sabato 14 maggio 2011

QUESTO OTTIMO MILAN BASTA PER LA CHAMPIONS?

Pubblicato su TS il 10 maggio 2011


Il Milan ha vinto uno scudetto meritato. La festa che andrà in scena a S.Siro in occasione della gara contro il Cagliari può essere considerata sacrosanta e ai tifosi nerazzurri dovrà unirsi l’applauso di tutti gli sportivi italiani neutrali. Non pensiamo che l’abbia vinto necessariamente la squadra più forte. L’Inter e la Roma, ad esempio, non sembravano meno attrezzate. Ma in una stagione caratterizzata da una sostanziale modestia tecnica e da un girone di andata in cui risultava molto arduo capire chi avrebbe potuto piazzare l’allungo vincente, il Milan ha dimostrato di essere la formazione più regolare. Non è mai apparsa una corazzata inattaccabile. Semmai una stabile nave da crociera che, approfittando delle falle che si aprivano nelle imbarcazioni altrui, è arrivata tranquillamente in porto accompagnata da un mare propizio.

Se ripensiamo alle valutazioni che tutti noi opinionisti abbiamo fatto nella scorsa estate, viene da pensare che il gruppo nerazzurro ha vinto perché ciascun componente ha fatto qualcosa in più di quello che ci si aspettava da lui. Ad ogni livello. Su tutti, naturalmente, la società. Pur essendo finiti i tempi in cui Silvio Berlusconi spendeva e spandeva senza limiti, quando si arriva al dunque il patron milanista allarga sempre i cordoni della borsa. Così, nelle ultime ore di mercato estivo ha staccato il solito assegno, dando il via libera a Galliani per i clamorosi acquisti di Ibrahimovic e Robinho. A gennaio la scena si è ripetuta con l’arrivo di Van Bommel. L’altro grande merito della dirigenza rossonera è stato quello di individuare, ancora una volta, un tecnico emergente che facesse al loro caso. Così è stato ingaggiato Allegri che in passato aveva sempre praticato un buon calcio e che ha superato il difficile esame del colloquio privato col Premier. Anche lui ha fatto molto di più di quanto ci si aspettasse. All’inizio dava l’impressione di poter essere stritolato dalla difficile convivenza con Berlusconi. Con Ibrahimovic, Pato e Robinho, il grande capo chiedeva espressamente di puntare su uno schieramento molto offensivo che rischiava di essere fatale ad un tecnico abituato si a praticare bel calcio, ma senza dimenticare gli equilibri. Non parliamo poi di quando si è fatto male Pirlo, il vero perno del gioco del Milan dall’arrivo di Ancelotti in poi. Un altro allenatore avrebbe potuto andare in confusione. Lui no. Al contrario, ha approfittato dell’assenza del nazionale per proporre un centrocampo con tre cursori, in modo da lasciare liberi tre posti per il reparto offensivo. In questo modo ha soddisfatto i desideri del capo e, al tempo stesso, ha garantito equilibrio alla squadra. Nasce da quella scelta la solidità e la stabilità che il Milan ha trovato e conservato poi per il resto della stagione. Questo merito è tutto di Allegri che bagna il suo ingresso nel grande calcio subito col titolo. Prodromi di una grande carriera.

Naturalmente anche la squadra nel suo complesso è andata oltre le attese. Spesso il Milan è stato percepito (a ragione) come una squadra vecchia e un po’ bollita. Valutazione smentita dai fatti. Sono tanti i giocatori che hanno sorpreso in positivo. A cominciare dal portiere Abbiati che, senza proclami, a distanza di oltre un decennio è tornato a vincere uno scudetto col Milan da protagonista. Si è rivelato il miglior portiere del nostro campionato. Molti temevano che, a causa di possibili malanni, non li avremmo visti assieme più di tanto, ma Nesta e Thiago Silva hanno costituito la miglior coppia centrale del torneo. A centrocampo si è rivelato azzeccato l’acquisto di Boateng, assai apprezzabile anche nel ruolo di trequartista. Come quello di Van Bommel, giocatore di grande rendimento. Per quanto riguarda il reparto offensivo, a nostro avviso Ibrahimovic e Pato hanno fatto il loro. Sono due fuoriclasse e anche se hanno avuto qualche problema di convivenza hanno risposto alle attese. Lo svedese poi è una specie di anatema: dove va lui si vince lo scudetto. E’ arrivato all’ottavo titolo nazionale consecutivo. Un record incredibile. Ma la vera sorpresa, a nostro avviso, è stato Robinho. Noi avevamo giudicato negativamente il suo acquisto. Ritenevamo che non fosse utile alla causa rossonera. Invece ha disputato forse la sua stagione migliore, quella più matura, da talento che sa mettersi a disposizione del collettivo. L’ultima parola la merita Seedorf. Un fuoriclasse straordinario, praticamente senza tempo. Un professionista esemplare, puntuale e preciso negli allenamenti, una regolare vita da sportivo. Accompagnato da una condizione atletica a tratti smagliante, ha regalato lampi di classe e in qualche occasione ha trascinato da solo il Milan alla vittoria. Un giocatore così ogni tifoso vorrebbe averlo nella propria squadra.

Fatti i complimenti a tutti, resta però un interrogativo. Quanto possiamo considerare attendibile il nostro campionato? Questo stesso Milan, infatti, in Europa non ha particolarmente brillato ed è stato estromesso dalla Champions dal Tottenham, non dal Barcellona o dal Manchester United. La sensazione è che questo Milan bello e regolare che ha meritatamente vinto il titolo non sia abbastanza forte per aspirare a ripetersi in Champions. Una realtà della quale la dirigenza rossonera farà bene a prendere atto quando si tratterà di studiare i miglioramenti in sede di mercato.

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