venerdì 22 ottobre 2010

ITALIA-SERBIA: RICHIESTE PUNIZIONI EQUILIBRATE

A mio avviso le proposte di punizione relative ai fatti di Italia-Serbia sono da considerarsi equilibrate. A caldo avevo scritto che la federazione balcanica andava punita ma non massacrata, soprattutto perché era proprio contro di lei che si concentravano le azioni dei teppisti serbi politicizzati. Fermo restando il 3-0 a tavolino a favore dell'Italia, sul quale non pare ci possa essere nessuna discussione, l'UEFA si limiterebbe a minacciare la Serbia di escluderla dall'Europeo se si renderà nuovamente protagonista di incidenti simili. In sostanza, una pena comminata con la sospensione condizionale. Oltre naturalmente a qualche gara da disputarsi a porte chiuse per garantire la sicurezza. In definitiva, una punizione severa ma non esemplare. E' possibile che alla fine i serbi possano anche strappare uno sconto, ad esempio sul numero di gare da giocare senza pubblico. Fossimo negli organi competenti di Nyon accetteremmo questo impianto punitivo. La Serbia va sanzionata ma bisogna far sì che resti attaccata al carro europeo. Nessuno avrebbe da guadagnare da una sua esclusione. Quanto all'Italia, se la caverebbe con una multa e, anche nel suo caso, con una minaccia di imporre le porte chiuse nel caso si verificasse un nuovo caso Marassi. Una tirata d'orecchi che, tutto sommato, ci siamo meritati. Anche se, come ho già scritto, la responsabilità italiana è da ascrivere più alle autorità che devono tutelare l'ordine pubblico che alla FIGC.

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