mercoledì 15 dicembre 2010

IL BELLO E SOLIDO MILAN DI ALLEGRI

Pubblicato su TS il 14 dicembre 2010

Dopo Bologna anche i più refrattari hanno capito: il Milan è in prima fila per lo scudetto di quest’anno. Non tanto e non solo per la classifica. E’ proprio la forza dimostrata dai rossoneri ad indurre a ritenerli i maggiori candidati alla vittoria finale. Una forza probabilmente non sufficiente a farla da padrone in Europa. Quanto basta, però, per controllare le dirette avversarie in Italia, almeno per quello che s’è visto fino a questo momento. Il merito principale, a mio avviso, è da ascrivere al tecnico Allegri. E’ vero, non possiamo dimenticare che Silvio Berlusconi dopo un periodo di austerity ha riaperto i cordoni della borsa ed ha portato a Milanello un mostro di bravura che risponde al nome di Ibrahimovic. Uno che ha dimostrato di poter vincere i campionati quasi da solo. Ed uno che, ormai da anni, in qualsiasi squadra vada a giocare vince immancabilmente il titolo. Un fatto che ormai non può più essere derubricato a pura casualità. Tuttavia, Allegri oltre a fare bene grazie ai suoi soldi, sta avendo successo anche malgrado il Premier. Non è un mistero per nessuno, infatti, che ad inizio stagione dall’alto era arrivata un’indicazione piuttosto chiara. Il Milan avrebbe dovuto giocare per dare spettacolo, dando spazio ad almeno quattro calciatori offensivi. Berlusconi sognava di vedere il più possibile contemporaneamente Ibrahimovic, Pato, Ronaldinho e Robinho. Sembrava che il solo obiettivo tattico di Allegri fosse quello di trovare il modo di far coesistere quei quattro lì davanti. Per un po’ di tempo Allegri ha assecondato il suo presidente. Intanto rifletteva su quello che avrebbe dovuto essere l’assetto migliore per il suo Milan. Alla fine ha trovato un abile compromesso. Ha assecondato i desideri dell’ambiente rossonero lasciando davanti tre giocatori offensivi. Per conservare gli equilibri, però, ha ideato un centrocampo ricco di incontristi. In qualche occasione ha avuto persino il coraggio di rinunciare a Pirlo per presentare una mediana formata da soli elementi di sostanza. Inoltre, a conferma di un’impostazione per così dire “provinciale”, non si è vergognato di orientare gli schemi offensivi allo sfruttamento del potenziale di Ibrahimovic, uno che regge il peso dell’attacco da solo, soprattutto se adeguatamente affiancato e servito da un paio di trequartisti. Grazie a questa formula il Milan ha inanellato una serie di sette risultati consecutivi: sei vittorie e un pareggio. Uno strappo molto deciso che l’ha portato a condurre con una certa sicurezza la classifica. Questa impostazione, tra l’altro, sta consentendo ad Allegri di ovviare alla grande ad alcune assenze molto importanti. A suo tempo si sono dovuti fermare Inzaghi e Pato. Nei giorni scorsi anche Thiago Silva e Flamini. Non è cosa da poco. Eppure, nonostante questo, come s’è visto a Bologna, il Milan risulta compatto, determinato e, tutto sommato, gioca anche un buon calcio. L’impressione è che se la squadra dovesse mantenere una certa regolarità, lo scudetto arriverà senz’altro. Anche perché le avversarie dirette non sembrano all’altezza. Non l’Inter che ha mille problemi e per ora è completamente distratta dal Mondiale per club. Non la Juventus, alla quale manca qualcosa a livello tecnico per sperare in un successo finale.
Non parliamo della Roma che sta sfruttando poco e male il suo enorme potenziale. Nonostante Ranieri abbia a disposizione una rosa di livello europeo, i risultati sinora sono stati scadenti e la squadra non ha convinto. Lo striminzito successo sul Bari ha confermato i problemi. Mancano i più elementari schemi offensivi che sono surrogati esclusivamente dall’inventiva di Menez. Il centrocampo, la cui composizione cambia di partita in partita, non coadiuva adeguatamente l’attacco e non protegge a sufficienza la difesa. Quest’ultima lascia troppe occasioni da rete agli avversari, forti o modesti che siano. La squadra, inoltre, spesso è incapace di conservare il risultato e subisce troppe clamorose rimonte. Proprio questo avversario in cerca di identità si ritroverà il Milan sabato sera in uno scontro diretto che potrà dire molto in chiave scudetto. Fare i conti è facile. Se vinceranno i rossoneri la Roma si ritroverà a meno tredici dalla vetta. Se a vincere, invece, dovesse essere la Roma, i giallorossi salirebbero a meno sette. E’ sin troppo chiaro che nel primo caso per i ragazzi di Ranieri lo scudetto sarebbe un discorso definitivamente chiuso. Va bene che i miracoli sono sempre possibili, ma recuperare tredici punti è una missione davvero impossibile. Nel secondo caso i giochi sarebbero riaperti, anche perché Juventus, Lazio, Napoli e la stessa Inter tornerebbero prepotentemente alla ribalta. La nostra sensazione è che la Roma attuale difficilmente potrà creare troppi problemi al Milan. La solidità e la tranquillità che mostrano i rossoneri sembrano offrire le più ampie garanzie. La gara sarà sicuramente interessante, anche perché la Roma ha qualità tecnica per dare spettacolo. Ma a conti fatti c’è da ritenere che il Milan abbia un’enorme occasione per lasciare un segno indelebile su questo torneo.

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