mercoledì 16 febbraio 2011

ALLA ROMA RESTA SOLO LA CHAMPIONS

Pubblicato su TS il 15 febbraio 2011


La classifica della Roma è diventata impietosa. I punti di ritardo rispetto alla testa della classifica sono diventati tredici. La stessa zona Champions si allontana sempre di più. Inutile girarci attorno: la clamorosa e meritata sconfitta contro il Napoli ha cancellato qualsiasi ambizione scudetto. Se consideriamo che nella scorsa stagione la squadra è arrivata seconda ed ha sfiorato la vittoria del titolo, ricordando che in estate la rosa è stata potenziata con l’arrivo di un forte Borriello, siamo di fronte ad un chiaro fallimento. Con la rosa a sua disposizione Ranieri non poteva fare peggio dell’anno passato. Invece è accaduto. A meno che non si verifichi un inatteso exploit in Champions o una vittoria in Coppa Italia, la stagione già oggi può essere considerata fallimentare.
Naturalmente in cima al banco degli imputati non possiamo che mettere il tecnico. Appena arrivato alla guida della Roma Ranieri era riuscito in poco tempo a compattare il gruppo e a dargli grandi motivazioni. Questa volta non c’è riuscito. La squadra appare spesso svagata, poco motivata, priva di quella grinta necessaria per imporsi in un campionato come quello italiano. Inoltre, a dispetto delle polemiche risposte riservate puntualmente ai giornalisti, appare evidente come la squadra sia preparata male fisicamente, regolarmente sovrastata sul piano atletico da ogni genere di avversario. Poi ci sono le scelte tecniche, in tanti casi discutibili. Prendiamo la gara col Napoli. Non era sbagliata l’idea di rinforzare il centrocampo utilizzando Taddei, soprattutto in considerazione della grande massa che il Napoli è costantemente in grado di creare in quel reparto. Sbagliato è stato lasciare contemporaneamente in panchina Totti e Menez. Il motivo è semplice. Non avendo la Roma di Ranieri una specifica organizzazione di gioco, le uniche fonti di ispirazione della manovra sono Pizarro e Totti. In parte anche Menez, non perché crei gioco ma per gli spazi che riesce ad aprire con le sue accelerazioni. Assente da tempo Pizarro per infortunio, uno tra Totti e Menez andava schierato. Senza nemmeno uno dei due, la squadra si è ritrovata senza alcuna ispirazione e le sue sporadiche iniziative sono state affidate al caso. Né è servito rispolverare Totti nei minuti finali, quando l’inerzia della gara era ormai segnata. Il Napoli, al contrario, un’organizzazione di gioco ce l’ha, anche se gli interpreti non sono tutti sopraffini. Compensa questa lacuna con la corsa e la grinta. Tutte caratteristiche sconosciute alla Roma di quest’anno. Sono capi di imputazione, questi, tutti a carico di Ranieri.
Naturalmente il tecnico non è l’unico responsabile. Qualche giocatore ci ha messo del suo. Julio Sergio, Burdisso, Juan e Riise sono molto lontani dal rendimento dell’anno scorso. Pizarro è mancato a lungo. Lo stesso Totti, a dispetto di un’ottima condizione fisica, quest’anno fa fatica a fare gol. Ma a parte la squadra, sul cui rendimento pesano anche le difficoltà che affievoliscono l’entusiasmo, l’altro grande colpevole è la società. Com’è noto questa vive un momento di transizione. Sostenere che le notizie relative al prossimo passaggio dalla famiglia Sensi al gruppo americano di Di Benedetto non abbiano un’influenza è una pia illusione. Alla fine della gara col Napoli Montali è stato chiaro. Il fatto che i giornali scrivano che lui è l’unico dirigente destinato a rimanere con la nuova dirigenza lo sta mettendo in difficoltà con i suoi colleghi di scrivania. La dirigenza nella sua interezza, compresa Rosella Sensi, oggi sembrano più preoccupati dei propri destini futuri che dei programmi immediati. Non è un’illazione. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Prendete il caso Adriano. Chi ha deciso di farlo giocare a tutti i costi a Milano prima di Natale quando s’era sparsa la voce di un suo ritorno in Brasile, volendolo trattenere a tutti i costi? E soprattutto, perché? E ancora, chi non ha approfittato delle sue ultime disavventure brasiliane per risolvere definitivamente un rapporto mai nato? Mistero. D’altronde a fine partita Simone Perrotta l’ha detto: in certi casi servirebbe avere alle spalle una società. Più chiaro di così! In tutto questo, Rosella Sensi continua ad incontrare senza soluzione di continuità Gianni Letta e tra qualche settimana si aprirà la questione della successione di Maurizio Beretta in Lega Calcio. E si dice che la società non c’entra!
A questo punto, le speranze della Roma sono tutte rivolte alla Champions. Sul piano tecnico ci sarebbero i motivi per essere moderatamente ottimisti. Lo Shakhtar disputerà domani sera la prima gara ufficiale del 2011 ed avrà ancora i muscoli imballati. Difficile che possa correre come ha fatto il Napoli. Inoltre, la gara dovrebbe disputarsi soprattutto sul piano della tecnica, essendo gli uomini di Lucescu, dalla cintola in su, praticamente tutti brasiliani. Certo la Roma dovrà guardarsi allo specchio e decidere se dare o meno un senso a questa stagione. Una cosa è certa, infatti: a dispetto della bontà del sorteggio, la squadra vista nelle ultime giornate di campionato può tranquillamente perdere anche con questo Shakhtar.

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