sabato 29 ottobre 2011

LUIS ENRIQUE: A GENOVA PERICOLOSI PASSI INDIETRO

Pubblicato su www.paesesera.it il 26 ottobre 2011


A Genova mi sembra che la Roma di Luis Enrique abbia certificato una fase involutiva. Non è il risultato a condizionare il giudizio. Già contro il Palermo, a parte i tre punti e l’esordio di Lamela, si era visto ben poco. Contro il Genoa si è vista la solita squadra propositiva per una mezzora, anche se in questo caso le occasioni create sono state scarse. Poi nel secondo tempo, di fronte ad una squadra che si chiudeva molto bene e ripartiva con molti uomini in velocità, la Roma è apparsa lenta, leziosa, troppi tocchi della palla, il solito possesso sterile. Dopo aver cercato e trovato il pareggio con un’ammucchiata di attaccanti, si è fatta impallinare nel finale in maniera piuttosto ingenua.

Il tecnico ha le sue responsabilità. La formazione iniziale non ha convinto. Ha riproposto Perrotta nel ruolo di esterno destro basso. Simone è giocatore dalla disponibilità eccezionale, nel primo tempo se l’è anche cavata, ma in quel ruolo è un pesce fuor d’acqua. Il turn-over in attacco, poi, ha lasciato a desiderare. Ci stava benissimo dare un turno di riposo ad Osvaldo. Ma a quel punto andava rispolverato Borriello titolare dall’inizio. Condivido la conferma di Lamela e la presenza di Bojan, ma accompagnati a Borini fanno una coppia troppo leggera. Nel primo tempo s’è avvertita in area di rigore la mancanza di un uomo di peso. Nella ripresa, poi, quando c’era la necessità di recuperare il risultato Enrique ha gettato nella mischia entrambi gli arieti: Borriello e Osvaldo. La scelta è incomprensibile. I due vanno usati, a mio avviso, uno per volta ma costantemente. Assieme, invece, finiscono con l’intrupparsi. Non solo. A quel punto sarebbe stato il caso di togliere Borini o Bojan. Vedere i quattro attaccanti, ad un certo punto, mi ha fatto tornare in mente certe mosse disperate dell’argentino Carlos Bianchi nella sua disastrosa stagione romanista di molti anni fa.

A questo vanno aggiunte anche le responsabilità dei singoli. Sul secondo gol Stekelenburg e Heinze hanno enormi responsabilità. Josè Angel non è più il brillante pendolino delle prime partite e fa troppa confusione. Pizarro non gioca male ma per l’apprezzamento che dimostra nei confronti del calcio di Luis Enrique potrebbe fare di più. Poi, tra gli attaccanti, continua il mistero Bojan. Quello che ci ha fatto vedere sinora è ancora troppo poco. A parte le responsabilità dei singoli, c’è un collettivo che ancora non regge sul piano mentale i novanta minuti, soprattutto a livello di concentrazione. Inoltre non segue con la necessaria determinazione il risultato. A Genova, dopo avere raggiunto il pareggio, era troppo rischioso buttarsi in avanti alla garibaldina. Certe volte sarebbe meglio accontentarsi e portare a casa un pareggio. Ma questi sono difetti che richiamano ancora le responsabilità di Luis Enrique. E’ lui, infatti, a dover inculcare certi concetti ai suoi. Ci riuscirà? E in quanto tempo? Intanto sabato pomeriggio arriva il Milan…

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