mercoledì 12 gennaio 2011

PER IL TITOLO C’E’ ANCHE IL NAPOLI

Articolo pubblicato su TS l'11 gennaio 2011


La serie A di quest’anno continua a meritarsi l’appellativo di “campionato tartaruga”. Al punto che quando si parla di corsa scudetto si rischia di fare una battuta. Tre squadre - Milan, Inter e Roma – avrebbero le qualità tecniche per ammazzarlo ma per una serie di ragioni vanno al rallentatore. Il Milan resiste in testa, rimane la squadra più regolare, ma fatica molto a liberare la propria corsa. In questa situazione anche i club di seconda fascia hanno piena legittimità a manifestare le proprie ambizioni.
Su tutte questa settimana mettiamo il Napoli. Dopo essere stato piegato dall’Inter nel giorno della Befana, ha reagito immediatamente schiantando la Juventus nel posticipo di domenica sera. La superiorità della squadra di Mazzarri è stata impressionante. Certo, l’avversario ha fatto di tutto per facilitarle il compito. I partenopei, però, ci hanno messo molto del loro sfoderando una prestazione fatta di corsa, grinta, determinazione, ma anche ottima qualità di gioco. E’ piaciuta, in particolare, la manovra d’attacco con la sua capacità di sfruttare le fasce per poi stringere verso il centro quando necessario. Soprattutto ha entusiasmato Cavani. Non erano in tanti a credere che questo giocatore avrebbe fatto faville a Napoli. In primis Zamparini che ha deciso di liberarsene e che oggi probabilmente sta cominciando a mangiarsi le mani. Già al Mondiale sudafricano Cavani col suo Uruguay ha dimostrato di essere calciatore offensivo completo, capace di suggerire ai compagni e al tempo stesso di concludere. Grande tecnica unita alla praticità. Davvero una scoperta per una squadra, come quella di Mazzarri, da sempre alla ricerca di un uomo di classe che potesse trasformare in oro l’enorme lavoro dei suoi uomini di fatica. Il tecnico toscano naturalmente predica prudenza. Fa bene perché ci sono squadre più attrezzate per l’obiettivo scudetto. Intanto però il Napoli è secondo e può coltivare la speranza di centrare la qualificazione in Champions, un traguardo inaspettato e prestigioso per una piazza come quella napoletana. Un’enorme soddisfazione anche per Aurelio De Laurentiis che è riuscito a costruire una squadra di vertice con un monte ingaggi relativamente modesto. Nell’anticipo di sabato pomeriggio contro la Fiorentina il sogno continua.
La partita del San Paolo ha avuto anche un protagonista in negativo: la Juventus. Ai bianconeri le vacanze natalizie sono andate di traverso. Nel breve volgere di quattro giorni hanno preso l’imbarcata casalinga contro il Parma e sono naufragati a Napoli. Sinceramente non ci aspettavamo questo crollo. Il grave infortunio di Quagliarella e le follie di Felipe Melo non spiegano tutto. Dopo una fase di inizio stagione, per così dire, sperimentale, Delneri aveva trovato la quadratura del cerchio. La squadra, pur avendo alcune evidenti lacune nel pacchetto arretrato e in attacco, aveva trovato un suo assetto e continuità di risultati. Questo doppio crollo, quindi, sorprende. Quando era sul punto di spiccare il volo e partire all’inseguimento del Milan la Juventus è inciampata e caduta rovinosamente. Dopo l’arrivo di Luca Toni si parla di nuovi interventi sul mercato. Vedremo. L’impressione è che Marotta al momento lavori più sull’emergenza che alla costruzione di una squadra all’altezza delle smisurate ambizioni della tifoseria bianconera.
Qualche preoccupazione comincia ad averla anche il Milan. Nelle ultime tre gare ha raccolto quattro punti e se la fortuna non gli avesse dato una mano avrebbero potuto essere appena due. A Cagliari ha vinto immeritatamente e contro l’Udinese è stato costretto ad inseguire il risultato per ben tre volte. Alla fine le castagne dal fuoco le ha tolte il solito Ibrahimovic, ma quanta paura! La sensazione è che la qualità principale dei rossoneri sia la continuità ma che manchi loro quella forza collettiva in grado di difendere la leadership con sicurezza. Questa situazione rilancia le ambizioni dell’Inter che, zitta zitta, si sta rifacendo sotto. Leonardo ha restituito all’ambiente e alla squadra grande entusiasmo, infilando già due vittorie di fila. Dovessero arrivare altrettanti successi nei due recuperi che restano a disposizione, i campioni d’Italia si ritroverebbero ad appena cinque lunghezze dai cugini. Insomma, rivincere il titolo è possibile. Oltre tutto, nell’anticipo di sabato affronteranno a San Siro il Bologna. Un’occasione molto ghiotta.
Chi, a dispetto della classifica, farebbe bene a mettere una pietra sopra alle massime ambizioni è la Roma. L’intero girone di andata ha dimostrato che, nonostante un potenziale tecnico enorme, la squadra è troppo inaffidabile per sperare di spuntarla. Una volta vanno bene i singoli ma pecca il collettivo, un’altra se la cava la squadra ma è il singolo a mancare clamorosamente. Come è successo a Genova con l’incredibile prestazione di Juan autore, in pratica, delle due reti della Samp. Questo fa sì che, a dispetto di un attacco funambolico, le partite della Roma siano sempre in bilico, anche quando il vantaggio sembrerebbe rassicurante. Non ricordiamo nella storia del nostro campionato una squadra così schizofrenica che sia poi risultata vincente.

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