martedì 28 giugno 2011

SI CHIAMA CSKA IL CRUCCIO DI SPALLETTI

Pubblicato su TS il 28 giugno 2011


Dopo essere stati costretti per settimane a parlare di scandali e dei provvedimenti della politica sportiva, torniamo con piacere ad occuparci di calcio. Quello giocato. Lo facciamo oggi dando un’occhiata al più importante dei cosiddetti campionati estivi, ossia quei tornei che si sviluppano lungo il corso dell’anno solare. Ci riferiamo, naturalmente, alla Premier Liga russa. Come molti sapranno, questa sarà l’ultima stagione in cui questo campionato seguirà il suo tradizionale schema. A partire dal 2012-13, in seguito ad una decisione storica, la Russia adotterà quello occidentale che vede la stagione disputarsi dall’autunno alla primavera. Per arrivare a questa nuova organizzazione, la federazione ha deciso di dare vita ad un torneo monstre di transizione che è iniziato a marzo 2011 e terminerà a maggio 2012. Probabilmente si tratta del campionato per club più lungo della storia. Dopo la regular season, le sedici squadre partecipanti saranno suddivise in due gruppi da otto e daranno vita ad altri due gironi di scontri diretti. Il primo gruppo esprimerà la squadra campione e le qualificate per le coppe europee; il secondo le retrocesse e le formazioni che andranno a disputare i play-out.

Ad un campionato particolare, corrisponde una situazione di classifica altrettanto interessante. Al termine del girone di andata, infatti, lo Zenit di Luciano Spalletti, reduce dal doppio successo scudetto-coppa, cui si è aggiunta la supercoppa russa, risulta piuttosto lontano dalla vetta. A dominare è il CSKA, tornato a recitare un ruolo da protagonista assoluto dopo qualche stagione di appannamento. Sono queste le due squadre che presumibilmente si contenderanno il titolo. Non è un caso, visto che sono state anche le uniche formazioni russe ad imporsi in Europa negli ultimi anni. Le difficoltà dello Zenit rappresentano una sorpresa. Per gli standard di Russia la rosa a disposizione di Spalletti è davvero ragguardevole. In porta Malafeev rappresenta una garanzia. La difesa beneficia di uomini bravi ed esperti come Anjukov, Lukovic e Bruno Alves. Il centrocampo riunisce il meglio della scuola russa: Zyrjanov, Denisov, Semak, Vladimir Bystrov (anche se quest’ultimo è fuori per infortunio da molti mesi), la giovane promessa Ionov. A questi si aggiungono due stranieri, Lazovic e Danny, di grande qualità. In attacco il miglior bomber russo, Kerzhakov, cui fa da riserva quel Bukharov che aveva retto le sorti dell’attacco del Rubin campione per due stagioni consecutive. Strano che con questo materiale Spalletti faccia così tanta fatica, dopo aver vinto a spasso lo scudetto lo scorso anno. Colpa soprattutto dei troppi pareggi, come il deludente 0-0 di domenica in casa contro il Terek. Ora il ritardo rispetto al CSKA è di quattro punti, che potrebbero diventare sette se i moscoviti dovessero vincere il recupero contro il Volga. Una delle cause di questa situazione la sconfitta a tavolino patita proprio nella gara contro il CSKA, a causa del mancato schieramento di un numero minimo di giocatori russi under 21. Un infortunio burocratico che ha innervosito notevolmente Spalletti che nelle ultime settimane è apparso assai poco sereno. Lo dimostra anche la sfuriata nel post partita contro la Dinamo, uno dei video più cliccati del web. La squadra, rispetto all’anno scorso, pratica un gioco meno brillante e spesso fa fatica a sbloccare il risultato. Nel girone di ritorno servirà tutta un’altra determinazione. E’ vero che i giochi si faranno l’anno prossimo, ma è indispensabile chiudere la regular season con un ritardo minimo rispetto alla capolista. Altrimenti nella poule scudetto sarà difficile recuperare.

Come abbiamo visto, le cose vanno alla grande per il CSKA di Slutskij. Dopo gli anni delle grandi vittorie, nazionali e internazionali, il club della capitale aveva subito una flessione. Colpa anche di qualche importante perdita, come Zhirkov passato al Chelsea e Krasic alla Juventus. Ma i dirigenti sono riusciti ad innestare alcuni bravi giocatori che hanno dato nuova linfa ad un impianto storicamente collaudato. Il porta c’è sempre Akinfeev. La difesa è sempre basata sui fratelli Berezutskij e Ignashevich. A centrocampo da una stagione giostra il giapponese Honda che in Russia è un calciatore che fa la differenza. In attacco al collaudato Vagner Love si è aggiunto l’ivoriano Doumbia che a Mosca sembra avere trovato la sua dimensione ideale e soprattutto gol a grappoli. Per solidità del gruppo e continuità di risultati, al momento il CSKA è la principale favorita per la vittoria finale. Tutte le altre non sembrano attrezzate per il titolo. Rubin, Dinamo e Lokomotiv si sono alternate alle spalle di CSKA e Zenit ma nessuna di loro sembra potersi inserire nella lotta. Il Rubin, dopo i due storici scudetti degli anni scorsi, ha perso troppi pezzi importanti, Dominguez e Bukharov su tutti. Non basta di certo l’arrivo in difesa del nostro Bocchetti. La Dinamo dispone di Kuranyi, grande attaccante, ma il resto della rosa tende alla mediocrità. Il Lokomotiv, salutato per l’ennesima volta Sjomin, ha fatto una rivoluzione ed è ancora alla ricerca di una continuità. Peggio sta lo Spartak, la squadra più popolare del paese. Sotto la guida di Karpin non riesce a decollare, nonostante l’innesto di calciatori brasiliani e sudamericani di buona qualità. Si sta prendendo, invece, grandi soddisfazioni l’Anzhi, il club sul quale ha investito il petroliere Kerimov, quello che voleva comprare la Roma con la Nafta Moskva. Ha ingaggiato il brasiliano Roberto Carlos con otto milioni di euro e ne ha fatto l’uomo squadra. I risultati si vedono. In ripresa anche il Terek, formazione cecena che ad inizio stagione si era affidata a Ruud Gullit. Licenziato l’olandese è arrivata una vittoria ed un pareggio a San Pietroburgo.

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