venerdì 6 novembre 2015

ESTRATTO DELLO SPECIALE DI FF SU MARCO VERRATTI


Due pezzi scritti a quattro mani con i colleghi parigini tratti dal lungo speciale dedicato da France Football a Marco Verratti.








domenica 18 ottobre 2015

LA GUERRA DI DOSSIER ALLA FIFA RACCONTATA ALLA SBS

Per ascoltare l'intervento clicca qui.

sabato 19 settembre 2015

FRANCE FOOTBALL: SERIE A AL VIA, E' CACCIA ALLA JUVE

L'articolo uscito dopo ferragosto su France Football in cui presentiamo l'attuale campionato di serie A.



venerdì 22 maggio 2015

FRANCE FOOTBALL - ROMA, UNA CITTA' IN FIBRILLAZIONE

La traduzione del pezzo uscito questa settimana su France Football



Roma, una città in fibrillazione

In una città diversa da Roma, sarebbe stato uno scenario benedetto. Pensate: le due squadre della Città Eterna si giocheranno il prossimo lunedi pomeriggio all’Olimpico il posto di vice-capolista del campionato italiano. In palio la qualificazione diretta per la fase a gironi della Champions League per quello che occuperà il posto d’onore della Serie A (il trono è gia della Juve) al termine dell’attuale stagione.
Tutto bene dunque?  Non proprio. Nelle due società l’avvicinarsi del derby mette tutti in fibrilazione. Colpa della posta in palio, ma anche delle possibili reazioni dei tifosi. Non solo e non tanto per le possibili provocazioni fra le due parti. Quanto piuttosto dall’atteggiamento dei supporter nei confronti delle rispettive società. Il fatto è che le relazioni con gli ultra sono molto complicate alla Roma, così come lo sono da anni alla Lazio. Al punto che qualcuno non ha esitato a parlare di « nemici interni » per qualificare quei tifosi che contestano i propri dirigenti, in curva o davanti ai cancelli dei centri di allenamento.
Alla Lazio il presidente Claudio Lotito conosce molto bene il fenomeno. Il patron biancoceleste è in guerra con i « suoi » ultras quasi dal momento del suo arrivo, undici anni fa. Gli Irriducibili, la frangia piu dura dei tifosi, gli rimprovera da sempre di ideare solo Lazio « low cost », lontanissime dall’età dell’oro precedente, quella della presidenza Cragnotti (uno Scudetto, una Coppa Coppe, una Supercoppa d’Europa, due coppe e due supercoppe d’Italia), a cavallo del nuovo millennio. Ma anche di aver rotto i rapporti con loro, rifiutando di indugiare ulteriormente nelle pratiche difuse un tempo un po’ dappertutto (abbonamenti gratis, soldi per le trasferte, ecc.). Minacciato allora da alcuni, continua a girare con la scorta. Sebbene in questa stagione i buoni risultati abbiano rasserenato gli animi.
Alla Roma, per ora, non è accaduto nulla del genere. Però la popolarità del proprietario del club giallorosso, l’italo-americano James Pallotta, è calato in modo vertiginoso in questi ultimi tempi. Sbarcato nella capitale italiana nell’estate 2012 con l’etichetta di salvatore della patria, quello che molti consideravano affettuosamente come una sorta di « zio d’America », venuto per ridare alla Roma il lustro di una volta, è diventato il « nemico pubblico numero 1 » per una fetta della curva sud. Gli stessi tifosi che, il 19 aprile contro l’Atalanta (1-1), lo hanno contestato apertamente, lasciando vuoti ampi settori per « protestare contro Pallotta » !
Come è stato possibile arrivare fino a questo punto ? Tutto è partito da uno striscione esposto all’Olimpico nella gara col Napoli (1-0), quindici giorni prima. La Curva Sud criticava l’eccessiva –secondo gli ultras- esposizione mediatica della mamma di un tifoso napoletano (Ciro Esposito) ucciso da un ultra della Roma prima della finale di Coppa Italia della scorsa stagione (Napoli-Fiorentina 3-1, all’Olimpico). Questo striscione porterà alla chiusura di una parte delle curva da parte della commissione disciplinare.
E’ la goccia che fa traboccare il vaso di Pallotta, gia irritato da quanto accaduto in Roma-Fiorentina (0-3), quando gli ultras avevano convocato i giocatori sotto la curva per rimproverarli. Alla radio ufficiale della società il padrone della società è un fiume in piena: «Fucking idiots and assholes ! », spara in diretta. Per tutta risposta, gli ultras appenderanno uno striscione ai cancelli di Trigoria, riccordandogli che « questi stronzi e fottuti idioti » portano soldi al club, aggiungendo un insulto a Pallotta in cui era citata la madre. « La mia mamma mi diceva cose ben peggiori! » ribatterà con un pizzico di umorismo il boss giallorosso, in modo di fare capire di non essere per niente intimorito, approfittando dell’occasione per qualificare come « merda » i suoi nuovi nemici. Dopo questo intermezzo poetico, gli ultras della Roma hanno contestato Pallotta ad ogni occasione, comprese le gare della Primavera.
Questi modi piuttosto ruvidi e battaglieri dell’italo-americano hanno sorpreso tanti. Perchè lui viene dall’ambiente assai piu felpato degli sport US. E perchè il calcio italiano non è abbituato a reazioni così brutali. E’ tanto vero che Pallotta non ha avuto troppi messaggi di sostegno da parte degli altri presidenti di Serie A. Nella Capitale, c’è chi ha visto in quelle polemiche un modo per Pallotta di sviare l’attenzione rispetto ai risultati altalenanti della Roma nella seconda parte della stagione. Altri, hanno letto questo suo atteggiamento come un
modo per mettere pressione ai tifosi. Tipo: faccio tutto per mettere su una grande squadra, non venite a mettermi i bastoni fra le ruote.
Certo è che gli scontri verbali con gli ultras non rendono piu agevole l’azione del presidente, alla ricerca frenetica di nuovi investitori per il suo progetto faraonico di Tor di Valle. Fra nuovo stadio, zona comerciale ed uffici, infrastrutture, il costo finale dovrebbe superare il miliardo e mezzo di euro! In quest’ottica deve vendere un’immagine idilliaca del suo club, evidanto che i « fucking idiots » prendano la scena.
Evidentemente, la situazione generale nella prossima stagione dovrà migliorare sensibilmente se la Roma vorrà davvero impedire alla Juve di vincere un quinto scudetto consecutivo. « L’amore dei tifosi romanisti è incontenibile, sostiene un ex-giocatore della Roma. Ma può diventare odio in un batter d’occhio, e questo non ce lo si può permettere a lungo se si vuole fare concorrenza alla Vecchia Signora .» La situazione è tesa alla Roma, ma niente impedisce che possa tornare il sereno. Per questo esistono due rimedi miracolosi: vincere le partite e comprare campioni. Aspettando il calciomercato, gli uomini di Rudi Garcia possono fare il colpo grosso battendo la Lazio nel derby. Una Lazio che dimostra come non ci sia niente di scontato. Se Claudio Lotito resta parecchio antipatico a numerosi tifosi biancocelesti, l’atteggiamento degli ultras si è un po’ ammorbidito. Dopo anni di spalti vuoti, la Lazio di Stefano Pioli, Antonio Candreva, Miroslav Klose e Felipe Anderson ha avuto spesso la soddisfazione di giocare in un Olimpico pieno e entusiasta. A dimostrazione che le vittorie, a volte, rendono tutto più dolce.
   
Antonio Felici

LE PAGELLE DI ROMA-UDINESE 2-1

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LE PAGELLE DI MILAN-ROMA 2-1

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LE PAGELLE DI ROMA-GENOA 2-0

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LE PAGELLE DI SASSUOLO-ROMA 0-3

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LE PAGELLE DI INTER-ROMA 2-1

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LE PAGELLE DI ROMA-ATALANTA 1-1

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LE PAGELLE DI TORINO-ROMA 1-1

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LE PAGELLE DI ROMA-NAPOLI 1-0

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LE PAGELLE DI CESENA-ROMA 0-1

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LE PAGELLE DI ROMA-FIORENTINA 0-3

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giovedì 19 marzo 2015

ANTONIO FELICI PARLA DELLA SITUAZIONE DEL PARMA SULLA TG DELLA TV SVIZZERA

Intervista andata in onda nel TG della TV svizzera il 18 marzo 2015

http://www.youtube.com/watch?v=L9KyTzZIINk


LE PAGELLE DI ROMA-SAMPDORIA 0-2

http://www.marione.net/not.php?Not=15859&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Roma%20-%20Sampdoria%200-2:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

LE PAGELLE DI FIORENTINA-ROMA 1-1

http://www.marione.net/not.php?Not=15835&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Fiorentina%20-%20Roma%201-1:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

LE PAGELLE DI CHIEVO-ROMA 0-0

http://www.marione.net/not.php?Not=15811&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Chievo%20Verona%20-%20Roma%200-0:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

LE PAGELLE DI ROMA-JUVENTUS 1-1

http://www.marione.net/not.php?Not=15776&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Roma%20-%20Juventus%201-1:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

LE PAGELLE DI FEYENOORD-ROMA 1-2

http://www.marione.net/not.php?Not=15753&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Feyenoord%20-%20Roma%201-2:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

martedì 24 febbraio 2015

"STELLA D'AFRICA" DI ANTONIO FELICI TRA I VINCITORI DEL PREMIO FIGC LETTERATURA SUL CALCIO "ANTONIO GHIRELLI"

Il libro di Antonio Felici "Stella d'Africa" ha vinto il Premio Letteratura sul calcio "Antonio Ghirelli" 2015, categoria "Le favole dello sport", organizzato dalla Figc e giunto alla quarta edizione.

LE PAGELLE DI VERONA-ROMA 1-1

http://www.marione.net/not.php?Not=15718&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Verona%20-%20Roma%201-1:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

sabato 21 febbraio 2015

SOLOLIBRI RECENSISCE "STELLA D'AFRICA" DI ANTONIO FELICI

Capita. Poche volte ma capita che “vita da romanzo” non sia soltanto un modo di dire. Quella di Luciano Vassallo, per esempio, un romanzo ci è diventata (“Stella d’Africa. La vita straordinaria di Luciano Vassallo mito del calcio africano anni ’60, esule in Italia”, Edizioni Coralli) e dati causa, pretesto e contesto storico, non avrebbe potuto essere altrimenti.
La vita straordinaria di Luciano Vassallo (come recita il sottotitolo) è la vita di un figlio della guerra divenuto stella fulgida del calcio africano anni Sessanta. Malgrado un cognome difficile da portare (nato da un soldato italiano e un’eritrea), la condizione di meticcio, la fame più nera della sua carnagione e i pregiudizi sociali, seguiti alla caduta del fascismo. Una storia dolce/amara, come un po’ tutte le vite che vale la pena raccontare, declinata dalla penna di Antonio Felici, giornalista (Guerin Sportivo, France Footbol) e scrittore sulle orme ideali del maestro Gianni Brera.
Il riscatto di Vassallo passa soprattutto per il suo talento di calciatore, un talento adamantino che nel 1962 lo porta da capitano dell’Etiopia a sollevare in cielo la Coppa d’Africa. Quasi una sfida lanciata al destino. La sintesi perfetta della sua duplice caratura - umana e sportiva - la da Dino Zoff, nella prefazione al volume:
“Nel ’74, - scrive - Sanon, attaccante di Haiti, mi fece gol mettendo fine al mio record di imbattibilità in Nazionale. Quella rete fu per lui e il suo paese un momento di grande orgoglio e di riscatto. Ecco, dopo aver letto questo libro, mi sarebbe piaciuto che, al posto di Sanon, a farmi gol ci fosse stato Luciano Vassallo”.

Il primo grande merito di Antonio Felici sta nell’averne rievocato ascesi e caduta con puntualità "verista" - con l’avvento del regime di Menghistu, Vassallo “scappa” in Italia reinventandosi letteralmente la vita - ; il secondo in una felicità di scrittura che irretisce il lettore sin dalle prime righe, rendendolo partecipe di una vicenda-paradigma, spesa all’insegna di classe adamantina, valori veri e dignità.
Penso che tanti primattori del calcio contemporaneo dovrebbero dare un’occhiata a questo libro e - ammesso che “creste” e tatuaggi non abbiano loro compromesso il cervello - magari rifletterci su.
di Mario Bonanno


http://www.sololibri.net/Stella-d-Africa-La-vita.html

IL CORRIERE DELLO SPORT RECENSISCE "STELLA D'AFRICA" SI ANTONIO FELICI

Lontana dai lustrini e dai selfie del recente trionfo della Costa d’Avorio di Gervinho e Doumbia, ci arriva dalle pieghe della Coppa d’Africa una storia straordinaria, dovuta alla passione e all’intuito di Antonio Felici, esperto di calcio internazionale e corrispondente dall’Italia per il prestigioso “France Football”. E’ il racconto, meglio il romanzo, della vita di Luciano Vassallo, mito del calcio africano degli Anni Sessanta, vincitore con la maglia dell’Etiopia della Coppa d’Africa nel 1962. Una vita, la sua, che sembra un film: nato nel 1935 ad Asmara dall’unione tra un soldato italiano e una “Faccetta nera” eritrea, ha dovuto subire la dura condizione dei meticci, tra la caduta del fascismo e le difficoltà del Dopoguerra, vivendo sulla propria pelle il razzismo incrociato degli italiani e degli eritrei. Dopo la gloria fortunatamente regatagli dal calcio - fu a lungo capitano dell’Etiopia e leader della squadra del Cotton Club - subisce la repressione del nuovo regime di Menghistu. Evade dalla prigione dove era stato rinchiuso e dopo un viaggio a dir poco avventuroso riesce a trovare rifugio in Italia, a Ostia, dove apre una officina e insegna calcio ai ragazzi. Ora, in pensione, vive a Marcellina, località nei pressi di Roma. Raccontando le sue peripezie, Felici ha fatto di Vassallo un simbolo di coraggio e di tenacia, per la sua capacità di affrontare sempre a schiena dritta le tante difficoltà e le tragedie di una vita difficile. Toccante anche la prefazione di Dino Zoff: «Nel 1974, il gol di Sanon al Mondiale tedesco - scrive SuperDino - infranse la mia imbattibilità ma per Haiti, il suo paese, fu un momento di grande orgoglio e riscatto. Ecco, dopo aver letto questo libro mi sarebbe piaciuto che, al posto di Sanon, a farmi gol fosse stato Luciano Vassallo».
STELLA D’AFRICA, la vita straordinaria di Luciano Vassallo; di Antonio Felici, Edizioni Coralli, 277 pagine, 14 euro.

di Massimo Grilli


http://www.corrieredellosport.it/libreria/2015/02/13-396393/Tutte+le+foto+sulla+Juve+e+la+vita+romanzesca+di+Luciano+Vassallo

LE PAGELLE DI ROMA-FEYENOORD

http://www.marione.net/not.php?Not=15701&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Roma%20-%20Feyenoord%201-1:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

LE PAGELLE DI ROMA-PARMA 0-0

http://www.marione.net/not.php?Not=15682&Titolo=Notizie%20On%20Air:%20Roma%20-%20Parma%200-0:%20le%20pagelle%20di%20Antonio%20Felici%20di%20France%20Football

mercoledì 4 febbraio 2015

LA GAZZETTA DELLO SPORT DEDICA UN ARTICOLO AL LIBRO "STELLA D'AFRICA" E ALLA STRAORDINARIA STORIA DI LUCIANO VASSALLO

Coppa d'Africa, quando vinse un italiano: Vassallo, gloria e fuga

La straordinaria avventura del capitano dell'Etiopia, figlio di un bersagliere di Fiesole e una donna eritrea, che fu decisivo nella finale vinta contro l'Egitto. Segnò 99 reti in 100 partite con la sua nazionale. Ora vive a Tivoli

 E' il 21 gennaio del 1962, il satellite e i talent scout internazionali arriveranno solo molti anni dopo. A Addis Abeba mancano cinque minuti al termine della terza Coppa delle Nazioni Africane e l'Etiopia è sotto 2-1 contro l’Egitto, allora Repubblica Araba Unita. A segnare il gol che apre la strada ai supplementari e al 4-2 finale dei padroni di casa è Luciano Vassallo, capitano e paria. La sua straordinaria avventura "da mito del calcio africano a esule in Italia" è raccontata nel libro Stella d’Africa, che il giornalista di France Football Antonio Felici ha scritto per Coralli Edizioni.
99 GOL IN CENTO PRESENZE — Vassallo nacque nel 1935 a Asmara da un bersagliere di Fiesole e una donna eritrea. Conobbe la discriminazione a sei anni: il regime fascista collassò e lui, meticcio e anagraficamente sbagliato, si ritrovò baby testimonial di un passato di oppressione. Palla al piede, però, faceva scintille e entrò presto nel giro della nazionale, fino a diventarne il leader. Era un centrocampista che giocava a tutto campo, ebbero l’ardire di paragonarlo a Di Stefano. Polverizzò ogni record della selezione etiope con i suoi 99 gol in cento presenze. Alla vigilia della Coppa del '62, che le autorità erano certi non avrebbe varcato i confini nazionali, iniziarono le manovre per levargli la fascia: era una questione di immagine. Lo spogliatoio, guidato dal "purosangue" Menghistu Worku, fece le barricate. La federazione tentò persino di africanizzare il suo cognome, ma Luciano li mandò al diavolo. Al suo fianco il fratello Italo, anche lui sul tabellino dei marcatori di quella finale.
DA ADDIS ABEBA A TIVOLI — Lo sport ebbe la meglio "perché non segue la logica del compromesso", scrive Dino Zoff nella sua prefazione al volume di Felici. Vassallo alzò il trofeo al cielo di Addis Abeba, città tra le più multietniche del pianeta. Lo prese dalle mani di Haile Selassie, che dal "re dei re" iconizzato da Bob Marley tornava a essere quel Negus canzonato in un Giro del mondo di Nanni Svampa. "Giocai per i miei compagni, i miei fratelli - esordisce Luciano Vassallo, che ora si gode la pensione sulle colline di Tivoli -. Ho sempre avuto il difetto di detestare l’arroganza: ho sofferto e patito tante disgrazie, ma posso dire di avercela fatta". Gli ostacoli erano solo all’inizio. Vassallo si confermò tra i grandi del continente per tutti gli anni '60 e divenne c.t. dell’Etiopia. Nel frattempo era salito al potere il colonnello Menghistu e per Luciano, che aveva denunciato un caso di doping e fu fermato come spia, non c’era alternativa alla fuga.


La sua epopea oggi è ripercorsa da migliaia di uomini e donne che abbandonano il Corno d’Africa e la dittatura di Afewerki nella speranza di raggiungere la nostre coste.
"Io fui più fortunato, attraversai le montagne a piedi e raggiunsi Gibuti. Lì mi fermarono le guardie coi fucili spianati. Uno di loro mi fissò per qualche istante e chiese: 'ma tu non sei Luciano?' Mi presentò ai colleghi, mi fecero le feste e quattro giorni dopo ero su un volo per il Cairo".
In Egitto non gli risparmiarono la cella per un problema con il visto, ma riuscì a raggiungere Roma. Iniziava una vita nuova, meno pericolosa ma senza gli agi della popolarità.
"In Etiopia avevo un centro di assistenza automobilistica, il regime sequestrò tutti i miei beni e ancora lotto per riaverli. Non avevo nulla in tasca, ripartii con le mie competenze e aprii una piccola officina a Ostia. Ho sempre lavorato, l’Italia mi ha dato ciò che mi spettava".
Le difficoltà non sono mancate nemmeno negli anni recenti e lei le ha superate grazie a una straordinaria capacità di risollevarsi forgiata da contrasti persi, sconfitte e cadute sedere a terra.
"Ho sempre voluto fare del bene nella vita, per questo amo lo sport: ritengo che sia uno strumento educativo eccezionale".
Ha cercato di insegnare quei valori ai ragazzini del lungo mare romano della sua scuola calcio, chiusa da qualche tempo con non poca rabbia. Oggi è "una persona autosufficiente" che non dimentica, né campa di ricordi. Sulla Coppa d’Africa in corso in Guinea non si sbilancia. "Non so chi vincerà, il calcio è cambiato tanto rispetto ai miei tempi - conclude Vassallo -. Spero solo che un giorno l’Etiopia torni a aprire quella bacheca chiusa da 52 anni".

 Dario Falcini


http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/03-02-2015/coppa-d-africa-quando-italiano-vassallo-vinse-1962-100743468906.shtml

giovedì 29 gennaio 2015

FRANCE FOOTBALL: FERNANDO TORRES, RITORNO DI FIAMMA

L'articolo uscito martedì su France Football dedicato all'attaccante spagnolo.

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