domenica 18 settembre 2011

LO SCUDETTO ATTENDE ANCORA IL MILAN

Pubblicato su TS il 6 settembre 2011


Una volta archiviata la pausa per la Nazionale e la spiacevole questione dello sciopero dei calciatori, il tormentato campionato di serie A potrà finalmente cominciare. Stavolta più che mai appassionati ed addetti ai lavori non vedono l’ora che si giochi, lasciando da parte chiacchiere e polemiche. Il rinvio della prima giornata ha avuto almeno il vantaggio di consentire alle squadre di presentarsi all’appuntamento col campo a calciomercato chiuso, quindi a ranghi completi. A nostro avviso in chiave scudetto la squadra da battere è una sola: il Milan. La squadra di Allegri è ampiamente collaudata. Con qualche piccolo ritocco in sede di mercato la rosa è ormai definitivamente completa. L’arrivo di Philippe Mexès consente al tecnico di disporre di un’alternativa di altissimo profilo al centro della difesa. L’ingaggio di Aquilani, poi, a livello tecnico restituisce al centrocampo quel quid venuto a mancare con la cessione di Andrea Pirlo. Visti i valori che esprimerà quest’anno la serie A, l’attacco risulta di livello assoluto. Dopo la partenza di Eto’o, Ibrahimovic è praticamente l’unica stella rimasta nel nostro campionato. La coppia brasiliana formata da Pato e Robinho garantisce gol e qualità e, come rincalzo, risulta ancora a disposizione quell’Antonio Cassano che rimane l’uomo di punta dell’attacco della Nazionale. Con un organico di questo livello ed un’organizzazione di gioco che non ha bisogno di messe a punto il Milan è in grado di vincere il campionato a spasso. La questione semmai è capire se una siffatta rosa potrà ben figurare in Champions League. La sensazione è che nella massima competizione europea il Milan resti dietro i top club, quelli che si contenderanno la vittoria finale. Ma questo soltanto il campo potrà confermarlo o smentirlo.
La seconda fila di un’immaginaria griglia di partenza vede, più o meno appaiati, Inter e Napoli. Sulla formazione nerazzurra gravano troppe incognite perché la si possa considerare allo stesso livello del Milan. Tanto per cominciare bisognerà capire se Gasperini sarà all’altezza del compito. Le prime uscite stagionali hanno dimostrato che la sua impostazione tattica, nella fattispecie la difesa a tre, si adatta poco alle caratteristiche dell’Inter. Non siamo in grado di dire se il pur bravo tecnico sarà in grado di trovare il giusto equilibrio. La partenza di Eto’o, inoltre, rappresenta una perdita grave. Non tanto sul piano strettamente tecnico. Gli arrivi di Forlan e Zarate potrebbero anche ovviare alla sua assenza. Si tratta più che altro di un problema psicologico. La sua cessione, oltre a quella ventilata ma non realizzata di Sneijder, ha fatto capire ai tifosi che sono finiti i tempi delle spese folli e che anche il presidente Moratti si prepara ad aderire alle rigide regole del fair play finanziario. In altre parole, si comincia a respirare aria di ridimensionamento, il che non agevola il compito di tecnico e calciatori. Il Napoli, per contro, si è rafforzato. Oltre a conservare i suoi pezzi migliori, Cavani su tutti, ha puntellato adeguatamente la rosa con innesti interessanti come quello di Inler. Sui partenopei, però, peserà l’incognita Champions League. Il Napoli parteciperà a questa competizione per la prima volta da quando è stata adottata la nuova formula e pagherà sicuramente lo scotto del confronto con forze ben più grandi del panorama internazionale. L’esperienza insegna che questi match tolgono molto soprattutto sul piano psicologico. Bisognerà capire fino a che punto i ragazzi di Mazzarri riusciranno a gestire il doppio impegno. Sul piano tecnico, a nostro avviso, il Napoli vale il secondo posto. Ma se la Champions dovesse distrarlo oltre misura potrebbe lasciare sul terreno punti preziosi.
In terza fila c’è bagarre. Qui collochiamo almeno tre formazioni: Roma, Juventus e Lazio. Tutto sommato riteniamo che tra le tre la Roma abbia qualcosa in più. Nonostante le mille difficoltà, la nuova proprietà americana ha fatto un notevole sforzo sul mercato ed ha messo a disposizione dell’esordiente Luis Enrique una rosa di tutto rispetto che affianca, a calciatori di grande esperienza, una nidiata di giovani talenti. Se il tecnico spagnolo riuscirà ad applicare il suo credo calcistico, magari evitando una certa ruvidezza nei rapporti personali (come dimostrato nel caso Totti), i giallorossi potrebbero agganciare la zona Champions, nel caso in cui una tra Inter e Napoli dovesse steccare. Ci sembra più complicato il cammino della Juventus. Per carità, dal mercato sono arrivati calciatori di livello assoluto come Pirlo e Vucinic. La rosa, però, paga due stagioni di grandi rivoluzioni e sono tanti i giocatori in esubero. Inoltre, bisognerà vedere cosa sarà capace di fare Antonio Conte. Sul piano del carattere e della preparazione è un tecnico che non si discute. E’ un uomo da Juve. Tuttavia, non sarà semplice imporre il suo 4-2-4, un modulo assai rischioso da adottare e che, almeno in teoria, vista la necessità di schierare molti elementi offensivi, mal si concilia con la sua idea di squadra, fatta di lotta e di sudore. Quanto alla Lazio, anche quest’anno è una squadra più che buona. Gli arrivi di attaccanti esperti e di buon livello internazionale come Cissè e Klose garantiscono un salto di qualità. La cessione di Zarate, però, toglie molto alle possibilità di ricambio nel reparto offensivo, eccessivamente anziano.
Per il resto spazio alle solite outsider che appaiono complessivamente indebolite. L’Udinese perché priva del gioiello Sanchez, passato al Barcellona. Il Palermo perché orfano di Pastore e già alle prese, ancor prima di cominciare, con l’ennesimo esonero deciso dal turbolento Zamparini. La Fiorentina perché ormai da tempo il club gigliato ha abbandonato i sogni di grandezza e il tecnico Mihajlovic non rappresenta una garanzia, anche a causa del suo pessimo feeling con la tifoseria.

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