mercoledì 25 maggio 2011

CON L’UDINESE VINCE IL METODO DEI POZZO

Pubblicato su TS il 24 maggio 2011


L’ultima giornata di campionato ci doveva un ultimo importante verdetto: il nome della quarta squadra italiana per la prossima Champions League. L’ha spuntata l’Udinese. A dispetto delle previsioni, il prevedibile pareggio ottenuto col Milan non è apparso concordato. Anzi, i friulani hanno provato a vincere per evitare brutte sorprese e non sono riusciti a segnare anche per colpa della fortuna. Lo 0-0 finale li premia grazie alla migliore performance negli scontri diretto contro la Lazio, terminata a pari punti.

Il successo dei ragazzi di Guidolin va festeggiato come fosse uno scudetto. Nelle prime cinque giornate la squadra aveva raccolto appena un punto e molti si erano convinti che per i bianconeri sarebbe stata una stagione di sofferenza. Al contrario, dalla sesta giornata in poi la squadra ha cominciato a metabolizzare l’impostazione dell’allenatore ed ha dato vita ad una cavalcata che a tratti è parsa irresistibile. Per un lungo tratto di stagione l’Udinese ha viaggiato a ritmi scudetto. Poi una flessione aveva messo a rischio il quarto posto. Il rush finale le ha consentito di riacciuffarlo. Si tratta di un risultato straordinario. Non è un mistero che l’approccio al calcio della famiglia Pozzo sia quello di uomini d’affari che con questo sport sanno come fare business. Ormai da anni hanno messo in piedi una perfetta struttura di osservatori che consentono loro di setacciare il mercato mondiale e di ingaggiare giovani talenti da valorizzare. Una volta fatti apprezzare dal grande pubblico li mettono sul mercato realizzando ricche plusvalenze. Così generano regolarmente utili per se e per il club al quale non mancano mai risorse sufficienti per fronteggiare qualsiasi evenienza. Naturalmente questo modello è possibile per la particolare caratteristica della piazza friulana. Udine è una città tranquilla con tifosi che consentono ai propri dirigenti di lavorare senza eccessive pressioni. Accettano l’approccio dei Pozzo, nonostante siano consapevoli del fatto che quando sei abituato a cedere ogni anno i pezzi migliori, talvolta può anche capitare di sbagliare la stagione o addirittura di finire in B. Ne sono consapevoli e l’accettano. Anche perché si sono resi conto che da quando c’è questa famiglia al comando del club bianconero i risultati non sono mai stati migliori. Nessuno dimentica, infatti, che anche ai tempi di Spalletti la squadra riuscì a centrare il traguardo Champions.

Ma non si tratta solo di bontà dei risultati. Secondo una tradizione ben consolidata, l’Udinese insegue i propri obiettivi proponendo sempre un calcio divertente. Quest’anno per lunghi tratti ha messo in mostra il miglior gioco della serie A. Nonostante Guidolin nella sua carriera non abbia mai brillato per la particolare qualità del gioco delle sue squadre. Stavolta al triste tecnico veneto va riconosciuto di avere valorizzato al massimo un giocatore come Sanchez, ma soprattutto di avere ben miscelato il buon vecchio contropiede con le caratteristiche tecniche dei suoi attaccanti. Su tutti il solito monumentale Di Natale che a Udine ha trovato la sua dimensione ormai definitiva: un grande bomber di provincia. Ora per i friulani arriverà il difficile. Non solo saranno attesi ad una conferma nella prossima stagione, ma soprattutto in agosto dovranno disputare un difficile play-off per l’accesso alla fase a gironi della Champions. Si tratta di un passaggio complicato. Anche perché ostacola il mercato, visto che soltanto verso la fine di agosto si sa se occorre allestire una squadra per l’Europa o per il solo campionato. Inoltre, la storia dimostra che le squadre non abituate a disputare la Champions League di solito in campionato pagano un prezzo altissimo. Si veda la Sampdoria che quest’anno, dopo avere fallito l’ingresso nella fase a gironi, è andata talmente male da retrocedere. L’aspetto positivo, come detto, è che anche l’avventura europea sarà affrontata con entusiasmo ma anche assoluta serenità.

Il successo dell’Udinese è andato a tutto svantaggio della Lazio che, tutto sommato, avrebbe egualmente meritato di entrare in Europa dalla porta principale. In fondo i biancocelesti hanno avuto un andamento più regolare, anche se hanno manifestato un brutto difetto. Si sono sempre dissolti al cospetto di avversari di prestigio. Al contrario dell’Udinese che se l’è sempre giocata con tutti, la Lazio sovente ha manifestato un complesso d’inferiorità e una certa mancanza di personalità. Peccato perché la qualità tecnica complessiva della rosa era molto buona e una stagione come questa, con Roma e Juventus in grande difficoltà, difficilmente si ripeterà a breve.

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