-dessous), juste devant le Barça, rejoint par Alexandre Song fin août (19 millions pour le joueur d'Arsenal). Mais le ''pompon'' revient à l'AC Milan : 41e avec 17,8 millions déboursés pour le recrutement ! Le club italien est devancé par moult écuries anglaises ou allemandes, une Ligue 2 française (Monaco, 39e, 18,5 millions) mais aussi par des clubs issus de Championnats de second rang. Comme les Ukrainiens du Dynamo Kiev (16e, 32,8 millions), les Turcs de Fenerbahçe (17e, 30,6 millions) ou les Néerlandais du FC Twente (34e, 20 millions). 

Roberto Notarianni (avec Antonio Felici)

Top 15 des clubs les plus dépensiers en Europe

1. Paris-SG (FRA), 105 ME
2. Chelsea (ANG), 100 ME
3. Zénith Saint-Pétersbourg (RUS), 98 ME
4. Bayern Munich (ALL), 70,3 ME
5. Manchester City (ANG), 66 ME
6. Tottenham (ANG), 65,4 ME
7. Manchester United (ANG), 64,7 ME
8. Juventus Turin (ITA), 56,4 ME
9. Inter Milan (ITA), 48 ME
10. Arsenal (ANG), 44,9 ME
11. Liverpool (ANG), 42,6 ME
12. AS Roma (ITA), 42,3 ME
13. Southampton (ANG), 37,2 ME
14. Real Madrid (ESP), 35 ME
15. FC Barcelone (ESP), 33 ME

A lire dans France Football, daté de ce vendredi 7 septembre, l'intégralité du bilan des transferts :
- PSG : L'étoffe des euros
- Le tour de France des clubs
- L2 : La crise ... sauf pour Monaco
- Les pétrodollars font la loi 
- Le Top 5 des clubs acheteurs, le Top 5 des clubs vendeurs, le Top 10 des achats en L1, le Top 10 des ventes en L1, le Top 10 des clubs européens les plus dépensiers, le Top 10 des transferts européens...

lunedì 3 settembre 2012

TOTTI, UN BELLISSIMO ARTICOLO DELLA GAZZETTA CHE CONDIVIDO DALLA A ALLA ZETA


GASPORT (A. SCHIANCHI) - Aspettando i giovani, godiamoci questo signore di quasi 36 anni che affronta il suo ventunesimo campionato di Serie A:Francesco Totti incanta San Siro e «incarta» l'Inter alla faccia del nuovo che avanza e dei talenti che devono sbocciare. La prestazione di Totti è da studiare per chiunque abbia l'ambizione di diventare un calciatore. Nel 4-3-3 di Zeman lui si piazza a sinistra, nella linea d'attacco, corre, rientra, lancia, dribbla, recupera, inventa. La scena è tutta sua. Giù il cappello, perché nessuno credeva che Totti potesse adattarsi ai metodi boemi e alla rigidità tattica dell'allenatore: invece, siccome stiamo parlando di un fuoriclasse assoluto, ecco il capitano prendere per mano la squadra e decidere di spostarsi sul campo a seconda di come si sviluppano le azioni. In pratica, Totti interpreta in modo creativo il ruolo che Zeman gli appiccica addosso: ciò fa bene a lui e pure alla squadra. 
 
Tuttocampista Il segreto di Totti sta nell'anarchia. Parte a sinistra, scodella in mezzo all'area l'assist-gol per Florenzi (pallone telecomandato sulla testa!), nella ripresa si piazza al centro e vede il corridoio nel quale spedisce Osvaldo per il 2-1. La verità è che il numero 10 della Roma gioca da tuttocampista: né attaccante, né centrocampista, né rifinitore, ma tutte queste cose insieme. Soltanto i grandi riescono a interpretare il ruolo con tanta libertà e tanta efficacia: la Roma è di Totti, perlomeno quanto il grande Real era di Di Stefano o il grande Torino era di Valentino Mazzola. Uomini-squadra, leader, giocatori dai quali non si può prescindere. L'enfasi è giustificata dalla cifre: la partita di Totti racconta di 99 palloni toccati, il recordman della Roma, 2 passaggi filtranti, 7 lanci positivi, 3 cross, 2 sponde, 3 assist. E' sufficiente? La manovra offensiva della Roma è molto più pungente rispetto a quella dell'Inter. Nel complesso, in zona d'attacco, i giallorossi toccano 220 palloni, mentre i nerazzurri si fermano a quota 180. 
 
In attesa Manca velocità alla squadra di Stramaccioni e mancano le verticalizzazioni. Cassano non aiuta la costruzione della manovra, si piazza su un lato del campo (preferibilmente il sinistro) e aspetta il suggerimento. Nei 53 minuti giocati tocca 34 palloni, segna il gol del provvisorio 1-1 sfruttando una deviazione decisiva, ma incide pochissimo. Sono 4 i palloni persi, 2 i dribbling falliti, 3 i passaggi sbagliati su un totale di 14. Come dire: il miglior Cassano, in maglia nerazzurra, deve ancora «miracol mostrare». Restando in fiduciosa attesa, ripassiamoci l'abc del calcio. Ovviamente firmato da Totti.
03-09-2012