sabato 29 ottobre 2011

Udinese e Lazio: non è vana gloria

Pubblicato su www.betpress.it il 25 ottobre 2011

Udinese e Lazio: non è vana gloria.
In un campionato in cui solo
ora le grandi, soprattutto le milanesi,
accennano a riprendersi, le
prime due della classe, formalmente
outsider, promettono di
giocare un ruolo molto importante
in questa stagione. Non lo dicono
solo i numeri. A parlare è la qualità
dei giocatori, dei tecnici e la bontà
delle scelte societarie. Molti avevano
creduto, ad esempio, che
una volta partito Sanchez
l’Udinese sarebbe rientrata nei
ranghi. Invece Guidolin, allenatore
dal basso profilo mediatico ma
di grande bravura, ha ridisegnato
una squadra meno scoppiettante
in attacco ma più attenta alla
copertura. Pensate, i friulani
hanno subito appena un gol, nessuno
in casa! Contro il Novara,
poi, per la prima volta in stagione
si sono concessi il lusso di straripare
e dare vita ad un “Over” che
avevamo largamente previsto.
Quanto alla Lazio, anche l’anno
scorso godeva di
una rosa dalla buona qualità complessiva.
Gli arrivi di Klose e Cissé
hanno dotato l’attacco di due elementi
di assoluto livello internazionale.
Il resto lo sta facendo Reja
che, rispetto al recente passato,
sta mostrando anche meno ritrosia
ad andare all’attacco quando
la situazione della partita lo richiede.
Le prospettive dei biancocelesti
ci sembrano piuttosto chiare.
Se i due campioni su cui si fonda
l’attacco resisteranno agli acciacchi
dell’età e giocheranno con
continuità, la Lazio dirà la sua
nella lotta al vertice e potrà pensare
di inserirsi nella lotta per un
posto in Champions League. In
presenza di queste squadre di
seconda fascia capaci di fare così
bene, le grandi farebbero bene a
darsi una scossa. Ci riferiamo
anche alla Juventus che, nonostante
sia ancora imbattuta, continua
a non convincerci. I punti che
ha conquistato derivano in parte dalla bravura di Conte che tiene i
suoi sempre sulla corda e in parte
anche dalla fortuna. In alcune
occasioni, infatti, i bianconeri
hanno raccolto più di quanto non
abbiano meritato. Milan e Inter
ancora non convincono del tutto.
Quali sono i rossoneri autentici,
quelli che hanno incassato tre reti
nel primo tempo di Lecce o gli altri
che ne hanno fatti quattro nella
ripresa? Quanto all’Inter ha battuto
un Chievo rinunciatario col
minimo sforzo. Nel mid-week
scatteranno ulteriori verifiche.

Pronostici Serie A, i consigli di Antonio Felici per la decima giornata

Pubblicato su www.calciomercato.it il 28 ottobre 2011

PRONOSTICI SERIE A FELICI – Dopo i buoni risultati ottenuti nella scorsa tornata del massimo campionato italiano tornano i pronostici di Antonio Felici, corrispondente per l’Italia di France Football e vicedirettore di Betpress.it, settimanale telematico dedicato al mondo delle scommesse edito da Eurobet. Felici inoltre è autore di diverse pubblicazioni di tema calcistico e ricopre il ruolo di opinionista all’interno di diverse realtà radiotelevisive.

Di seguito i suoi consigli per il turno di Serie A
“Il prossimo turno della serie A propone due match-clou che, a dispetto della classifica un po’ confusa,valgono per lo scudetto. A S.Siro va in scena il grande classico del calcio italiano, quello che un tempo veniva definito” il derby d’Italia“. La Juventus arriva a questo incontro da capolista imbattuta, mentre l’Inter sta facendo molta fatica. In ogni caso ritengo che questa sia un’occasione di rilancio irripetibile per la squadra di Ranieri, una gara da “ora o mai più”. Quindi la mia idea di pronostico è “1”o in alternativa si può giocare sul numero di gol che ritengo sia basso, in quanto in casa l’Inter segna col contagocce, stesso discorso per la Juventus fuori. Direi, quindi, “No Goal” e per chi volesse rischiare un risultato esatto direi 1-0 per l’Inter. L’altro big-match è quello tra Roma e Milan. I campioni d’Italia sono di gran lunga la formazione più forte ed affidabile del campionato anche se hanno cominciato male, ma al momento sembrano in ripresa. La Roma alterna alti e bassi e, a mio avviso, in questa gara rischia molto, anche se gioca in casa.La base del pronostico è “X2”. A mio avviso l’Udinese potrà tornare alla vittoria contro il Palermo, anche perché i siciliani in trasferta ancora non sono riusciti a segnare una sola rete. In ogni caso, la gara mi sembra da “Under”. Grande equilibrio in Cagliari-Lazio. La “X” potrebbe essere il segno più opportuno. Discorso simile vale per il Napoli a Catania. Considerando che saremo alla vigilia dell’incontro di Champions,direi “1X”. Infine, un pensiero su Bologna-Atalanta. I felsinei hanno sempre perso in casa, mentre l’Atalanta scoppia di salute. Io punterei sul “2”.”
La giocata consigliata
Inter-Juventus No Goal (in alternativa 1)
Roma-Milan X2
Udinese-Palermo 1 (anche Under)
Cagliari-Lazio X
Catania-Napoli 1X
Bologna-Atalanta 2
La quota complessiva di questa sestina è 67,00 circa

LUIS ENRIQUE: A GENOVA PERICOLOSI PASSI INDIETRO

Pubblicato su www.paesesera.it il 26 ottobre 2011


A Genova mi sembra che la Roma di Luis Enrique abbia certificato una fase involutiva. Non è il risultato a condizionare il giudizio. Già contro il Palermo, a parte i tre punti e l’esordio di Lamela, si era visto ben poco. Contro il Genoa si è vista la solita squadra propositiva per una mezzora, anche se in questo caso le occasioni create sono state scarse. Poi nel secondo tempo, di fronte ad una squadra che si chiudeva molto bene e ripartiva con molti uomini in velocità, la Roma è apparsa lenta, leziosa, troppi tocchi della palla, il solito possesso sterile. Dopo aver cercato e trovato il pareggio con un’ammucchiata di attaccanti, si è fatta impallinare nel finale in maniera piuttosto ingenua.

Il tecnico ha le sue responsabilità. La formazione iniziale non ha convinto. Ha riproposto Perrotta nel ruolo di esterno destro basso. Simone è giocatore dalla disponibilità eccezionale, nel primo tempo se l’è anche cavata, ma in quel ruolo è un pesce fuor d’acqua. Il turn-over in attacco, poi, ha lasciato a desiderare. Ci stava benissimo dare un turno di riposo ad Osvaldo. Ma a quel punto andava rispolverato Borriello titolare dall’inizio. Condivido la conferma di Lamela e la presenza di Bojan, ma accompagnati a Borini fanno una coppia troppo leggera. Nel primo tempo s’è avvertita in area di rigore la mancanza di un uomo di peso. Nella ripresa, poi, quando c’era la necessità di recuperare il risultato Enrique ha gettato nella mischia entrambi gli arieti: Borriello e Osvaldo. La scelta è incomprensibile. I due vanno usati, a mio avviso, uno per volta ma costantemente. Assieme, invece, finiscono con l’intrupparsi. Non solo. A quel punto sarebbe stato il caso di togliere Borini o Bojan. Vedere i quattro attaccanti, ad un certo punto, mi ha fatto tornare in mente certe mosse disperate dell’argentino Carlos Bianchi nella sua disastrosa stagione romanista di molti anni fa.

A questo vanno aggiunte anche le responsabilità dei singoli. Sul secondo gol Stekelenburg e Heinze hanno enormi responsabilità. Josè Angel non è più il brillante pendolino delle prime partite e fa troppa confusione. Pizarro non gioca male ma per l’apprezzamento che dimostra nei confronti del calcio di Luis Enrique potrebbe fare di più. Poi, tra gli attaccanti, continua il mistero Bojan. Quello che ci ha fatto vedere sinora è ancora troppo poco. A parte le responsabilità dei singoli, c’è un collettivo che ancora non regge sul piano mentale i novanta minuti, soprattutto a livello di concentrazione. Inoltre non segue con la necessaria determinazione il risultato. A Genova, dopo avere raggiunto il pareggio, era troppo rischioso buttarsi in avanti alla garibaldina. Certe volte sarebbe meglio accontentarsi e portare a casa un pareggio. Ma questi sono difetti che richiamano ancora le responsabilità di Luis Enrique. E’ lui, infatti, a dover inculcare certi concetti ai suoi. Ci riuscirà? E in quanto tempo? Intanto sabato pomeriggio arriva il Milan…

mercoledì 26 ottobre 2011

Pronostici Serie A, i consigli di Antonio Felici per il turno infrasettimanale

Pubblicato su www.calciomercato.it il 25 ottobre 2011

PRONOSTICI SERIE A FELICI – Una new entry arricchisce lo staff di CMSCOMMESSE, si tratta di Antonio Felici, corrispondente per l’Italia di France Football e vicedirettore di Betpress.it, settimanale telematico dedicato al mondo delle scommesse edito da Eurobet. Felici inoltre è autore di diverse pubblicazioni di tema calcistico e ricopre il ruolo di opinionista all’interno di diverse realtà radiotelevisive.

Di seguito i suoi consigli per il turno infrasettimanale di Serie A


“La serie A prosegue senza sosta, e ci rituffiamo in un turno del mid-week che promette emozioni, anche per gli scommettitori. Da tenere sotto controllo la partita della Lazio, che vincendo potrebbe ritrovarsi da sola in testa. Nonostante il Catania giochi un buon calcio, si può scommettere sulla vittoria dei biancocelesti con fiducia. Il match-clou della giornata è quello in programma al San Paolo tra Napoli e Udinese, dove i friulani sono appena reduci dal loro primo “Over” stagionale, ma io credo che nell’occasione torneranno alle più recenti abitudini,e quindi grazie al grande equilibrio, si vedranno pochi gol,( forse neanche uno). Quindi puntiamo sull’”Under” ma ci può stare tranquillamente anche il “No Goal”. Se appare scontato il successo del Milan sul Parma per arricchire la quota si può provare un bel ’”1 con handicap” ben pagato. Occhio poi alle possibili sorprese nelle gare di Inter e Juventus. Secondo me a Bergamo i nerazzurri avranno vita molto difficile quindi sono per la doppia chance “1X”. Anche la Signora non avrà vita facile contro i Viola, e sopratutto non può permettersi un altro inutile pareggio(con troppi pareggi non si vince),quindi penso ad una partita giocata apertamente e gioco la doppia chance “12”. Molto interessante Genoa-Roma, dove le squadre quando si affrontano a “Marassi” si scatenano, motivo per cui mi piace molto l’”Over“.
Pronostici
Lazio-Catania 1
Napoli-Udinese Under e/o No Goal
Milan-Parma 1H
Atalanta-Inter 1X
Juventus-Fiorentina 12
Genoa-Roma Over
(quota complessiva della giocata: 20,00 circa)

I GOL DI KLOSE NON SONO UNA SORPRESA

Pubblicato su www.paesesera.it il 19 ottobre 2011

Qualcuno è stato preso da assoluta esaltazione nel verificare le grandi capacità di Miroslav Klose, il grande protagonista della vittoria della Lazio nel derby. Eppure avevamo ripetutamente affermato che con lui e Cissè la Lazio si era garantita una coppia di assoluto livello internazionale. D’altra parte, i numeri del tedesco erano noti. Ricordiamoli. Nella sua esperienza da professionista, indossando le maglie di Homburg, Kaiserslautern, Werder Brema, Bayern e Lazio, Klose ha totalizzato 457 presenze segnando 186 reti. Una media di 0,41 gol a partita. In Nazionale, poi, Klose ha dato il meglio di se realizzando 62 reti in 112 gare: una media di 0,55. Questi numeri sono serviti, tra l’altro, a vincere un paio di scudetti tedeschi, varie coppe e il titolo di capocannoniere di Bundesliga, nonché la Scarpa d’oro al Mondiale del 2006. Nei gol segnati nelle fasi finali dei mondiali Klose è secondo solo a Ronaldo. Insomma, come si fa ad essere sorpresi dal rendimento di un campione simile? Certo, c’erano perplessità sulla sua tenuta atletica e sul fatto che nelle ultime due stagioni il Bayern l’avesse un po’ accantonato. Ma, come diceva qualcuno, la classe non è acqua e se uno sa giocare a calcio non può dimenticarsene improvvisamente. Vero è che in questa prima parte della stagione Klose sta andando anche oltre le sue abitudini. Con la maglia della Lazio, infatti, viaggia ad una media di 0,75 gol a partita che certamente non potrà conservare da qui alla fine della stagione. Tuttavia, al di là dei numeri, il tedesco possiede una dote a nostro avviso straordinaria per un attaccante: non fa mai gesti tecnici fini a se stessi. Da straordinario finalizzatore qual è, se è opportuno andare alla conclusione semplice lo fa senza problemi, riservando i grandi gesti tecnici alle occasioni nelle quali serve quel qualcosa in più. In questo senso, si è proposto come modello decisamente alternativo rispetto al funambolico ma spesso fumoso Zarate. Il tedesco è l’essenzialità allo stato puro. Ma possiede anche grande tecnica, fondamentali eccellenti e anche un grande senso tattico. In conclusione, il derby romano per la Lazio non poteva che deciderlo lui.

La vittoria di domenica scorsa, arrivata dopo cinque sconfitte consecutive, si è tradotta in una straordinaria iniezione di fiducia per la Lazio. Come abbiamo scritto più volte, la squadra era già buona. Gli arrivi di Klose e Cissé le hanno regalato qualità lì davanti. Manca qualcosa a livello di rincalzi. Ma se i “vecchietti” resisteranno e Reja potrà schierare l’undici titolare con continuità, questa è una squadra con la quale tutti dovranno fare i conti. In un campionato che ancora non riesce ad esprimere i suoi reali valori, la Lazio può lottare tranquillamente per i più alti obiettivi, non ultima quella zona Champions che rappresenterebbe uno straordinario successo. Basta crederci e sperare.

TUTTI I MERITI DELL’UDINESE

Pubblicato su TS il 24 ottobre 2011


Ancora una volta mi fa piacere indirizzare da queste colonne i miei complimenti all’Udinese. Col passare del tempo le grandi torneranno dove devono stare. Intanto, però, sono i friulani a godersi il primato solitario in classifica. Le loro cifre fanno impressione. In sette gare hanno vinto quattro volte e pareggiato tre, segnando dieci reti e subendone appena una! Solo la Juventus è riuscita sinora a restare imbattuta come loro. Rispetto alla passata stagione, poi, Guidolin sembra aver dato alla squadra un’impostazione più solida in difesa, magari a scapito della prolificità dell’attacco. I risultati sono gli stessi: eccellenti. Prima o poi bisognerà riconoscere a questo allenatore i giusti meriti. A mio avviso è dotato di un tipo di carattere che non lo rende particolarmente adatto ai nostri grandi club, così sovraesposti sul piano mediatico. Nelle realtà di livello medio-alto, invece, ha la possibilità di mostrare tutte le proprie capacità. Guidolin è un tecnico serio, meticoloso, preparato, capace anche di invenzioni tattiche per niente banali. Ha saputo rimaneggiare la squadra dopo la partenza di Sanchez rendendola magari meno brillante ma forse anche più efficace. Il resto lo fa un ambiente, quello di Udine, ideale per lavorare in tranquillità e la società dei Pozzo, maghi nella valorizzazione di giovani talenti. L’Udinese probabilmente non vincerà lo scudetto. Ma merita sin d’ora i più vivi complimenti per come lavorano giocatori, staff tecnico e management.
Intanto, sia pure tra mille difficoltà e contraddizioni, le grandi vanno riprendendosi. L’Inter ha bissato il successo per 1-0 di Lille superando, con identico punteggio, anche il Chievo. Il successo nerazzurro è stato meritato, i veronesi hanno fatto troppo poco per poterlo mettere in discussione. Ha deciso un bel gol di Thiago Motta, in una gara che ha visto in Maicon l’uomo più vivace e pericoloso. Col recupero degli infortunati e il ritorno ad alti livelli dei suoi giocatori più rappresentativi, Claudio Ranieri dovrebbe riuscire a rilanciare le ambizioni degli ex campioni d’Italia. Non so dire se l’Inter potrà davvero lottare per il titolo, ma per uno dei primi tre posti si. Al limite dello sconcertante il modo con cui il Milan è riuscito ad espugnare il campo del Lecce. I salentini avevano disputato un grande primo tempo, chiudendo sul 3-0 anche grazie al parziale turn-over operato da Allegri. Nella ripresa, con l’innesto di Aquilani, il Milan s’è scatenato. O meglio, s’è scatenato Boateng che ha tirato due siluri e poi ha corretto sottomisura un pallone in mischia per l’incredibile 3-3. Il gol del successo di Yepes è arrivato quasi per inerzia. Adesso i rossoneri sono a quattro punti dal vertice, una situazione che consente loro di gestire il doppio impegno Champions e campionato con relativa tranquillità. Ha rifiatato anche la Roma che, dopo il KO nel derby, rischiava grosso. Invece ha battuto il Palermo, sia pure senza convincere fino in fondo. La situazione dei giallorossi, però, è diversa da quella del Milan. I campioni in carica sono squadra molto collaudata. Deve solo amministrare le energie. La Roma, invece, appare ancora un cantiere aperto. Al di là della sua classifica, che lascia aperte le porte alle migliori prospettive, Luis Enrique e compagni dovranno trovare un assetto definitivo prima di capire quali possono essere le loro reali ambizioni.
Tra le grandi tiene sempre botta la Juventus che, come abbiamo visto, è rimasta imbattuta. Tuttavia, il pareggio interno contro un buon Genoa ha confermato la mia impressione della prima ora. I bianconeri non sembrano attrezzati per vincere il titolo. L’unico in grado davvero di accendere la luce è Pirlo. Però non è più un ragazzino. In attacco Vucinic ancora non riesce ad incidere, mentre Del Piero è stato praticamente messo fuori dal progetto. Poi ci sono i casi irrisolti come quello di Krasic, passato in poco tempo da uno dei migliori esterni in Europa a calciatore indecifrabile. La sensazione è che se non ci fosse Antonio Conte a fare da martello pneumatico nel motivare i giocatori, la posizione in classifica sarebbe assai meno lusinghiera. Qualche difficoltà l’ha palesata anche il Napoli, qui però il discorso è più chiaro. De Laurentiis punta chiaramente al passaggio della fase a gironi di Champions e, di comune accordo con Mazzarri, ha già messo in preventivo di perdere qualche punto in questo periodo della stagione per provare a recuperare poi in primavera. Un rischio calcolato.
Una grande, infine, va considerata ormai anche la Lazio. A Bologna ha centrato l’ennesimo successo esterno e ora si colloca da sola alle spalle dell’Udinese. Una cosa appare chiara. Se Reja potrà contare stabilmente sull’undici titolare, soprattutto sulla coppia d’attacco formata da Klose e Cissé, nessun traguardo è precluso ai biancocelesti che potrebbero rappresentare per questo campionato quello che è stato il Napoli nella passata stagione.

martedì 18 ottobre 2011

NAPOLI CERCA L’IMPRESA L’INTER RISCHIA A LILLE

Pubblicato su TS il 18 ottobre 2011



La serie A s’è abbandonata ad una interminabile serie di 0-0, facendo la felicità postuma del grande Gianni Brera, teorico di questo risultato. Non siamo così sicuri, però, che il grande maestro sarebbe stato granché persuaso del livello tecnico del nostro campionato, nel quale le cosiddette grandi sembrano fare a gara per stare lontane dallo scudetto. Così non ci resta che rituffarci finalmente nella Champions League, l’unica competizione che, sul piano tecnico e dello spettacolo, non delude praticamente mai.

Le nostre formazioni, dopo un turno favorevole, sono delle osservate speciali. Si tratta di capire se, a dispetto dell’andamento in campionato, continueranno a fare bene in Europa. Naturalmente la gara più attesa è quella del San Paolo tra Napoli e Bayern. Ormai credo abbiano capito tutti che, almeno finché durerà la fase a gironi, i partenopei concentreranno le proprie energie sulla coppa, a spese del campionato. Al di là della questione del turn-over, appare chiaro che il Napoli alla vigilia dell’impegno internazionale molla la presa e punta a risparmiare energie. D’altra parte il confronto con i tedeschi è fondamentale. I ragazzi di Mazzarri hanno sinora ottenuto due ottimi risultati e sono pienamente in gioco. La corsa dovranno farla sul Manchester City e in questo senso non possono perdere colpi. Al cospetto di una delle squadre più forti del mondo saranno chiamati a disputare una gara con la consueta intensità, puntando a fare risultato. Anche un pareggio potrebbe andare bene. In fondo il Bayern ha una difesa quasi impenetrabile e la divisione della posta non sarebbe esito disdicevole. Anche dal punto di vista dei tedeschi questo risultato non sarebbe da disprezzare, anche perché consentirebbe loro di conservare sia l’imbattibilità che la testa della classifica nel girone. Oltre al risultato c’è anche da verificare il livello di maturazione raggiunto dal progetto di De Laurentiis. A Manchester la risposta è stata importante. Dovesse ripetersi contro il Bayern, il Napoli dimostrerebbe di poter ben figurare anche di fronte ad avversari di primissimo livello.

Anche il Milan può guardare all’impegno europeo con un certo ottimismo. Intanto perché avendo pareggiato a Barcellona ed essendo i catalani l’unico avversario credibile, possiamo dire che sono già sulla strada buona per raggiungere i quarti. Inoltre, in campionato i rossoneri hanno finalmente battuto un colpo, superando nettamente il Palermo. Il morale è salito e il BATE Borisov non rappresenta certo un avversario particolarmente credibile sul piano tecnico. Dal Milan, dunque, ci si aspetta un contributo di tre punti alla causa italiana. Assai complicata, invece, è la situazione dell’Inter. L’arrivo di Ranieri sembrava aver riportato nell’ambiente nerazzurro un po’ di serenità e di normalità dopo l’esperimento abortito di Gasperini. Invece sono arrivate le brutte sconfitte contro Napoli e Catania che hanno reso oltre modo complicata la situazione in campionato. Il ruolino dell’Inter è davvero pessimo, tale da richiamare le peggiori annate della sua storia. La Champions League, per certi versi, arriva al momento giusto. Un buon risultato sul campo del Lille potrebbe rappresentare una importante iniezione di fiducia. Solo che i francesi non sono per niente un avversario comodo. Se l’Inter scenderà in campo con determinazione e rispolverando i suoi migliori numeri sul piano tecnico, può anche immaginare di realizzare l’impresa. Se la squadra, invece, sarà quella vista nel secondo tempo di Catania, allora i tifosi nerazzurri dovranno prepararsi ad un’altra amara delusione.

Passando alle altre squadre, nel gruppo del Napoli è attesa la vittoria del Manchester City sul Villarreal. In quello dell’Inter vedo un successo del CSKA sul Trabzonspor. Nel girone C il Manchester United, che sinora è andato avanti col freno a mano inserito, deve puntare al primo successo sul terreno dell’Otelul. Interessante confronto nel girone D tra Real Madrid e Lione, ormai un classico degli ultimi anni. Naturalmente la squadra di Mourinho ha tutti i favori del pronostico ma qualche volta i francesi al Real sono risultati indigesti. Interessanti match sono Leverkusen-Valencia nel girone E e Marsiglia-Arsenal nell’F. Nel girone G suona già come uno spareggio il confronto diretto tra ex sovietiche Shakhtar-Zenit, mentre nel girone del Milan si attende la solita goleada del Barcellona contro il Viktoria.

DERBY DI ROMA: VIETATO PERDERE

Pubblicato su www.paesesera.it il 13 ottobre 2011


Il prossimo derby tra Lazio e Roma sarà l’occasione per testare lo stato dei progetti tecnici delle due squadre della capitale. Le idee di squadra sono completamente diverse. Quello di Reja può essere definito un instant team. L’impianto ha dimostrato già nella passata stagione di essere ottimo. Manca forse qualche puntello di qualità in difesa, un centrocampista dal passo rapido e qualche ricambio giovane in attacco. Tuttavia, gli arrivi di Cissé e Klose hanno fatto lievitare il tasso tecnico del reparto offensivo. Klose, in particolare, sembra un attaccante di un altro pianeta. Se domenica sarà in campo le probabilità di vittoria dei biancocelesti aumenteranno notevolmente. Certo, anche l’estro di Zarate avrebbe fatto comodo ma ormai è inutile continuare a rimpiangerlo. Il derby è un’occasione per capire quali potranno essere le ambizioni di questa Lazio.
La Roma segue un percorso differente. Dopo la rifondazione societaria e l’arrivo degli americani, è partito anche un progetto tecnico del tutto alternativo rispetto al passato. Molti gli uomini cambiati, soprattutto un tecnico nuovo e con idee innovative. Per alcune partite la Roma ha fatto fatica, i risultati sono stati altalenanti, la qualità del gioco approssimativa, avvitata com’era in uno sterile possesso palla. Poi, da Parma in poi qualcosa è cambiato. Sono arrivate due vittorie ma soprattutto per lunghi tratti delle gare il gioco ha cominciato a sciogliersi, andando più in verticale. Il difficile confronto contro la Lazio servirà a capire se la nuova strada intrapresa da Luis Enrique potrà essere effettivamente quella giusta.
Inutile dire che una battuta d’arresto sarebbe pesante per entrambe. La Lazio vedrebbe momentaneamente ridimensionate le sue ambizioni. Se a perdere fossero i giallorossi, la loro evoluzione tecnico-tattica subirebbe uno stop dalle conseguenze imprevedibili. Facile pensare che, a seconda di come si metterà il match, le due squadre possano ad un certo punto decidere che è meglio non farsi del male e portare a casa un pareggio. Questo, a mio avviso, è il risultato più probabile, magari condito con un buon numero di gol.
Al di là di queste considerazioni, sul piano squisitamente psicologico probabilmente la Lazio arriva a questa delicata partita con qualche preoccupazione in più. E’ questione più che altro di cabala. Non è facile andare in campo essendo reduci da una così lunga serie di sconfitte consecutive: ben cinque. Una certa pressione sui biancocelesti c’è. Più leggera mentalmente sembra la Roma, anche grazie ad un tecnico appena arrivato e che ancora non può sapere cos’è davvero il derby della capitale. Comunque sia, meglio sarà lasciare la parola al campo. Tanto, come la metti, questa resta sempre una partita da tripla.

In Serie A i giochi non sono ancora cominciati

Pubblicato su Betpress il 18 ottobre 2011

Qualcuno di voi s’è accorto che il campionato di calcio della serie A è cominciato davvero? Beh io no. Dopo ben sei gare disputate, nella parte alta (si fa per dire!) della classifica ci sono la bellezza di tredici squadre raccolte in quattro punti. In altre parole, i valori reali non sono ancora emersi e il prossimo turno sarà come se fosse il primo. In questo modo, anche squadre che sono andate incontro ad incidenti di percorso, come Milan e Roma, restano ancora perfettamente in gioco. Per non parlare di un Napoli che ha potuto permettersi due inopinati rovesci contro Chievo e Parma, rimanendo sempre lì. La strategia dei partenopei è chiara da tempo. Produrre il massimo sforzo in Champions League per centrare la qualificazione agli ottavi a scapito del campionato. Nella speranza di non perdere troppo terreno rispetto alle altre. Per il momento il loro calcolo appare giusto. Chi sembra aver superato il momento difficile è il Milan che nell’anticipo di sabato ha sfoderato una bella prestazione contro il Palermo. Il momento più difficile sembra alle spalle e ora i rossoneri potranno concentrarsi sull’operazione recupero. Una squadra con quel tasso tecnico ha la qualità per cancellare il gap di quattro punti rispetto alla vetta nel giro di poche giornate. Non pesa più di tanto per la Roma la sconfitta nell’atteso derby capitolino. I giallorossi hanno disputato un bel primo tempo e nella ripresa sono stati costretti a cedere soprattutto a causa dell’inferiorità numerica. Il progetto di Luis Enrique, insomma, non ne risulta sconvolto. Va detto, però, che l’esito della stracittadina rende sempre più credibile la Lazio di Reja come candidata alle più alte posizioni di vertice. Un trio d’attacco formato da Klose e Cissé con Hernanes alle spalle non sono in molti ad averlo. Discorso a parte merita l’Inter che, con quattro sconfitte in sei gare, è già pesantemente esposta al rischio fallimento. Difficile che una squadra che ha accumulato tutte quelle sconfitte a metà ottobre possa vincere il titolo. Al momento al zona Champions sembra essere l’obiettivo massimo. In una giornata caratterizzata da cinque 0-0, continuano a guidare il campionato Juventus e Udinese, tuttora imbattute. Anche loro, però, non hanno fatto vedere grandi cose.

martedì 11 ottobre 2011

DERBY SERIA VERIFICA PER ROMA E LAZIO

Pubblicato su TS l'11 ottobre 2011


Le pause per le nazionali rappresentano sempre delle armi a doppio taglio per le squadre impegnate nei campionati. Chi è reduce da un trend positivo in genere non le vede di buon occhio perché rischiano di interrompere il giusto passo. Chi, al contrario, non ha fatto buoni risultati le saluta con soddisfazione perché avere quindici giorni a disposizione per leccarsi le ferite e rimettere a posto le cose può fare molto comodo. Nel caso di Roma e Lazio questo meccanismo collaudato vale fino ad un certo punto. Entrambe sono state molto felici di arrivare alla pausa con un successo e non hanno percepito lo stop come una iattura. Anzi. La sosta per la Nazionale ha consentito di decantare un po’ l’attesa e di lavorare con serenità. Perché una cosa è certa. Più che mai quello di domenica sera sarà un derby assai importante e, al tempo stesso, interessante. Le due squadre, infatti, occupano la medesima posizione in classifica e utilizzeranno la stracittadina come test fondamentale per comprendere a che punto sono i rispettivi progetti.
Roma e Lazio hanno due idee di squadra completamente diverse. Quella di Reja può essere definito un instant team. L’impianto ha dimostrato già nella passata stagione di essere ottimo. Manca forse qualche puntello di qualità in difesa, un centrocampista dal giusto passo e qualche ricambio giovane in attacco. Tuttavia, gli arrivi di Cissé e Klose hanno fatto lievitare il tasso tecnico del reparto offensivo. Klose, in particolare, sembra un attaccante di un altro pianeta. Certo, anche l’estro di Zarate avrebbe fatto comodo ma ormai è inutile continuare a rimpiangerlo. Il derby è un’occasione per capire quali potranno essere le ambizioni di questa Lazio. La Roma segue un percorso differente. Dopo la rifondazione societaria e l’arrivo degli americani, è partito anche un progetto tecnico del tutto diverso rispetto al passato. Molti gli uomini cambiati, soprattutto un tecnico nuovo e con idee innovative. Per alcune partite la Roma ha fatto fatica, i risultati sono stati altalenanti, la qualità del gioco approssimativa, avvitata com’era in uno sterile possesso palla. Poi, da Parma in poi qualcosa è cambiato. Sono arrivate due vittorie ma soprattutto per lunghi tratti delle gare il gioco ha cominciato a sciogliersi, andando più in verticale. Il difficile confronto contro la Lazio servirà a capire se la nuova strada intrapresa da Luis Enrique potrà essere effettivamente quella giusta. Inutile dire che una battuta d’arresto sarebbe pesante per entrambe. La Lazio vedrebbe momentaneamente ridimensionate le sue ambizioni. Se a perdere fossero i giallorossi, la loro evoluzione tecnico-tattica subirebbe uno stop dalle conseguenze imprevedibili. Facile pensare che, a seconda di come si metterà il match, le due squadre possano ad un certo punto decidere che è meglio non farsi del male e portare a casa un pareggio.
La ripresa sarà assai delicata anche per le milanesi. Dopo un inizio disastroso non possono permettersi ulteriori passi falsi. Curiosamente sono attese da un doppio confronto con le siciliane. L’Inter a Catania rischia più di quanto non si creda. Montella sta facendo un buon lavoro e ha la possibilità di mettere in difficoltà proprio quel Ranieri che appena pochi mesi fa aveva sostituito sulla panchina della Roma. Il Milan a S.Siro è chiaramente favorito contro il Palermo. C’è un’incognita però. La squadre è apparsa molto a corto di fiato. Se la pausa avrà contribuito a dar ritrovare la tenuta atletica bene. Altrimenti saranno guai contro un avversario che il tecnico Mangia propone sempre assai dinamico.
Giornata di verifiche anche per il duo bianconero al comando della classifica. L’Udinese, abbonata all’”Under”, deve fare risultato sul campo di un’Atalanta che vorrà riscattarsi dopo la sconfitta di Roma. La Juventus è chiamata a fare punti su un campo niente affatto facile come quello del Chievo. Chissà che ad approfittarne non sia il Napoli che, libero per una volta dal duro impegno di Champions League, ha la possibilità di raccogliere tre comodi punti contro il Parma.

E’ ora di riconoscere al CT azzurro tutti i suoi meriti

Pubblicato su Betpress l'11 ottobre 2011


Oggi voglio fare un mea culpa. Al pari di molti osservatori, pur avendo molta stima nei confronti di Prandelli, ho sempre un po’ snobbato la “sua” Nazionale. Le ragioni sono svariate. Da un lato l’attenzione richiestaci da competizioni sempre presenti come i campionati e le coppe, dall’altro i disastri dell’ultimo Mondiale in Sudafrica che hanno indotto a guardare alla nostra squadra con una certa distrazione. Ora, però, è arrivato il momento di dare a Prandelli e ai suoi ragazzi tutti i loro meriti. Il CT in poco più di un anno ha conseguito due risultati importantissimi. Tanto per cominciare è riuscito a ricreare un gruppo azzurro degno di questo nome, facendo fronte all’inevitabile ricambio generazionale che ha portato molti protagonisti del successo del 2006 in Germania a gettare la spugna. L’ha fatto con la dovuta saggezza aprendo la porta ai giocatori più interessanti dell’ultima generazione ma tenendosi stretti i veterani, da Buffon a Pirlo a De Rossi. Ha anche preso una decisione coraggiosa e controversa: aprire la Nazionale a quelli che un tempo si chiamavano “oriundi”. Così, ultimamente sono arrivati Thiago Motta e Osvaldo. Il secondo grande risultato è stato conseguito sul piano della mentalità. Nessuno di noi ha mai sentito il CT sbandierare rivoluzioni o svolte storiche. Eppure raramente si era vista l’Italia chiudere il discorso qualificazione in netto anticipo. Inoltre, mai avevamo visto la Nazionale affrontare gare senza importanza per la classifica con la stessa determinazione e professionalità sfoderate nelle gare che contano. Non so dire quanto duratura potrà essere questa svolta, so solo che rappresenta davvero una rivoluzione per quelli che sono i nostri costumi calcistici. Poi c’è la questione tecnico-tattica. Conservo ancora molti dubbi sulla forza del reparto difensivo della nostra squadra. Ma se diamo un’occhiata a centrocampo ed attacco c’è da essere rinfrancati. Contro la Serbia Prandelli ha schierato a metà campo Pirlo, De Rossi, Marchisio e Montolivo. Quante volte è successo che l’Italia schierasse in mezzo tanta qualità? L’attacco, poi, sembra valido e ben assortito. La Spagna è fuori portata. Ma questa Italia a Euro 2012 può entrare tra le prime quattro.

In Champions League alla fine l’Italia batte un colpo

Pubblicato su Betpress il 4 ottobre 2011


Dopo tanti, innumerevoli segni negativi, il calcio italiano finalmente è tornato a vincere in Champions League. Tre vittorie in altrettante partite è un risultato che da troppo tempo mancava al nostro ruolino europeo. In genere i successi si sono accompagnati a situazioni tecniche in netto miglioramento. Il maggiore entusiasmo l’ha scatenato, com’era prevedibile, il Napoli. E’ dall’inizio della stagione che sosteniamo che i partenopei in questa stagione vivranno con particolare entusiasmo l’avventura europea, magari perdendo qualcosa in campionato. Un po’ perché il più grande palcoscenico europeo manca da Napoli da oltre venti anni, un po’ perché il presidente De Laurentiis ha come chiodo fisso quello di fare del suo club un punto di riferimento del calcio internazionale. L’attenzione, la foga e la determinazione con la quale i ragazzi di Mazzarri hanno affrontato l’impegno contro il Villarreal sta a testimoniarlo. Tra l’altro, se aggiungiamo anche l’ottimo pareggio di Manchester, il Napoli adesso può giocarsi concrete possibilità di qualificazione. Considerando che è capitato nel girone peggiore che si potesse immaginare, il prossimo futuro si profila ottimale. Ranieri, com’era facile prevedere, ha messo a posto l’Inter con poche sagge e semplici mosse. Ha restituito a senatori quali Zanetti e Cambiasso le chiavi dello spogliatoio. Ha recuperato nel suo ruolo di centro dell’attacco Pazzini e ha restituito a Sneijder il suo ruolo naturale. Così è arrivata anche la vittoria di Mosca sul CSKA. Un successo tanto più importante se si considera che i nerazzurri, dopo il doppio vantaggio, avevano subito il ritorno dei russi e poi hanno trovato la forza di ripartire, trovando il gioiello di Zarate. Ha impressionato meno il Milan. Da tempo vediamo la squadra in difficoltà sul piano atletico. Stavolta l’ha ammesso lo stesso Allegri. Il passaggio del turno non sembra in discussione. Ma per fare strada servirà ben altro. Le uniche note stonate arrivano, come sempre, dall’Europa League. L’Udinese ha pareggiato a Glasgow con le seconde linee, sfoggiando la solita pessima abitudine di far riposare i calciatori migliori. La Lazio a Lisbona ha letteralmente buttato tre punti.

lunedì 10 ottobre 2011

PER ORA IL NAPOLI NON PAGA LA CHAMPIONS

Pubblicato su TS il 7 ottobre 2011

Il Napoli è un paradosso. A sentire le dichiarazioni del suo presidente Aurelio De Laurentiis, in questa stagione la squadra deve lavorare soprattutto per imporre la sua dimensione internazionale. Napoli, dice il noto produttore cinematografico italiano, è una delle città più famose del mondo e il posto della sua squadra deve essere il mondo, più che l’Italia. Non a caso a chi gli chiede se lui preferisca vincere il campionato oppure la Champions non ha dubbi: vorrebbe la coppa. Anche per questo, non avendo i partenopei una rosa paragonabile ai grandi club d’Europa, tutti gli osservatori avevano previsto delle difficoltà per il Napoli in campionato. Io compreso. Non a caso, in occasione della trasferta contro il Chievo il tecnico Walter Mazzarri aveva praticato un ampio turn-over e la squadra aveva perso. Molti pensavano che la cosa si sarebbe ripetuta a S.Siro contro l’Inter. Il convincente successo ottenuto in Europa contro il Villarreal, seguito all’eccellente prestazione di Manchester contro il City, aveva fatto una vittima eccellente: Edison Cavani. Si credeva che contro un’Inter in ripresa, messa a posto da Ranieri, un Napoli stanco potesse andare in difficoltà. Ed ecco il paradosso. Nonostante tutto, tossine accumulate in Europa e infortuni, i partenopei sono andati a Milano e hanno battuto l’Inter dopo ben diciassette anni! Hanno vinto nettamente, così come era già successo contro il Milan, altra diretta concorrente per il titolo. Certo, sabato sera una mano gliel’ha data anche Rocchi con la concessione del rigore per un fallo di Obi iniziato fuori area. Ma il Napoli è sempre stato in partita e quando ha potuto sfruttare la superiorità numerica per l’espulsione dell’interista non ha avuto alcuna pietà.
Qual è, dunque, il segreto di questo Napoli che vince sia in Europa che in Italia? Il primo è la società. De Laurentiis ha preso il Napoli in serie C1 e, anno dopo anno, è riuscito a costruire una squadra sempre più forte, migliorandola ogni stagione evitando rivoluzioni e cessioni eccellenti. Poi c’è Mazzarri. Se questo allenatore non è mai stato esonerato e non ha mai fallito una sola stagione in tutta la sua carriera un motivo ci deve essere. E’ un motivatore eccezionale, un vero martello pneumatico. Pretende dai suoi sempre il massimo. Rimane nella tradizione del calcio all’italiana, ma la interpreta in chiave moderna con grande intensità di gioco e verticalizzazioni. Il suo Napoli gioca in trasferta con la stessa volontà, disinvoltura e sicurezza che sfoggia davanti ai 70 mila del San Paolo. Solo le grandi squadre riescono a farlo. E’ presto per dire quanto potrà vincere questo Napoli. Certo sentendo le dichiarazioni ufficiali di De Laurentiis e Mazzarri io mi sono fatto questa idea. Il Napoli proverà con tutte le forze a superare la fase a gironi della Champions. Anche se in seguito dovesse fermarsi agli ottavi, porterebbe in dote ai cassieri del club una ventina di milioni di euro. Il resto sarà un di più. A quel punto, tra febbraio e marzo, se la squadra risulterà ancora aggrappata al gruppo di vertice, si giocherà tutte le possibilità di lottare per il titolo fino alla fine. Al termine della stagione potrà anche non vincere nulla. Ma se questo piano dovesse riuscire il Napoli avrà fatto definitivamente l’ingresso nelle grandi d’Europa e, di conseguenza, d’Italia.

domenica 2 ottobre 2011

LAZIO, HAI VISTO QUANTO E’ BRAVO ZARATE?

Pubblicato su www.paesesera.it il 28 settembre 2011

Come già scritto nelle precedenti settimane, ero già pronto a dare un ben 7 alla campagna acquisti della Lazio, se non fosse intervenuta all’ultimo momento la cessione di Mauro Zarate. Per carità, nessuno ha mai messo in dubbio certe particolarità discutibili del suo carattere, il fatto che non sia un calciatore facile da gestire e così via. Ma che Zarate abbia dato nei suoi anni alla Lazio un valore aggiunto non mi pare in discussione. Sul piano tecnico, anche se in maniera discontinua. Ma anche su quello ambientale. Se è dovuto arrivare lui dall’Argentina per restituire alla stanca tifoseria laziale un idolo in cui credere e identificarsi, significa che il livello di “lazialità” dalle parti di Formello s’era abbassato ben al di sotto del livello di guardia. La sua presenza a Roma, però, s’è scontrata con le esigenze di Edy Reja che non l’ha mai sopportato. Eppure il tecnico friulano avrebbe dovuto prendere esempio dal suo grande amico e conterraneo Fabio Capello. Il quale, ai tempi in cui allenava la Roma, era costretto a soprassedere su decine di situazioni scabrose di cui si rendeva protagonista Antonio Cassano, pur di avere a disposizione il suo (allora) cristallino talento. Invece Reja ha scelto un’altra strada. Quella di allontanare l’estro di Zarate per regalarsi un po’ di serenita. Secondo me è stato un errore. Avete visto Zarate contro il CSKA? Ci aspettavamo un secondo tempo arrembante dei russi contro l’Inter, eppure quando è entrato in campo ha da subito tenuto in apprensione la difesa avversaria. Non solo. Quando l’Inter ha subito il pareggio, si è proposto come degno terminale offensivo per una splendida azione di rimessa nerazzurra. Un attaccante così non serviva alla Lazio? Andiamo! Klose e Cissé sono attaccanti importanti ma “anziani”. Klose, in particolare, ben difficilmente giocherà tutte le partite. Un sostituto di qualità da gettare nella mischia magari a partita iniziata alla Lazio serviva eccome. Zarate a Mosca ha aperto in due la partita. Perché non avrebbe potuto fare altrettanto con la maglia della Lazio? Sull’onda della preziosa rete messa a segno in Russia, i bookmakers hanno cominciato a quotare la rete dell’ex di Zarate quando incontrerà i suoi vecchi compagni. Quota: 3,20. I tifosi biancocelesti facciano i dovuti scongiuri.