Pubblicato su TS il 18 gennaio 2011
Quattro vittorie su quattro gare. Cinque su cinque se si conta anche quella di Coppa Italia. Fiducia totale da parte dell’ambiente e giocatori entusiasti e motivati come nella migliore stagione di Josè Mourinho. Questo, in sintesi, il miracolo di Leonardo, l’uomo che ha preso il posto di Benitez sulla panchina dell’Inter. La differenza di atmosfera rispetto a poche settimane fa è troppo eclatante perché non ci si debba interrogare sul segreto di Leonardo. Tanto per cominciare occorrerebbe spiegare come mai un uomo di calcio che aveva legato in maniera così stretta il suo nome e la carriera al Milan abbia potuto passare, nel giro di pochi mesi, all’Inter senza scatenare la rivolta dei tifosi rossoneri. Leo, in fondo, del Milan è stato prima apprezzato calciatore, poi abile dirigente, quindi tecnico intelligente e pieno di idee innovative. Eppure, nonostante fosse una mezza bandiera rossonera, ha sempre raccolto un consenso unanime. Simpatico, spigliato, intelligente, rapidissimo ad apprendere le lingue, risulta costantemente gradito anche a chi non tifa per il Milan. In particolare, è sempre piaciuto a Massimo Moratti che, dentro di se, si era sempre detto che un uomo così all’Inter prima o poi l’avrebbe voluto. Detto fatto. Con Leonardo libero, appena si è presentata l’occasione l’ha subito messo sotto contratto. Le parole di ringraziamento e di apprezzamento per i tifosi e per i dirigenti del Milan pronunciate dal brasiliano hanno fatto sì che l’ambiente milanista accettasse senza protestare il “tradimento”.
Ecco, sta proprio nella capacità di intuire quali sono le parole giuste da pronunciare al momento opportuno il più grande segreto di Leonardo. Prima di accettare l’offerta di Moratti ha studiato a fondo la crisi nerazzurra ed ha capito una cosa condivisa anche da una parte della critica. Al di là del problema infortuni, Benitez non ha legato con i giocatori che lo hanno rigettato, un po’ come quando si trapianta ad un uomo il cuore di un altro animale. La squadra era ancora troppo legata a Mourinho e ai successi della sua gestione per trovare un feeling con un allenatore che, soprattutto negli ultimi anni, è stato tra quelli che hanno detestato di più il portoghese. Non solo. Lo Special One, nonostante sia passato al Real Madrid, ha continuato a sentire al telefono molti giocatori dell’Inter e in quelle occasioni non sono certo mancati i commenti e le battute su Benitez. Insomma, se la squadra non ha giocato contro Benitez poco ci manca. Leonardo è perfettamente consapevole di tutto questo e con l’intelligenza e il savoir faire di chi sa stare al mondo ha trovato modi e tempi per parlare con le persone giuste. Prima di accettare l’offerta di Moratti ha telefonato proprio a Mourinho per consultarsi ed ottenere da lui una sorta di lasciapassare. L’ha anche dichiarato pubblicamente, facendo capire a tutto il popolo nerazzurro che la sua venuta alla Pinetina aveva ricevuto l’imprimatur del portoghese. Il quale, curiosamente, si va configurando, anche per le ripetute dichiarazioni d’amore nei confronti della sua ex squadra, come una sorta di supervisore esterno del club di Moratti. Fatto sta che è come se Leonardo si fosse presentato ai giocatori interisti dicendo “mi manda Mourinho”. Questo gli ha spalancato le porte dello spogliatoio guadagnandogli la totale fiducia dei giocatori.
Che i giocatori lo amino lo dimostra soprattutto un fatto. Quando c’era Benitez i giocatori apparivano svogliati, molli, senza quella sana rabbia agonistica che consente di vincere le partite anche quando si gioca male. Arrivato Leonardo, d’incanto i giocatori hanno ricominciato a correre, a pressare, a sfoderare furore agonistico, a mostrare una gioia che era letteralmente scomparsa nel corso della precedente gestione. Volete una prova? Nessun calciatore nerazzurro è mai accorso ad abbracciare Benitez dopo aver segnato un gol. Persino Eto’o, che pure era un punto di riferimento per il tecnico spagnolo, non lo amava. Con Leonardo altra storia. Appena l’Inter ha realizzato il primo gol con lui in panchina sono tutti corsi ad abbracciarlo, quasi fosse il loro tecnico da anni. Scene che si ripetono ormai da cinque partite. Oltre alla fiducia e disponibilità totale da parte dei giocatori Leonardo sta sfruttando il rientro di numerosi infortunati, la cui assenza aveva intralciato il lavoro di Benitez. Lo spagnolo in alcune occasioni è stato costretto a schierare parecchi giovani, tra cui un Coutinho bravo ma ancora acerbo. Il brasiliano, invece, a parte Samuel ha ritrovato tutti gli infortunati cronici recuperando un potenziale enorme. Inoltre molti giocatori che con Benitez sembravano quasi scomparsi, sono risorti. Ad esempio Maicon che con l’arrivo di Leonardo sta tornando ai rendimenti della passata stagione. Oppure Cambiasso che lo spagnolo aveva un po’ messo da parte e che invece con Leonardo è tornato ad essere leader indiscusso della squadra, come dimostra la doppietta decisiva nella complicata trasferta vinta a Catania.
Leonardo, insomma, appare oggi un uomo e un tecnico perfetto. Ineccepibile nelle sue performance mediatiche, mai una parola fuori posto, abile in campo a sfruttare anche il lavoro dei suoi più esperti collaboratori, in questo caso Giuseppe Baresi. Anche fortunato, il che non guasta. Con questi presupposti lo scudetto per l’Inter è ancora un’impresa possibile. In fondo, con due gare da recuperare contro Cesena e Fiorentina, l’Inter è virtualmente al secondo posto, alle spalle del Milan. Con un derby ancora da giocare. La partita, dunque, è ancora aperta.
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