martedì 11 ottobre 2011

E’ ora di riconoscere al CT azzurro tutti i suoi meriti

Pubblicato su Betpress l'11 ottobre 2011


Oggi voglio fare un mea culpa. Al pari di molti osservatori, pur avendo molta stima nei confronti di Prandelli, ho sempre un po’ snobbato la “sua” Nazionale. Le ragioni sono svariate. Da un lato l’attenzione richiestaci da competizioni sempre presenti come i campionati e le coppe, dall’altro i disastri dell’ultimo Mondiale in Sudafrica che hanno indotto a guardare alla nostra squadra con una certa distrazione. Ora, però, è arrivato il momento di dare a Prandelli e ai suoi ragazzi tutti i loro meriti. Il CT in poco più di un anno ha conseguito due risultati importantissimi. Tanto per cominciare è riuscito a ricreare un gruppo azzurro degno di questo nome, facendo fronte all’inevitabile ricambio generazionale che ha portato molti protagonisti del successo del 2006 in Germania a gettare la spugna. L’ha fatto con la dovuta saggezza aprendo la porta ai giocatori più interessanti dell’ultima generazione ma tenendosi stretti i veterani, da Buffon a Pirlo a De Rossi. Ha anche preso una decisione coraggiosa e controversa: aprire la Nazionale a quelli che un tempo si chiamavano “oriundi”. Così, ultimamente sono arrivati Thiago Motta e Osvaldo. Il secondo grande risultato è stato conseguito sul piano della mentalità. Nessuno di noi ha mai sentito il CT sbandierare rivoluzioni o svolte storiche. Eppure raramente si era vista l’Italia chiudere il discorso qualificazione in netto anticipo. Inoltre, mai avevamo visto la Nazionale affrontare gare senza importanza per la classifica con la stessa determinazione e professionalità sfoderate nelle gare che contano. Non so dire quanto duratura potrà essere questa svolta, so solo che rappresenta davvero una rivoluzione per quelli che sono i nostri costumi calcistici. Poi c’è la questione tecnico-tattica. Conservo ancora molti dubbi sulla forza del reparto difensivo della nostra squadra. Ma se diamo un’occhiata a centrocampo ed attacco c’è da essere rinfrancati. Contro la Serbia Prandelli ha schierato a metà campo Pirlo, De Rossi, Marchisio e Montolivo. Quante volte è successo che l’Italia schierasse in mezzo tanta qualità? L’attacco, poi, sembra valido e ben assortito. La Spagna è fuori portata. Ma questa Italia a Euro 2012 può entrare tra le prime quattro.

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