giovedì 23 agosto 2012

CONSIDERAZIONE SULLA DIFESA DI ANTONIO CONTE DI GIULIA BONGIORNO

Nella scoppiettante conferenza stampa di oggi, nel corso della quale Antonio Conte si è abbandonato ad un comprensibile sfogo dopo la conferma della sua squalifica, l'avvocato Giulia Bongiorno si è chiaramente lamentata del fatto che il processo sportivo non consente, come avviene in quello ordinario, di difendersi in aula, controinterrogare i pentiti, in sostanza far sì che si formi la prova della colpevolezza o dell'innocenza nel corso del dibattimento. Questo, però, è il segreto di pulcinella. Chi segue un po' le cose di sport sa che le procedure, le logiche e le tempistiche della giustizia sportiva sono totalmente differenti rispetto a quelle normali. Lo ribadisce per l'ennesima volta anche la sentenza della prima tranche del processo (quella di giugno). La riporto testualmente:


«Gran parte delle difese dei deferiti sollevano eccezioni e propongono istanze sulla base di un presupposto erroneo. Pretenderebbero infatti di applicare al procedimento sportivo
norme e principi propri dell’ordinamento penale. Nel processo penale, fondato sul sistema accusatorio, la prova si forma nel dibattimento. Al contrario nel procedimento sportivo ha valore pieno di prova quanto acquisito nella fase delle indagini o prima ancora dell’apertura di esse (ad esempio, i rapporti arbitrali che godono perfino di fede
privilegiata) o da indagini svolte in altro tipo di procedimento (ad esempio, atti inviati
dall’A.G.). Non può essere reclamata, pertanto, l’applicazione al presente procedimento
delle norme previste dal libro terzo del codice di procedura penale.
Il principio del contraddittorio si realizza nel rispetto delle forme previste dal CGS e non in base al codice di procedura penale che regola posizioni e diritti di tutt’altra natura e
rilevanza.
Come più volte ribadito in recenti decisioni del TNAS più avanti citate, lo standard
probatorio richiesto per pervenire alla dichiarazione di responsabilità a carico dell’incolpato è diverso da quello richiesto dal diritto penale ed è sufficiente un grado di certezza inferiore ottenuto sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti.»


Più chiaro di così si muore. Naturalmente uno può chiedere che la giustizia sportiva sia riformata. Anche io penso che debba esserlo. Ma finché rimarrà questa, occorre difendersi secondo gli strumenti, pochi o tanti che siano, che questa ti mette a disposizione. Forse per questo, nonostante la Bongiorno sia probabilmente il più bravo avvocato che ci sia oggi in Italia, forse sarebbe stato il caso di affidarsi ad un professionista esperto di diritto sportivo. Invece di lamentarsi in conferenza stampa. Se lo sfogo di Conte è comprensibile, quello degli avvocati, a mio avviso, lo è molto meno.












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