domenica 26 agosto 2012
LO SPECIALE DI FRANCE FOOTBALL SULLA PARTENZA DELLA SERIE A
venerdì 24 agosto 2012
ABETE PETRUCCI E LO SFOGO DI CONTE
Perfettamente d'accordo con le dichiarazioni di Abete oggi e Petrucci ieri. Lo sfogo di Conte è comprensibile umanamente ma inaccettabile nel merito. Primo perché in conferenza stampa non ha aggiunto elementi concreti per discutere la sentenza (peraltro spiegata chiaramente ieri con la pubblicazione delle motivazioni). Secondo perché ha offeso i giudici sportivi quando ha parlato di un giudice "tifoso" e quando ha affermato che gli stessi sono "pappa e ciccia" con Carobbio. Le sentenze possono essere criticate ma vanno accettate nel rispetto di chi ha emesso il giudizio. In caso contrario, non resta che il deferimento.
Una osservazione supplementare. Conte si è scagliato contro il patteggiamento. Ha affermato che i tesserati subiscono le pressioni dei propri avvocati perché patteggino, al fine di limitare i danni. Ma se era così sicuro della propria innocenza, perché in un primo momento ha accettato di patteggiare? Altri hanno accettato il giudizio senza patteggiare. Molti sono stati condannati, ma qualcuno è stato anche prosciolto perché totalmente estraneo ai fatti. Allora? Visto che si è parlato di ricatti sui patteggiamenti, il ricatto di chi ha subito Conte, quello della giustizia sportiva o piuttosto quello del suo club attuale che - pur essendo totalmente estraneo alla vicenda - ha fatto la guerra a tutto e a tutti al solo scopo di riavere al più presto il proprio tecnico in panchina?
Una osservazione supplementare. Conte si è scagliato contro il patteggiamento. Ha affermato che i tesserati subiscono le pressioni dei propri avvocati perché patteggino, al fine di limitare i danni. Ma se era così sicuro della propria innocenza, perché in un primo momento ha accettato di patteggiare? Altri hanno accettato il giudizio senza patteggiare. Molti sono stati condannati, ma qualcuno è stato anche prosciolto perché totalmente estraneo ai fatti. Allora? Visto che si è parlato di ricatti sui patteggiamenti, il ricatto di chi ha subito Conte, quello della giustizia sportiva o piuttosto quello del suo club attuale che - pur essendo totalmente estraneo alla vicenda - ha fatto la guerra a tutto e a tutti al solo scopo di riavere al più presto il proprio tecnico in panchina?
giovedì 23 agosto 2012
CONSIDERAZIONE SULLA DIFESA DI ANTONIO CONTE DI GIULIA BONGIORNO
Nella scoppiettante conferenza stampa di oggi, nel corso della quale Antonio Conte si è abbandonato ad un comprensibile sfogo dopo la conferma della sua squalifica, l'avvocato Giulia Bongiorno si è chiaramente lamentata del fatto che il processo sportivo non consente, come avviene in quello ordinario, di difendersi in aula, controinterrogare i pentiti, in sostanza far sì che si formi la prova della colpevolezza o dell'innocenza nel corso del dibattimento. Questo, però, è il segreto di pulcinella. Chi segue un po' le cose di sport sa che le procedure, le logiche e le tempistiche della giustizia sportiva sono totalmente differenti rispetto a quelle normali. Lo ribadisce per l'ennesima volta anche la sentenza della prima tranche del processo (quella di giugno). La riporto testualmente:
Più chiaro di così si muore. Naturalmente uno può chiedere che la giustizia sportiva sia riformata. Anche io penso che debba esserlo. Ma finché rimarrà questa, occorre difendersi secondo gli strumenti, pochi o tanti che siano, che questa ti mette a disposizione. Forse per questo, nonostante la Bongiorno sia probabilmente il più bravo avvocato che ci sia oggi in Italia, forse sarebbe stato il caso di affidarsi ad un professionista esperto di diritto sportivo. Invece di lamentarsi in conferenza stampa. Se lo sfogo di Conte è comprensibile, quello degli avvocati, a mio avviso, lo è molto meno.
«Gran
parte delle difese dei deferiti sollevano eccezioni e propongono istanze sulla
base di un presupposto erroneo. Pretenderebbero infatti di applicare al
procedimento sportivo
norme e principi propri
dell’ordinamento penale. Nel processo penale, fondato sul sistema accusatorio,
la prova si forma nel dibattimento. Al contrario nel procedimento sportivo ha valore
pieno di prova quanto acquisito nella fase delle indagini o prima ancora dell’apertura
di esse (ad esempio, i rapporti arbitrali che godono perfino di fede
privilegiata) o da indagini
svolte in altro tipo di procedimento (ad esempio, atti inviati
dall’A.G.). Non può essere
reclamata, pertanto, l’applicazione al presente procedimento
delle norme previste dal libro
terzo del codice di procedura penale.
Il principio del contraddittorio
si realizza nel rispetto delle forme previste dal CGS e non in base al codice
di procedura penale che regola posizioni e diritti di tutt’altra natura e
rilevanza.
Come più volte ribadito in
recenti decisioni del TNAS più avanti citate, lo standard
probatorio richiesto per
pervenire alla dichiarazione di responsabilità a carico dell’incolpato è
diverso da quello richiesto dal diritto penale ed è sufficiente un grado di
certezza inferiore ottenuto sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti.»
Più chiaro di così si muore. Naturalmente uno può chiedere che la giustizia sportiva sia riformata. Anche io penso che debba esserlo. Ma finché rimarrà questa, occorre difendersi secondo gli strumenti, pochi o tanti che siano, che questa ti mette a disposizione. Forse per questo, nonostante la Bongiorno sia probabilmente il più bravo avvocato che ci sia oggi in Italia, forse sarebbe stato il caso di affidarsi ad un professionista esperto di diritto sportivo. Invece di lamentarsi in conferenza stampa. Se lo sfogo di Conte è comprensibile, quello degli avvocati, a mio avviso, lo è molto meno.
mercoledì 22 agosto 2012
SHEVCHENKO: L'ULTIMO CONTROPIEDE
L'articolo apparso su France Football dove parliamo della scelta di Shevchenko di abbandonare l'attività agonistica e dedicarsi alla politica.
Iscriviti a:
Post (Atom)