venerdì 15 ottobre 2010

AS ROMA: CHI HA PAURA DELLO STRANIERO

Stando alle ultime indiscrezioni della stampa, sono almeno una dozzina i gruppi imprenditoriali interessati all'acquisto della Roma. Molti di questi sono stranieri. Tutte le volte che sento dire che c'è un magnate straniero interessato alla squadra della capitale mi frego le mani e spero che possa rilevarla. Al tempo stesso, però, resta alto il mio scetticismo in merito. Non perché le manifestazioni di interesse non siano serie. Anzi. Il fatto è che l'esperienza insegna che l'establishment politico e imprenditoriale italiano in questi casi si ricompatta per evitare che estranei vengano ad operare nel nostro paese. Solo restando alla Roma, ne abbiamo avuto una clamorosa dimostrazione sia nel caso della trattativa con Kerimov della Nafta Mosca sia ai tempi di Soros. Basti pensare a certe telefonate, come quella - di dominio pubblico - di Galliani che esortava la Sensi a stringere i denti e non vendere allo straniero. Come mai? Non è difficile abbozzare una spiegazione. Il calcio italiano è la fotocopia esatta del sistema imprenditoriale italiano. Milan, Juventus ed Inter sono in mano ai principali gruppi che portano il nome di Mediaset, Fiat e Saras dei Moratti. Gli altri club importanti, Roma, Fiorentina, Palermo, Genoa, Samp e così via, appartengono a gruppi o famiglie molto importanti ma che comunque hanno un ruolo subalterno rispetto ai primi tre. L'arrivo di un magnate straniero, uno alla Abramovich per intenderci, spariglierebbe. Comporterebbe il ridisegnare il sistema di potere del calcio italiano. Chi oggi è abituato a dettare legge in Lega, in special modo sul tema dei diritti TV, rischierebbe di doversi piegare alla volontà di un elemento estraneo, poco avvezzo alle logighe di potere tipicamente italiane. Nonostante si blateri da anni di libertà, quello italiano è il sistema imprenditoriale più chiuso ed autoreferenziale, direi quasi feudale, del panorama delle grandi democrazie occidentali. Il calcio, di conseguenza, ne ricalca tutti i difetti. E' anche per questo motivo che da anni mi auguro vivamente che la Roma finisca nelle mani di un imprenditore straniero ricco e capace. Chissà che non si riesca a rompere questo blocco che soffoca da troppi anni il nostro paese. Ma è davvero difficile che questo accada.

Nessun commento:

Posta un commento