domenica 4 marzo 2012

ROMA: CARI AMERICANI, NIENTE BUSINESS SENZA RISULTATI

Mancano tre mesi e la stagione della nuova Roma è già finita. I fatti nudi e crudi sono questi: la squadra non è mai stata realmente in competizione né per l'Europa League, né per la Coppa Italia, né per la zona Champions. Di lotta scudetto neanche a parlarne perché nessuno, nemmeno i più ottimisti, ci avevano mai pensato. Ancora oggi continuiamo a sentire ripetere concetti quali il progetto è a lungo termine, per costruire una squadra vincente serve tempo, che Roma non è stata costruita in una settimana e così via. Entro certi limiti temporali, ho sempre considerato sacrosanta questa impostazione. Semplicemente perché quando parte un nuovo progetto tecnico e societario è necessario aspettare qualche mese per cominciare a vedere i primi risultati concreti. Qualche mese, però. Non qualche anno. Fino a Natale alla Roma e al suo allenatore andavano concesse le più ampie attenuanti. Dopo no. Dopo era lecito aspettarsi i risultati. Che non significava vincere lo scudetto. Ma almeno raggiungere una continuità di prestazioni e di risultati che permettesse alla Roma almeno di lottare per il terzo posto. Siamo lontanissimi da tutto questo.

La situazione è molto pericolosa. Il progetto americano rischia di morire nella culla. Perché? Semplice. Pallotta e soci non sono né gli sceicchi né Abramovich. Non sono magnati disposti a spendere e spandere. Hanno preso la Roma perché sperano, in tempi ragionevoli, di fare business, di guadagnare quattrini. Ciò soprattutto attraverso lo sfruttamento del marchio. Obiettivo che è raggiungibile soltanto se il club guadagna appeal a livello nazionale ed internazionale. E questo accade in un solo modo: attraverso le vittorie, la conquista dei trofei. Con i sesti o i settimi posti non si vendono le magliette, la gente va meno allo stadio, i diritti TV calano, gli sponsor mugugnano. In questo senso, un anno fallimentare si può accettare. Due o più no. Perché il rischio è che gli americani, non essendo sentimentalmente legati alla Roma, una bella mattina si sveglino, concludano che la Roma non è stato un buon affare e se ne tornino a casa loro. Così, all'improvviso, col cinismo e la rapidità propria degli uomini d'affari. Per gli americani senza business non c'è la Roma.

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