giovedì 1 settembre 2011

LA ROMA CHIUDE COL BOTTO ALLA LAZIO MANCA ZARATE

Pubblicato su www.paesesera.it l'1 settembre 2011

Archiviata finalmente la lunga finestra di mercato estiva, possiamo tentare una valutazione definitiva delle campagne di rafforzamento delle squadre romane in vista dell’inizio del campionato.
Con un colpo di reni finale la Roma ha messo un segno decisamente positivo davanti al proprio mercato. Se fino a lunedì i movimenti posti in essere da Sabatini apparivano insufficienti e si temeva che qualche pezzo pregiato, Borriello in testa, potesse partire, alle 19 di ieri il saldo finale ha cambiato segno, grazie soprattutto agli arrivi di Gago, Pjanic e alla definitiva soluzione del caso Kjaer. Diciamo subito che, a conti fatti, il saldo tra entrate e uscite è negativo per oltre quaranta milioni di euro. Questa la cifra che, al netto dei capitali serviti per coprire il forte indebitamento che gravava sulla società, la nuova proprietà ha messo sul piatto per rifondare la squadra. Non saranno le somme che avrebbe potuto garantire qualche sceicco arabo o certi magnati russi ma, visti i tempi, non ci si può proprio lamentare. Quando si deve rinnovare così tanto una rosa e, al tempo stesso, stare attenti ai bilanci, non è per niente facile aumentare il valore tecnico complessivo dei giocatori disponibili. La Roma attuale a noi non sembra meno forte di quella dello scorso anno. In porta con l’arrivo di Stekelenburg è stato fatto un balzo in avanti. L’olandese garantisce prestazioni di ben altro livello rispetto ai Doni o ai Julio Sergio. In difesa la perdita di Mexès è stata grande ma l’arrivo di Kjaer offre sufficienti garanzie per il rimpiazzo e il vecchio Heinze rappresenta un jolly da utilizzare in più ruoli. Josè Angel è forse il miglior esterno difensivo di prospettiva in circolazione e crediamo non farà rimpiangere per niente Riise. Solo sulla corsia laterale destra non si è mosso niente, mentre sarebbe servita un’alternativa valida a Cassetti e Cicinho. A centrocampo si innesti sono di qualità. Rispetto alla scorsa stagione c’è un Brighi in meno e la coppia Gago-Pjanic in più. L’argentino non è reduce da campionati da protagonista ma, pur senza entusiasmare, in una rosa di qualità ci sta molto bene. Quanto a Pjanic, anche se nel Lione non era titolare inamovibile, è pur sempre un centrocampista tecnico di grande prospettiva. In attacco, poi, Luis Enrique avrà problemi di abbondanza. Almeno sulla carta, saranno in tre a contendersi il ruolo di centravanti: Totti, Borriello e Osvaldo. Anche se quest’ultimo all’occorrenza potrà andare a fare compagnia a Lamela, Bojan e Caprari sulle corsie laterali. Se un appunto si può fare a Sabatini è quello di avere preso un attaccante centrale, quando forse sarebbe servito un altro laterale. Ma su questo punto il direttore sportivo condivide la responsabilità con Luis Enrique. A proposito del tecnico spagnolo, va detto che per essere alla sua prima esperienza da allenatore vero si ritrova tra le mani una rosa di tutto rispetto. Sta a lui, ora, ricavare il massimo da un gruppo di giocatori molto interessante. Evitando di darsi la zappa sui piedi con certi approcci eccessivamente ruvidi, come nei casi Totti e Borriello. Voto alla campagna acquisti della Roma: 7.
Diciamolo francamente: se ci fossimo espressi a ventiquattro ore dalla fine del mercato, avremmo detto che la Lazio si era mossa meglio rispetto alla Roma. Le dismissioni di ieri hanno cambiato tutto. Ma partiamo dall’inizio. A suo tempo avevamo già scritto che Lotito si era mosso alla grande sul mercato, costruendo una rosa sì vecchia ma di grande qualità. Ribadiamo, ad esempio, che Marchetti è una scommessa che quasi certamente la Lazio vincerà. Inoltre, Konko, Lulic e Stankevicius hanno puntellato una difesa già di per se affidabile. Il centrocampo è rimasto essenzialmente immutato ma rimane forte sia negli uomini di quantità (Ledesma e Brocchi) che in quelli di qualità (Hernanes e Mauri). In attacco, poi, gli arrivi di gente esperta e di grande spessore internazionale come Klose e Cissé prometteva di far fare alla squadra un salto di qualità. Nelle ultime ore di mercato, però, agendo su preciso mandato di Reja, Lotito ha fatto alcune rinunce che a fine stagione potrebbero pesare. Ci riferiamo innanzitutto a Mauro Zarate. L’attaccante argentino ha evidenti difetti e da tempo era entrato in disaccordo con l’allenatore. Tuttavia, era l’uomo più talentuoso della rosa laziale e, nel poco tempo in cui è rimasto a Formello, era riuscito a diventare un idolo, a tratti anche un simbolo, della tifoseria. L’averlo ceduto all’Inter in prestito con diritto di riscatto rischia di rivelarsi un clamoroso autogol. Se si pensa che, nel frattempo, è stato ceduto anche Floccari e che Makinwa non ha potuto andare al Pergocrema solo per un problema burocratico (dunque per ora rimarrà ma non vedrà mai il campo), si pone un problema. Se Klose o Cissé, giocatori comunque maturi, dovessero andare incontro a seri infortuni chi metterà Reja al loro posto? Gli unici ricambi in panchina rimangono Sculli e Rocchi. Non certo dei giovani virgulti. A parte Kozak, ovviamente. Ci sembra poco. Reja avrà certamente valutato la situazione con attenzione. Tuttavia, essendo stato accontentato da Lotito, se non ripeterà i risultati della passata stagione finirà immediatamente sul banco degli imputati e il suo presidente potrà fare ben poco per salvarlo. Voto al mercato della Lazio: 6.5.

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