venerdì 24 agosto 2012

ABETE PETRUCCI E LO SFOGO DI CONTE

Perfettamente d'accordo con le dichiarazioni di Abete oggi e Petrucci ieri. Lo sfogo di Conte è comprensibile umanamente ma inaccettabile nel merito. Primo perché in conferenza stampa non ha aggiunto elementi concreti per discutere la sentenza (peraltro spiegata chiaramente ieri con la pubblicazione delle motivazioni). Secondo perché ha offeso i giudici sportivi quando ha parlato di un giudice "tifoso" e quando ha affermato che gli stessi sono "pappa e ciccia" con Carobbio. Le sentenze possono essere criticate ma vanno accettate nel rispetto di chi ha emesso il giudizio. In caso contrario, non resta che il deferimento.
Una osservazione supplementare. Conte si è scagliato contro il patteggiamento. Ha affermato che i tesserati subiscono le pressioni dei propri avvocati perché patteggino, al fine di limitare i danni. Ma se era così sicuro della propria innocenza, perché in un primo momento ha accettato di patteggiare? Altri hanno accettato il giudizio senza patteggiare. Molti sono stati condannati, ma qualcuno è stato anche prosciolto perché totalmente estraneo ai fatti. Allora? Visto che si è parlato di ricatti sui patteggiamenti, il ricatto di chi ha subito Conte, quello della giustizia sportiva o piuttosto quello del suo club attuale che - pur essendo totalmente estraneo alla vicenda - ha fatto la guerra a tutto e a tutti al solo scopo di riavere al più presto il proprio tecnico in panchina?

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