Pubblicato su www.paesesera.it il 19 ottobre 2011
Qualcuno è stato preso da assoluta esaltazione nel verificare le grandi capacità di Miroslav Klose, il grande protagonista della vittoria della Lazio nel derby. Eppure avevamo ripetutamente affermato che con lui e Cissè la Lazio si era garantita una coppia di assoluto livello internazionale. D’altra parte, i numeri del tedesco erano noti. Ricordiamoli. Nella sua esperienza da professionista, indossando le maglie di Homburg, Kaiserslautern, Werder Brema, Bayern e Lazio, Klose ha totalizzato 457 presenze segnando 186 reti. Una media di 0,41 gol a partita. In Nazionale, poi, Klose ha dato il meglio di se realizzando 62 reti in 112 gare: una media di 0,55. Questi numeri sono serviti, tra l’altro, a vincere un paio di scudetti tedeschi, varie coppe e il titolo di capocannoniere di Bundesliga, nonché la Scarpa d’oro al Mondiale del 2006. Nei gol segnati nelle fasi finali dei mondiali Klose è secondo solo a Ronaldo. Insomma, come si fa ad essere sorpresi dal rendimento di un campione simile? Certo, c’erano perplessità sulla sua tenuta atletica e sul fatto che nelle ultime due stagioni il Bayern l’avesse un po’ accantonato. Ma, come diceva qualcuno, la classe non è acqua e se uno sa giocare a calcio non può dimenticarsene improvvisamente. Vero è che in questa prima parte della stagione Klose sta andando anche oltre le sue abitudini. Con la maglia della Lazio, infatti, viaggia ad una media di 0,75 gol a partita che certamente non potrà conservare da qui alla fine della stagione. Tuttavia, al di là dei numeri, il tedesco possiede una dote a nostro avviso straordinaria per un attaccante: non fa mai gesti tecnici fini a se stessi. Da straordinario finalizzatore qual è, se è opportuno andare alla conclusione semplice lo fa senza problemi, riservando i grandi gesti tecnici alle occasioni nelle quali serve quel qualcosa in più. In questo senso, si è proposto come modello decisamente alternativo rispetto al funambolico ma spesso fumoso Zarate. Il tedesco è l’essenzialità allo stato puro. Ma possiede anche grande tecnica, fondamentali eccellenti e anche un grande senso tattico. In conclusione, il derby romano per la Lazio non poteva che deciderlo lui.
La vittoria di domenica scorsa, arrivata dopo cinque sconfitte consecutive, si è tradotta in una straordinaria iniezione di fiducia per la Lazio. Come abbiamo scritto più volte, la squadra era già buona. Gli arrivi di Klose e Cissé le hanno regalato qualità lì davanti. Manca qualcosa a livello di rincalzi. Ma se i “vecchietti” resisteranno e Reja potrà schierare l’undici titolare con continuità, questa è una squadra con la quale tutti dovranno fare i conti. In un campionato che ancora non riesce ad esprimere i suoi reali valori, la Lazio può lottare tranquillamente per i più alti obiettivi, non ultima quella zona Champions che rappresenterebbe uno straordinario successo. Basta crederci e sperare.
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