sabato 26 novembre 2011

Lazio, molte luci e qualche ombra

Pubblicato su www.paesesera.it il 24 novembre 2011

STAGIONE DI ALTO LIVELLO MA... Dopo il buon pareggio conseguito a Napoli e in vista del match-clou contro la Juventus si dovrebbero tessere solo lodi per la Lazio di Reja. La squadra è prima in classifica e sta conducendo una stagione di altissimo livello, decisamente superiore alle alternative. E’ vero che molti avversari diretti stanno ancora dormicchiando o faticano a risolvere problemi tecnici. Tuttavia, la striscia di risultati dei biancocelesti è obiettivamente ragguardevole. Nel calcio, però, se i risultati contano moltissimo, anche le prestazioni valgono qualcosa. E quella di Napoli non è stata straordinaria.

POCHE ALTERNATIVE Nel ripensare alla gara del San Paolo ho visto dimostrata una mia convinzione maturata nella scorsa estate e riemergere un vecchio difetto. Cominciamo dalla prima. Al termine del mercato, nel valutare in maniera decisamente positiva l’arrivo di due attaccanti di classe internazionale come Klose e Cissé, avevo anche sottolineato come la partenza di Zarate, giusta o sbagliata che fosse, privava la rosa di una valida alternativa per l’attacco. Con tutto il rispetto per Rocchi (che fa parte della storia della Lazio) e per Kozak (buon giocatore), è venuto a mancare quel terzo attaccante di rango, capace di mettere pressione ai titolari e, all’occorrenza, di strappare loro la maglia. D’altronde, non era difficile immaginare che, vista l’età dei due, ci sarebbe stato molto spazio per un terzo campione. La trasferta di Napoli ha dato una dimostrazione plastica di questa realtà. Assente Klose, con un Cissé che sta faticando a dimostrare il suo valore, l’attacco è parso spuntato, impalpabile. Fosse solo questo. Privo della necessaria forza in avanti, Reja si è intimorito ed ha impostato una partita tutta difensiva. Una gara che non ti aspetti da una prima della classe.

POCA PERSONALITA' La seconda questione richiama il tema della personalità. L’arrivo di Klose e Cissé, gente abituata alle grandi platee (soprattutto il tedesco), la squadra è parsa più spavalda. Dirò di più. Lo stesso tecnico, tradizionalmente prudente e attento prima di tutto alla fase difensiva, con quei due in campo ha preso coraggio e in più di una occasione ha osato più del solito. In molti, io compreso, l’anno scorso avevamo sottolineato una certa mancanza di personalità della Lazio che contro avversari di rango mostrava eccessivi timori, al punto da raccogliere meno di quanto meritasse. Soprattutto dopo l’ottima gara di S.Siro contro il Milan, la tendenza sembrava completamente invertita. A Napoli, invece, c’è stato un ritorno al passato. E’ come se l’assenza di Klose avesse tolto sicurezza alla squadra ma anche impaurito Reja, tornato alle vecchie eccessive prudenze. Insomma, il nuovo coraggio di Reja sembrerebbe esclusivamente legato alla presenza in campo di Klose, non un’evoluzione stabile e strutturale della Lazio. Una constatazione che delude.

E ORA LA JUVENTUS I due elementi appena analizzati non devono assolutamente mettere in discussione quello che di buono la Lazio ha fatto sinora. Tuttavia, se dovessero ripresentarsi con continuità sarebbe un problema. Soprattutto in occasione delle grandi sfide – e quella di sabato sera contro la Juventus lo è – la Lazio rischierebbe di tornare quella incerta e timorosa dello scorso anno. Col rischio di sprecare, magari nel finale di stagione, tutto il buono fatto per larga parte del campionato. In questo senso, Lazio-Juve rappresenta un test di grande interesse.

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